Jazzitalia: la musica jazz a portata di mouse...
versione italiana english version
 
NEWS
Bookmark and Share Jazzitalia Facebook Page Jazzitalia Twitter Page Feed RSS by Jazzitalia - Comunicati Feed RSS by Jazzitalia - Agenda delle novit�

Intervista a Riccardo Arrighini
Massarosa (LU), 28 agosto 2004
di Michela Lombardi


Riccardo Arrighini con Michela Lombardi

All'indomani dell'uscita del primo disco Luiza (Philology, 2005), insieme a Massimo Moriconi e Massimo Manzi con ospiti Barbara Casini e Fabrizio Bosso, della serie Todo Jobim di ben quattro cd dedicati a Jobim, e di un'importante sessione in studio (avvenuta verso la fine di aprile 2005) con il grande Lee Konitz, pubblichiamo l'intervista a Riccardo Arrighini che risale alla scorsa estate.

È un caldo giorno di fine estate quando arrivo a casa di Riccardo Arrighini e sua moglie Stefania, tra Lucca e la Versilia, e nella fresca penombra del tardo pomeriggio ci sediamo a tavola davanti a una tisana e ripercorriamo gli incontri, le influenze stilistiche e i progetti di uno dei migliori pianisti che la Toscana abbia dato al jazz di oggi.

M.L.: Il 2004 è stato per te un anno di importanti incisioni e grandi concerti. È uscito il Concerto for Michel Petrucciani (Philology, 2004) con Francesco Cafiso, Ballads for Trane con Joe Lee Wilson (Philology, 2004) e Duets con Gianni Basso (Philology, 2005) ed tra pochi giorni registrerai, ai primi di settembre, un mastodontico tributo ad Antonio Carlos Jobim che ti vede coinvolto con due ritmiche diverse, con Massimo Moriconi e Massimo Manzi e col tuo trio insieme a Stefano Rapicavoli e Amedeo Ronga, con ospiti Barbara Casini, Fabrizio Bosso e Francesco Cafiso. Tutto prodotto da Paolo Piangiarelli.
R.A.: La figura di Piangiarelli è sicuramente determinante. Il mio rapporto con lui è iniziato nel 2001 quando gli portai il master del disco, ancora senza titolo (sarebbe poi divenuto These Unfoolish Things, Philology, 2004), che avevo registrato con Ares Tavolazzi e Francesco Petreni. Paolo lo ascoltò, ma sul momento non ne fu pienamente convinto. Dopo un po' di tempo suo fratello Sandro, col quale andava sempre ai concerti, iniziò a metterlo sempre nel lettore cd in auto… ed è stato così che Paolo ha ripreso in considerazione l'idea di farlo uscire con la sua etichetta. Io volevo chiamarlo "These Foolish Things" ma lui non trovava che quelle cose fossero molto "foolish", e dunque cambiò il titolo. Poi mi invitò a suonare a Macerata, e ricordo che quella sera ero talmente emozionato che quasi spaccai il pianoforte! Da lì cominciò a parlarmi di progetti futuri, osservando però che il mio stile era ancora troppo "implosivo", stoppato, avevo così tanta paura di sbagliare che non riuscivo, per tale motivo, ad esprimermi appieno. Con quel concerto avevo dimostrato che sapevo invece essere più… "esplosivo". Così Paolo iniziò a telefonarmi spesso cercando di farmi capire che avrei dovuto «imparare a sbagliare», a non avere tutto questo timore di superare quelli che sapevo essere i confini di ciò che mi rassicurava. È da un paio d'anni, quindi, che io lavoro sullo «sbaglio». Il musicista di jazz, proprio perché studia un linguaggio e un fraseggio ben precisi, rischia di fare semplicemente un collage che, per quanto brillante e ricco di citazioni ben scelte, trasmette poco sul piano istintuale. Fino al 2001 ho portato avanti un'intensa attività didattica, e mi rimaneva poco tempo per lo studio. Ad un certo punto ho deciso di darci un taglio, per poter studiare di più e crescere come musicista. Come ha detto Wynton Marsalis a Francesco Cafiso, studiare sempre è indispensabile perché lo studio ti fa rischiare di più.

