Jazzitalia: la musica jazz a portata di mouse...
versione italiana english version
 
NEWS
Bookmark and Share Jazzitalia Facebook Page Jazzitalia Twitter Page Feed RSS by Jazzitalia - Comunicati Feed RSS by Jazzitalia - Agenda delle novit�

Jazz, una passione, una vita
di Giampiero Boneschi

Oggi si parla molto di jazz. Grandi volumi, valutazioni, statistiche e così via. Io cercherò di dire, con poche parole, alcune cose che ho maturato nella mia giovinezza quando la parola jazz in Italia era proibita ed, ascoltarne un disco, significava rischiare una denuncia per americanismo
In pratica vorrei tentare di spiegare le caratteristiche essenziali del jazz dal punto di vista musicale, cosa che, secondo me, non viene fatta sempre limpidamente. Attenzione! Questa non è la cabala per acquisire delle qualità jazzistiche; il jazz è specializzazione nella specializzazione musicale. Essendo una forma artistica ha bisogno di doti individuali naturali particolarissime e tanto studio.
Contrariamente alle propagande, i veri jazzisti in tutto il mondo sono pochi e spesso non sono quelli più conosciuti.

RITMO. Non inteso come esibizione di tamburi ma "scansione nel tempo" ha una caratteristica peculiare che definirei di false anacrusi (ndr. movimento iniziale in anticipo di un periodo ritmico). Inoltre, le tipiche anticipazioni date dalle interpretazioni delle sincopi, creano l'illusione dello spostamento degli accenti forti. Alla fine però i conti tornano sempre perché lo spazio-tempo rubato viene immediatamente restituito. In sintesi, una mobilità ritmica inserita in un contesto ritmico ordinato e rigoroso. A mio avviso è una delle caratteristiche principali che non si riscontra in nessun altro tipo di musica.

TIMBRICA. Grande varietà di suoni chiusi e aperti o, se volete, chiari e scuri che spesso vengono intesi come accenti, usatissimi, ma di altra natura. Jazzisticamente si chiamano "pronunce". Sono l'essenza dell'esecuzione jazzistica. La scuola tradizionale non prevede l'insegnamento di tali effetti sui varii strumenti.

MELODIA-ARMONIA. Musicalmente parlando il "blues" nella sua semplicità ed essenzialità è la forma per eccellenza. Caratteristica nelle sue tematiche sono le cosiddette note "blue". Esse sono costituite dall'abbassamento a piacere, in una gamma diatonica del e del e l'innalzamento del . Tutto ciò sia in ascesa che in discesa, dando così un compromesso tonale illusorio fra una scala diatonica maggiore minorizzata, una modulazione al 4° ed un approccio al 5°. Non avvenendo mai questi spostamenti tonali, ecco che scaturisce un senso di indecisione, di speranza, di attesa. 

U
n altro merito del jazz è quello di aver tenuto viva l'abitudine all'improvvisazione. Nei tempi passati questa disciplina fu molto considerata e praticata. Basti ricordare Bach o Chopin per non dire di tutti gli altri grandissimi improvvisatori. La loro forma improvvisativa consisteva nel creare una tematica o farsela proporre; da qui iniziavano gli sviluppi e le variazioni. Anche questo, oggi è in disuso e l'allievo dei conservatorii non viene più addestrato. 

Jazzisticamente si usa improvvisare (direi creare tematiche con intenzioni jazzistiche) sulle armonie dei "blues" come fatto predominante. Nel jazz è rigoroso che ciò che si stabilisce lo debba essere in quel momento. Se si decide, ad esempio, che le armonie del "blues" per quella esecuzione debbano essere più sofisticate, gli esecutori dovranno attenersi a quella convenzione adeguandosi al rispetto armonico dei nuovi accordi. Comunque, qualsiasi brano musicale, di qualsiasi natura, può essere jazzificato. Per fare ciò, occorre intervenire per prima cosa sul taglio ritmico della tematica, poi, modificarne le armonie conseguentemente allo stile che si vuole ottenere. Ecco perchè il termine "arrangiatore" è più appropriato di "orchestratore".
Ancora per esemplificare, moltissime canzoni di ogni epoca costituiscono la base sulle quale il jazzista crea le sue esibizioni. 

