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           Zlatko Kaucic Kombo & Orkester Rara Roza 
           Sound Fields For T.s.
  
             
           RTS (2012)
  
           
           1. Zvocni Pasnik n.1 (Sound Pasture n.1) 
           2. Zvocni Pasnik n.2 
           3. Zvocni Pasnik n.3 
           4. Zvocni Pasnik n.4 
           5. Zvocni Pasnik n.5 
           6. Zvocni Pansnik n.6 
           7. Zvocni Pasnik n.7 
           8. Zarja (Dawn) 
           9. Rara Roza (Rare Flower) 
           
            
           Marko Lasic - batteria/percussioni 
Vid Dreasler - batteria/percussioni 
Gal Furlan - djembè/percussioni 
Vitja Barzalorsky - chitarra elettrica 
Jan Jarni - chitarra elettrica 
Peter Savli - chitarra elettrica 
Andrej Franceskin - tastiere 
Jost Drasler - contrabbasso 
Herb Robertson - tromba 
Bruno Cesselli - piano 
 
Archi diretti ed arrangiati dalla Orkester Rara Roza 
 
Questo nuovo lavoro del percussionista sloveno Zlatko Kaucic è un sentito 
tributo allo scrittore e giornalista Tomaz Simon che viene manifestato in una continua 
esplorazione di suoni eclettici e ricchi di continue sorprese.
Fiati, archi, chitarre, piano e percussioni partecipano a questa armoniosa unione 
di suoni e atmosfere all'insegna di una musica imprevedibile e in grado di scuotere 
e sconvolgere l'ascoltatore. Ospiti di eccezione il nostro Bruno Cesselli 
e il trombettista Herb Robertson. 
 
L'Orkester Rara Roza conferisce momenti di magia in "Zvocni Pasnik n.4" facendo 
viaggiare l'ascoltatore in mete sconosciute, mentre "Zvocni Pasnik n.5" sfoggia 
una teatralità notevole grazie al connubio tra i fiati e i violini e a sorperndenti 
accelerazioni ritmiche.
Stupisce anche "Zarjia" morbida all'inizio ma che prende successivamente un incedere 
vagamente rock, mentre la lunga suite finale "Rara Roza" spicca per le alternanze 
tra chitarra elettrica ed archi oltre che per le sperimentazioni tra rock, classica 
e jazz.  
 
In Zvocna Polja Za T.S. Zlatko Kaucic e il suo ensemble riescono a 
rendere un più che degno omaggio all'arte di Tomaz Simon il tutto in una fluente 
successione di note in una specie di "dialogo" tra vari strumenti.
Tutti i musicisti suonano senza una struttura predefinita, creando lì per lì nuove 
strutture oltre che sperimentare le formule più disparate. 
 
E', sicuramente, un disco di non facile assimilazione, in quanto la varietà di stili 
proposti potrebbe disorientare chi non è avvezzo ad un certo tipo di jazz, ma la 
sostanza e la passione dei musicisti ci sono e tutto questo rende Zvocna Polja 
Za T.S. un'opera compiuta che raccoglie differenti sonorità senza risultare 
per questo discontinuo. 
 
Francesco Favano per Jazzitalia 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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			Data pubblicazione: 14/10/2013
	  
 
 
 
	
  
	
		
		
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