Jazz Engine JE8003 / 2007 Recorded, mixed, mastered on spring 2006 at System two, Brooklyn NY
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Miles Okazaki
Mirror
1. Theme I
2. Spiral
3. Mirror I
4. Howl
5. Invention
6. Theme II
7. Metamorphosis
8. Halfway
9. Momentum
10. Canon
11. Theme III
12. Improvisation
13. Volcano
14. Mirror III
15. Chorale
Miles Okazaki - guitar, kanjira,
computer
David Binney - alto sax on # 4, 5, 6, 8, 10, 13, 14, 15
Miguel Zenon - alto sax on # 3, 7, 9
Chris Potter - tenor sax on # 12
Christof Knoche - bass clarinet, soprano sax, alto sax on
# 5, 9, 10, 15
Jon Flaugher - electric bass, doublebass
Dan Weiss - drums, tabla, frame drum, drum samples
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Miles Okazaki, trentatreenne statunitense con
esperienze nelle arti visive, allievo di Rodney Jones, ha suonato nei gruppi di
Stanley Turrentine,
Regina Carter,
con la cantante
Jane Monheit e col percussionista Dan Weiss. Ha prodotto questo
cd con i proventi di un ambito premio, il Thelonious Monk International Jazz
Competition, dove nel 2005 si è aggiudicato
la seconda posizione.
Un nuovo talento da tenere d'occhio, alla luce di questa sua ambiziosa
e promettente opera prima, in cui si alterna sapientemente fra chitarre acustiche
ed elettriche, mostrando una buona tecnica che non sovrasta mai il lavoro degli
altri musicisti, e si adatta bene al disegno compositivo e agli arrangiamenti. Le
composizioni, tutte originali, sono di buon livello, fresche e comunicative, con
una certa complessità che richiede più di un ascolto per rivelare le ricche sfumature
ritmiche e timbriche. Alle sue sei corde Okazaki ha affiancato dei fiati
di grande livello, persino Chris Potter, che impreziosisce da par suo il
brano intitolato Improvisation. Interessante
è il divenire del ritmo in Metamorphosis, che
evidenzia il fondamentale supporto del batterista Dan Weiss, presente con
un ruolo fondamentale in tutti i brani.
La musica, tutta in ambito tonale, ha scarsi riferimenti palesi alla tradizione
afroamericana, mentre vi confluiscono interessi eclettici, da ritmi brasiliani a
strutture ritmiche classiche indiane, tutti decontestualizzati dalle proprie matrici
etniche originali e posti al servizio di un disegno compositivo che si avvale della
forma canzone per essere più comunicativo ma che non perde di vista lo specifico
jazzistico.
Il cd è stato distribuito anche in allegato al periodico «Jazzit».
Enzo Fugaldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 23/02/2008
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