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Luz
Polemonta
AUAND (2014)
1. Frate Mitra (Ancillotto)
2. Zdenek (Ancillotto)
3. Frate Mitra #1 (Ancillotto)
4. The Youngest Man Alive (Legari)
5. Zdenek #1 (Ancillotto, Legari)
6. Nogales (Legari)
7. Youngest #1 (legari, Ancillotto)
8. Tomatoes (Legari)
9. Riddim (Legari)
10. Polemonta (Legari)
11. Frate Mitra #2 (Ancillotto)
12. True Stories (Legari)
13. La notte ha mille occhi (Brainin, Bernier; arrangement by Giacomo Ancillotto, based on the original tune "The night has a tousand eyes")
14. Polemonta #1(Legari, Ancillotto)
15. Dorme (Ancillotto)
Giacomo Ancillotto - guitar
Tomeka Reid - cello
Igor Legari - double bass
Federico Leo - drums
Cover photo by Leonardo Ancillotto
design by segni&disegni
Auand Records di Marco Valente
via XXIV maggio, 40
70052 Bisceglie (Ba) Italy
tel&fax +39.080.3929215
mobile +39.347.6107026
e-mail:
feedback@auand.com
Ho sentito una volta che i moderni audiofili credevano che nel
corpo ci fosse un residuo minuscolo, inamovibile, posto all'estremità interna dell'orecchio.
Si chiama "riconoscenza" e non si liquefa, nel marasma musicale contemporaneo, ma
riecheggia al grido di battaglia dei Luz: Polemonta.
Il trio italiano, prodotto dall'etichetta pugliese Auand records, non esita a imporre
la propria voce nei settanta minuti che caratterizzano questo esordio discografico,
impreziosito dalla collaborazione con la violoncellista americana (associata all'AACM
di Chicago) Tomeka Reid: a patto che di esordio sia possibile parlare; altrettanto
notabile è l'indiscussa presenza di Giacomo Ancillotto alla chitarra, Igor
Legari al contrabbasso e Federico Leo alla batteria.
E' questo un progetto ambizioso, di spessore non esclusivamente musicale: valenti
le analogie socio-letterarie che pregnano il concept, tali da condurre l'ascoltatore
nel luogo d'una musica tangibile, affondante le radici nella tradizione afroamericana
senza tralasciare l'influenza d'atmosfera europea, in particolare mediterranea;
tale eclettismo stilistico si rintraccia nel sound di base del trio capace di gestire
la vena lirica, dal gusto raffinato, di Ancillotto attraverso l'incalzante dialettica
dinamica di Legari e Leo.
A tal proposito colpiscono: "Frate Mitra" in cui il triplice, estensivo prologo
del pezzo ("Frate Mitra #1" – "Frate Mitra #2") sottolinea il legame con la portanza
d'un violoncello d'eccezione che confonde, a tratti, le sfumature tematiche della
chitarra per condurre l'ascoltatore a un apparente primo movimento melodico in cui
emerge l'approdo timbrico del carismatico Legari, "Zdenek" e "Polemonta" in cui
lo stesso, questa volta duplice, "pro-epilogo" ("Zdenek #1" – "Polemonta #1") affranca
il ruolo di Leo in favore d'una periodicità melodica ben più che cantabile e "La
notte ha mille occhi", il reminiscente tributo poetico che gode dell'oculato arrangiamento
di Ancillotto.
Un disco hardcore, illuminato: durevole.
Antonella Chionna per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 03/01/2016
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