Quanto agli stili, va da sé che, ogni forma complessa scaturisca da una forma semplice e naturale. Sono gli uomini che, con il loro desiderio di modificare ogni cosa, cambiano e complicano le cose. Anche il jazz ha subito queste metamorfosi e dal momento che, pare non si possa vivere senza etichette, lo abbiano chiamato di volta in volta "Chicago" "Dixie" o "Cool". 
In verità si tratta di evoluzioni stilistiche scaturite dalla necessità di introdurre acquisizioni dalla musica detta "dotta" per cercare di nobilizzarlo. Non è forse il "dixie" una istintiva e semplice forma contrappuntistica? Così di seguito fino alle raffinate combinazioni armonico-orchestrali prese in prestito dai Francesi e dai Russi dell'inizio del secolo. 
Sarebbe potuto il jazz essere insensibile alle follie d'avanguardia (quelle irragionevoli) che hanno funestato la musica dotta? Certamente no. 

Al jazz il merito di aver sviluppato ed affinato nuove tecniche di possibilità esecutive soprattutto nelle famiglie degli ottoni con
l'acquisizione di notevoli possibilità nei registri acuti. Grazie ad una continua ricerca di nuove forme d'espressione da parte degli
arrangiatori e degli stessi esecutori, il jazz ha avuto una grande funzione innovatrice per tutti gli strumenti, in funzione timbrica e
tecnica, al di fuori dei canoni dello studio tradizionale. Potrei, partendo da questi principi, amplificare gli argomenti a non
finire ma verrei meno alla promessa fattavi di essere breve. 

A Voi, se siete interessati, il compito di ampliare le vostre cognizioni richiedendo, eventualmente, lo sviluppo ulteriore di quanto detto.
Giampiero Boneschi






Articoli correlati:
12/12/2018

Addio a Carlo Loffredo, tra i padri del Jazz in Italia: "Ho suonato con Louis Armstrong, Dizzy Gillespie, Django Reinhardt, Stephan Grappelli, Teddy Wilson, Oscar Peterson, Bobby Hachett, Jack Teagarden, Earl "father" Hines, Albert Nicholas, Chet Baker, i Four Fresmen, i Mills Brother, e basta qui."

22/01/2011

Sincopato Tricolore (Guido Michelone)- Alceste Ayroldi

18/04/2010

Una vita con il sax (Armando Brignolo)- Marco Losavio

17/02/2007

Jazz italiano, l'influenza della Civiltà Musicale Afro-Americana nell'Italia dell'immediato secondo dopoguerra: "Lo swing era presente nel repertorio delle più importanti orchestre di ballabili della penisola da almeno una ventina d'anni, e la canzone italiana lo aveva assimilato più o meno inconsciamente dando vita al genere cosiddetto «swing all'italiana»." (Matteo Pagliardi)

02/04/2006

Bye Bye Luciano Fineschi. Ricordando uno dei maggiori esponenti dello swing italiano scomparso nella notte del Fuoco... (Olga Chieffi)

19/02/2006

Nel 2001 Romano Mussolini, in un bar, ci ha rilasciato un'intervista che però non ha mai voluto che venisse pubblicata, per evitare troppa visibilità ed eventuali strumentalizzazioni. Oggi, pubblicandola, abbiamo ritenuto di rendergli omaggio. (Giovanni Masciolini)

15/02/2006

Franco Chiari, vibrafonista, fondatore del Sestetto Swing Roma. Una vita dedicata alla musica, al jazz...(Fabio Chiari)

02/09/2005

Intervista a Giovanni Masciolini, direttore artistico di Assisi Notti Jazz, festival jazz che si terrà nella splendida cittadina umbra dal 5 al 9 settembre.

25/06/2005

Intervista a Franco Cerri: "...La musica è veramente una medicina di cui tutti abbiamo bisogno. Dopo tanti anni non ne posso fare a meno..." (Alceste Ayroldi)

10/10/2004

Gian Carlo Roncaglia noto giornalista, studioso e appassionato di jazz ci ha lasciato lo scorso 28 giugno. Jazzitalia, grazie alla collaborazione di Piemonte-Magazine e della famiglia Roncaglia, pubblica quindici articoli inerenti la storia del jazz a Torino che ha visto transitare in più di cinquant'anni i nomi più prestigiosi italiani e internazionali. (Gian Carlo Roncaglia)

16/07/2004

Emilia Laura Facetti, in arte Laura Villa, ha cantato con i più famosi musicisti brasiliani di jazz-samba trapiantati in Francia negli anni '60. E' stata la prima interprete in Europa dei più noti temi di Tom Jobim, Menescal e dello stesso Sivuca. (Paco Garro jr.)

