  
           Jazz'in Records
           
        
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           Alain Mion 
           In New York
  
           
           1. Montse   
           2. Levallois 
           3. A Dolphin game 
           4. Yellow cab nite blues 
           5. Jean 
           6. Tivoli 
           7. Un gospel pour Dexter   
           8. Stand away 
           9. Godfather   
           10. One more blues 
           11. Coming back 
            
           Alain Mion - piano and vocals Marc Johnson - bass Tom Rainey - drums David Binney - alto sax
  
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Credo si possa affermare che attualmente le più prolifiche nazioni in 
ambito jazzistico siano Italia e Francia. Alain Mion, nato a Casablanca nel
1947 e residente a Parigi, 
è un musicista, un cantante, un compositore, ma soprattutto un ottimo pianista. 
Il disco Alain Mion in New York 
è stato registrato per celebrare una serie di concerti tenuti nel
1992. Lo accompagnano in questa session Marc 
Johnson al contrabbasso, Tom Rainey alla batteria e David Binney 
al sax alto.  
  
Davvero una piacevole scoperta questo non più giovanissimo pianista, in 
grado di dosare abilmente nel suo mood, soul, be-bop e swing, il tutto connotato 
da una vigorosa energia e da un groove tra blues e jazz. Colpisce l'ascoltatore 
l'energia del suo pianismo, allo stesso tempo ne sfiora delicatamente la sensibilità, 
con il suo tocco caldo e convincente, con la sua voce accattivante e a tratti emozionante, 
attraverso melodie e temi decisamente originali non solo dal punto di vista compositivo.
Alain Mion sembra narrare, nelle 11 tracks del disco (da lui stesso scritte 
ed arrangiate), un rassicurante ed armonioso percorso sonoro in un climax espressivo 
di gran gusto, senza rigori estremi, muovendosi abilmente nel terreno jazzistico 
più suggestivo e gradevole possibile. Chi lo accompagna non è certo da meno, 
Marc Johnson – valgano per lui due sole collaborazioni: Bill Evans e
Enrico 
Pieranunzi (l'accostamento tra i due pianisti non è casuale!) - Tom Rainey, 
batterista dal tocco delicato ma con grande senso dello swing, il sax alto di 
David Binney, in grado di conferire omogeneità al trio, con le sue incursioni, 
con le sue digressioni melodiche sempre di buon gusto, duttili e suadenti, contribuendo 
ad imprimere un walking narrativo intriso di sapori moderni a tutti i brani in cui 
è presente. 
Il pezzo d'apertura è 
Montse: notevole il lavoro 
"di batteria" di Rainey con l'utilizzo del sintetizzatore da parte di 
Mion, quale "voce d' appoggio" nel chorus. Nella traccia successiva, 
Levallois, ottimo è il 
dialogo tra il Mion, vocalist in francese, ed il sax alto di Binney. 
Poi A Dolphin Game,
una brillante bossa nova. Di pregevole fattura 
Jean, una delicata 
ballad, inizialmente esplorata con garbato swing, crescendo poi nel finale in un 
tempo veloce e trascinante. E' funky straripante quello di 
Un Gospel pour Dexter; 
preziosi anche in questa track il sax di Binney e la voce di Mion: 
catturano l'attenzione con una sequenza armonica che culmina in un coinvolgente 
finale Gospel. Stand Away, 
ancora uno swing arioso e deciso. In corposa evidenza, Marc Johnson prende 
le redini del gruppo muovendo l'incipit del brano, tessendo scale che ben s'intrecciano 
con il mood pianistico di Mion: un feeling sbalorditivo considerando che 
non avevano mai suonato insieme. 
Ritmica di gran classe, swing, amore per il jazz ed il blues, composizioni 
originali, un interplay attento e sensibile, definiscono un'opera il cui risultato 
finale appare davvero piacevole, tanto da consigliarne senz'altro l'ascolto.  
Con piacere si segnala un'altra godibile e convincente incisione del pianista 
transalpino "Some Soul Food". 
Franco Giustino per Jazzitalia 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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			Data pubblicazione: 03/07/2006
	  
 
 
 
	
  
	
		
		
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