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Gina Schwarz Unit
Woodclock
cracked anegg (2016)
1. Dr. Jekill & Mrs. Hyde
2. Loophouse
3. Woodclock
4. Morpheus
5. From Shenandoah
6. Rats & Bats
7. Ping pong
8. Broadcasters at Work
Fabian Rucker - sassofoni, clarinetto basso Benjamin Schatz - pianoforte, tastiere Heimo Trixner - chitarra Gina Schwartz - contrabbasso Jim Black - batteria Marco Blascetta - voce (Woodclock)
Duro e tosto come una roccia l'ultimo lavoro discografico della
contrabbassista austriaca. Gina Schwarz cambia combo – rispetto al suo precedente
lavoro discografico – e apparenta alla sua Unit un batterista con i controfiocchi:
Jim Black, che in tutto il disco si sente: sferza piatti e tamburi imprimendo ritmo
e soluzioni armoniche passate al tornio. Tra jazz-rock e avanguardia moderata, l'imprimatur
espresso nelle composizioni della leader si ascoltano tutte già nella composita
"Dr. Jekill & Mrs. Hyde", con la chitarra di Trixner che fa il contropelo
al periodare burrascoso di Black e alle trame ombrose tese dal clarinetto basso
di Schatz. Gli episodi "vecchio stile Schwartz" ci sono: un suono più vellutato,
con il volume in crescendo sull'armonia; stile e marchio sollecitato da una progressione
ritmica sempre tesa e frastagliata, che si aggomitola in una libertà di forme e
di suoni ("Woodclock"). "Morpheus" rintuzza e, mercé la chitarra
di Trixner, riprende il cammino fusion con bandiera europea e il sassofono di Rucker
pronto a ruggire e incanalare la sua prosodia su di un pedale spesso quanto un masso.
Una ballad tra l'ironico e il minimalismo contemporaneo, occhieggia nel bel mezzo
della track-list: "From Shenandoah", a confermare la poliedria della Schwartz,
capace di interagire con qualsiasi declinazione del verbo jazzistico; tema che ricorre
anche in "Rats & Bats", dove duettano – a meraviglia – la Schwartz e Black.
Maggiore attenzione al profilo melodico è data a "Ping pong" con il piano
che guadagna la scena, mettendo in campo la tradizione classica.
La Schwartz prosegue, con attenzione e alta professionalità,
nella sua ricerca musicale, consegnando un lavoro che si attesta tra i più interessanti
dell'anno.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 26/06/2017
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