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Henghel Gualdi
Ricordo di Renzo Arbore
testimonianza a cura di Marco Losavio


Henghel Gualdi, Renzo Arbore e Nando Giardina
Cantina - Bologna

Gualdi è stato uno dei motivi per cui ho scelto di suonare il clarinetto, insieme a Franco Tolomei che, purtroppo, anche lui non c'è più. In America avevano i vari Albert Nichols, Benny Goodman, Buddy De Franco ecc…in Italia avevamo Gualdi.



Quando l'ho conosciuto mi ha sorpreso moltissimo la sua modestia, tipica di quelli che sanno suonare veramente. Ho avuto la fortuna di fare un concerto ad Umbria Jazz (nell'81 o '82) che ricordo con grande gioia, eravamo quattro clarinettisti: Lucio Dalla, Pupi Avati, io ed Henghel Gualdi. Al vibrafono c'era Paolo Conte e poi c'era la Doctor Dixie.

S
uccessivamente ho avuto la fortuna di suonare con lui a Bologna in un concerto memorabile con circa 100 musicisti e, siccome un confronto diretto era ovviamente improponibile, ricordo che ci divertimmo moltissimo nel suonare Making Whoopie dove io cantavo e lui ripeteva le frasi al clarinetto.

Era una persona dolcissima, un maestro di questo strumento e solo la sua riluttanza nel viaggiare ha impedito che diventasse famosissimo anche a livello internazionale oltre che in Italia. Quando Henghel suonava, i musicisti italiani in grado di poter competere con gli americani erano pochissimi e lui era sicuramente uno di questi che, secondo me, non temeva il confronto.

Di lui ricordo questa grande passione che aveva per il jazz al punto da spingerlo a suonare ogni venerdì gratis, nella Cantina a Bologna con la Doctor Dixie di Nando Giardina, costituita da dilettanti, bravi, ma comunque dilettanti. Lui lo faceva pur di suonare jazz.

Ha lasciato un grande vuoto ed è comunque insostituibile per tanti motivi nonostante oggi vi siano molti clarinettisti bravi come Bepi D'amato, da Pescara, che suona faticosamente cercando di costruire gruppi in modo da poter proporre la musica jazz, c'è Gianni Sanjust che ha un bel fraseggio, Claudio Porelli, Luca Velotti che suona anche con Paolo Conte e tanti altri. In genere, però, non mi preoccupo del fatto che questi grandi musicisti non vengano sostituiti perché per fortuna oggi abbiamo una generazione di jazzisti bravissimi che sono veramente insuperabili a livello internazionale. Bollani, Rava, Rea e tanti altri suonano un jazz che si può anche considerare originale, suonano con fantasia mentre tra gli americani finisce che poi nessuno eccelle tranne rari casi. Forse non dovrei dirlo...ma quando mi capita di suonare, mi diverto molto di più con gli italiani che con gli americani.

In ultimo, un brano che vorrei dedicargli è Sweet Georgia Brown che è stato anche un suo cavallo di battaglia e poi penso anche ad un brano di sua composizione che scrisse per il film "Aiutami a sognare/Help me to Dream" di Pupi Avati era un brano che nella sua jazzicità aveva un sapore italiano…
Renzo Arbore



..::Le fotografie del concerto ad Umbria Jazz::..




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File Audio e Video

Intervista a Nando Giardina - Doctor Dixie

Ricordo di Renzo Arbore
Ricordo di Pupi Avati
Ricordo di Luigi Barion
Ricordo di Gianni Basso
Ricordo di Franco Cerri
Ricordo di Teo Ciavarella, Lele Barbieri
 
  Felice Del Gaudio, Annibale Modoni
Ricordo di Gianni Giudici

Ricordo di Marcello Rosa
Ricordo di Jimmy Villotti
La Doctor Dixie Jazz band






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Video:
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Data ultima modifica: 11/02/2008

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