07/06/2004

Giampiero Boneschi ricorda il trombonista Mario Pezzotta: "Quando prendevamo parte a qualche concerto, ce lo contendevamo per averlo in auto: le sue storie impensabili ma vere erano incredibili..."

06/01/2004

Gorni Kramer, i suoi solisti e i Tre Negri - 3 (Gorni Kramer)

21/10/2003

Intervista a Renato Sellani: "...la musica per me è rimasta un hobby non una vera professione perchè la musica mi stanca...cerco di farla in un modo piuttosto preciso secondo il mio carattere che è troppo sensibile...". (Ernesto Losavio)

14/02/2003

Al Mocambo di Udine, negli anni 40-50, si suonava il be-bop, la notte, per pochi appassionati. Walter Notari era un violinista formidabile che insieme al grande Cesàri, Masciolini, Laudenzi e Graziani suonava fino all'alba in questo locale del nord-est d'Italia... (Giovanni Masciolini)

22/09/2002

Jazz Italiano: Sergio Coppotelli. "Lo swing, l'armonia, la pronuncia, l'improvvisazione, il cuore e la poesia, che non devono mai essere disgiunti dalla tecnica, sono gli elementi fondanti di questa musica, senza i quali il jazz perde tutto il suo fascino."

29/08/2002

Musica Jazz e Arti Visive. L'artista e la sua anima nella musica, nella pittura, nella scultura. (Giovanni Masciolini)

23/03/2002

The Complete TULLIO MOBIGLIA della Riviera Jazz Record. Un documento del jazz italiano del periodo 1941 - 1946.

04/03/2002

Miro Graziani, l'ultimo dei ragazzotti assisani...

12/01/2002

JAZZ ITALIANO: Polvere di Stelle. Il terzo CD di Aldo Masciolini e i suoi compagni di viaggio.

07/12/2001

Alfio Galigani, saxofonista, clarinettista, flautista, tutta la sua vita per la musica, per il jazz. Una testimonianza bella e preziosa.

10/11/2001

Adriano Mazzoletti, un'istituzione del giornalismo jazz italiano, parla di storia, di molti musicisti, dell'amico Cesàri e...non risparmia i critici.

10/10/2001

Oscar Toson, un pianista del jazz italiano: "...suonavamo nei locali, all'una finivamo e allora magari dopo un'insalata di pollo o di riso...due bicchieri di birra, o anche di vino, ci mettevamo in tre o quattro e suonavamo jazz!"

05/09/2001

Agosto 1962 - Jazzisti liberi. Il racconto di una storica jam session di Masciolini, Laudenzi, Graziani, Battistelli e Angeli.

28/06/2001

: Il mito di Umberto Cesàri. Brani audio e articoli.

22/06/2001

Intervista a Guido PISTOCCHI.

05/06/2001

Intervista a Lino Patruno.

17/04/2001

Intervista a Marcello Rosa.

15/03/2001

Intervista a Carlo Loffredo

07/03/2001

Intervista a Riccardo Laudenzi

27/01/2001

Jazz in Italy in the 40s (Giampiero Boneschi)

19/01/2001

Il jazz italiano da night dal dopo guerra al 1968 (Giovanni Masciolini)

16/12/2000

Jazz italiano: Sergio Battistelli, lettera ad un amico scomparso.

01/12/2000

Jazz Italiano: Aldo Masciolini, una vita per il jazz con sample audio.







Invia un commento

© 2000, 2001 - Jazzitalia.net - Giampiero Boneschi - Tutti i diritti riservati

© 2000 - 2024 Tutto il materiale pubblicato su Jazzitalia è di esclusiva proprietà dell'autore ed è coperto da Copyright internazionale, pertanto non è consentito alcun utilizzo che non sia preventivamente concordato con chi ne detiene i diritti.

Questa pagina è stata visitata 10.384 volte
Data pubblicazione: 09/02/2001

Bookmark and Share



Home |  Articoli |  Comunicati |  Io C'ero |  Recensioni |  Eventi |  Lezioni |  Gallery |  Annunci
Artisti |  Saranno Famosi |  Newsletter |  Forum |  Cerca |  Links | Sondaggio |  Cont@tti