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Salvatore Maltana Trio
My Folks
Barnum (2020)
1. Portrait
2. Greta's Thoughts
3. Tema di Tisli
4. E avremo gli occhi belli
5. Tarantella per Ralph
6. Second Song
7. Petrarca 14
8. Chorinho amalfitano
9. La cingueta
10. Senior'A
Max De Aloe - armonica cromatica Marcello Peghin - chitarra Salvatore Maltana - contrabbasso
E' un periodo strano. Alle "sciocchezze" musicali da déjà écouté,
si contrappongono ventate avanguardistiche – peraltro, in molti casi, poco convincenti
-. Poi, c'è chi recupera la creatività tenuta in cantina, dove è stata tornita,
cesellata e ne tira fuori un disco di quelli che non ti aspetti: fresco, melodico,
romantico (?), fantasticamente risoluto senza strumenti percussivi.
Salvatore
Maltana mette insieme un trio bello, affiatato lasciando a
Max De Aloe
il compito di condurre i temi, tenendo libere le corde di Marcello Peghin,
che va a costruire armonie con arpeggi lepidi. Maltana costruisce e tesse ritmo
con le sue corde, apre soluzioni e disegna composizioni agogiche.
E la sua abilità e verve compositiva fa capolino da subito, nella limpidezza narrativa
di "Portrait"; prosegue in "Greta's Thoughts", cantabile, che va spasso
per il Mediterraneo raccogliendone profumi e idiomi. Il contrabbassista di Alghero
si ritaglia uno spazio nell'assolo di "Tema di Tisli", lì dove, tra le pieghe,
emerge una eccellente conoscenza degli stilemi della classica, anche contemporanea,
che si fonde con sonorità ancestrali di paesi lontani. Il fraseggio di Peghin è
sicuro, di quelli che lasciano intendere che la chitarra non ha più segreti per
lui, ma non è mai virtuosistico: rara dote, di questi tempi. La tranquillità che
ispira "Second Song" – senza mai scivolare nel banale – si specchia nelle
larghe note che si dispiegano, come corolle al sole, in "Petrarca 14", che
gioisce sulle patafisiche corde di Peghin, in perfetto equilibrio tra innovazioni
armoniche e soluzioni ritmiche d'accompagnamento. L'intensità degli attacchi, la
perfetta dizione delle note di
Max De Aloe
è il giusto corollario al mood che questo disco lascia correre. L'armonicista lombardo
si ritaglia uno spazio personale anche come compositore, con la carezza che arriva
da "E avremo gli occhi belli".
Da segnalare anche due "cover": la commistione di sonorità, mai state lontane, di
"Chorinho amalfitano" (firmata da Dario Deidda) e "La cingueta" del
cantautore sardo Pino Piras.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 17/07/2020
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