Il Mare di Mezzo riconduce, inevitabilmente,
alle Terre di Mezzo, lì dove nascono involontariamente piante, fiori e frutti disseminati
dal vento. Dove nasce una musica di confine, fatta di suoni e onomatopee mutuati
dal mondo, senza chiedere il permesso a nessuno. Queste caratteristiche corredano
il Mar Mediterraneo, le cui acque hanno vissuto storie leggendarie, ora meravigliose,
ora orribili. Un crocevia di culture e tradizioni di cui il mondo è grato. Ed anche
la musica. Oggi (come ieri), il grande specchio d'acqua che ci circonda è teatro
di molteplici eventi che Castelli, Bergamaschi e Guiducci hanno ben narrato in questo
concept album passato al caleidoscopio musicale. Un lavoro ben costruito che colpisce
per gli arrangiamenti, d'ottima fattura, e per orchestrazione. Due voci: quella
decisa ed attorea di
Anna Maria
Castelli, interprete di indiscusso valore, e quella cantautoriale di
Paolo Bergamaschi, anche autore assoluto dei testi che danno ulteriore valore
aggiunto al disco. La terna è completata da
Simone Guiducci,
jazzista di vaglia che qui si cimenta con una serie di cordofoni d'ampio respiro
storico: dalla chitarra al bouzouki, passando per basso e mandolino. A completare
il corpus sonoro ed impreziosirlo di diversi tratti geo-musicali, vi sono
Titti Castrini alla fisarmonica, valente sperimentatore dell'universo jazz,
Cesare Valbusa, poliedrico batterista di consolidata esperienza che spazia
dal gipsy jazz all' R&B, Stefano Zeni, violinista altrettanto impegnato su
più sponde musicali e le coloristiche percussioni ben calibrate del siculo Maurizio
Giannone.
Musica e parole si completano creando un mèlange di armonizzazioni
che lasciano respirare Luis Bacalov, come accade in Simone (Mare Adriatico)
che accarezza anche le cadenze e gli accenti di "Faber" De Andre', mentre le
percussioni di Giannone lambiscono le coste africane. I compositori Guiducci e Bergamaschi
(quest'ultimo versatile tanto da occuparsi di affari esteri nel Parlamento Europeo,
svolgere l'attività di medico veterinario e suggere da entrambe le professioni per
comporre testi e musiche dall'alchimia globalizzata) fondono quanto di più caro
hanno. Prova ne è Una Nuova Mitologia (Oltre Itaca) dove la melodia
classica italiana incontra i ritmi e i tempi delle ballads jazz - complici le spazzole
di Valbusa - bagnandosi in un pedale afro - asiatico.
Fraseggio ritmico, décalage, suoni zigzaganti; il vento del migliore cantautorato
argentino con i brillanti slanci degli assolo di Titti Castrini (Mediterraneo),
l'impeccabile – e naturale, senza forzature – lirismo di
Anna Maria
Castelli che restituisce perfettamente i contenuti impegnati, assorti ma
divulgativi di realtà a volte crudeli, dei testi, fanno di Mare di Mezzo – Mediterraneo
un lavoro di pregevole fattura, che profuma di Musica del Mondo.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 02/03/2010
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