M.L.: Già, Francesco Cafiso
R.A.: L'incontro con Cafiso è avvenuto perché Maurizio Costanzo lesse di Francesco su una rivista, per caso, e lo invitò alla trasmissione di Maria De Filippi. Il padre di Francesco chiamò Piangiarelli perché gli organizzasse una ritmica, e Paolo scelse me e il mio trio, con Stefano Rapicavoli alla batteria e Amedeo Ronga al contrabbasso. Il successo che ne seguì fu strepitoso e Francesco venne invitato ripetute volte, circa otto, di cui una anche in seconda serata al Maurizio Costanzo Show. Si sono così creati un bellissimo spirito di squadra, una discreta armonia. In seguito Francesco è passato al management di Mario Guidi e ha suonato per l'Europa cambiando spesso sezione ritmica, il che non lo metteva molto a proprio agio. Così ha chiesto di poter suonare con una ritmica stabile, e ha scelto la mia. Quest'estate avrebbe dovuto suonare a Umbria Jazz con il grande James Williams, che purtroppo è venuto a mancare. Già a giugno le sue condizioni di salute non erano buone, così lo sostituii nella manifestazione umbra.

M.L.: E con il tuo trio a quali progetti stai lavorando?
R.A.: Abbiamo molte richieste per il concerto dedicato a Petrucciani. E poi il mio trio è coinvolto anche nel tributo a Jobim, un progetto nato da un'idea di Piangiarelli al quale lavoriamo da un po' di tempo. Lo registrerò tra pochi giorni e nel 2005 usciranno i quattro cd.

M.L.: In tutto questo vortice di uscite discografiche e concerti acclamati stai meditando anche progetti futuri?
R.A.: Devo confessarti che ce ne sono ben due. Uno riguarda le musiche di Giacomo Puccini, di cui sono conterraneo, e l'altro le composizioni di Ennio Morricone. Adoro la melodia, e dunque il loro modo di scrivere. Ho avuto molti «amori» jazzistici, dal blues a Coltrane a Parker, dal free alle grandi orchestre dixieland e swing, ma non nascondo che i miei principali riferimenti sono stati quei pianisti con un senso della melodia particolarmente spiccato, primo fra tutti Bill Evans, e in seguito Jarrett, Petrucciani, Bley, Taylor. Andando indietro, invece, Oscar Peterson, Wynton Kelly, Red Garland, Fats Waller e ovviamente Duke Ellington. Non si può fare tutto, e la mia scelta è conseguenza della mia passione principale. Che del resto mi accomuna a Paolo (Piangiarelli) e Francesco (Cafiso).

M.L.: Parlami più a fondo di Francesco e del vostro rapporto umano, oltre che musicale. E dell'attenzione che il mondo gli rivolge: un'attenzione che può esporlo a molti rischi.
R.A.: Parlare di Cafiso è un po' come parlare…. di religione! Ti rispondo con una frase di Danilo Rea, che incontrai al tempo in cui uscì These Unfoolish Things. Volevo farglielo ascoltare, ma lui non volle il disco. "perché?", gli chiesi. "Perché so già cosa vuoi da me, ma io non posso dartelo. Tu vuoi che io ti dica se mi piace o meno, se sei bravo o meno. Ma preferisco non farlo, è fuorviante. A me può piacere e a un altro no…". Beh, lo stesso posso dirti a proposito di Cafiso. Per alcuni è un genio, per altri non lo è. Per alcuni è un talento prodigioso che si fermerà, per altri è destinato invece a scrivere pagine importantissime. Premesso questo, posso dirti cosa ne penso io. Mi emoziona tantissimo, mi comunica molto sia a livello tecnico che espressivo, sia dal punto di vista armonico che melodico. È un musicista che suona «da grande», in tutti i sensi. Quando l'ho conosciuto era almeno venti centimetri più basso e con 10-15 chili in più, era un bambino timido e introverso. Ora, nel giro di un anno, è molto più estroverso, si è fatto più «ragazzino» e di sicuro le esperienze che ha avuto occasione di fare lo hanno già trasformato in un grande leader. Non sono l'unico a dire che suonando con lui ci si sente "appoggiati" come ad un pilastro. Qualcuno lo critica proprio perché ne è inquietato. Forse è anche umano provare una punta d'invidia verso tanta naturalezza che scaturisce da una grande tecnica maturata in così pochi anni (ma intensi e qualitativamente particolari). Ci sono due cose di lui che hanno dell'incredibile. La prima è che lui suona sempre per la musica. Nonostante a volte sfoderi così tante note, c'è sempre un disegno, un filo logico. La seconda è che è sempre molto concentrato. Intendiamoci, l'ho visto anche molto stanco, a volte, e l'ho sentito dire "stasera non mi sento per niente lucido"… Ma ci tengo a raccontarti di una sera che stavamo suonando a S. Severino Marche, a luglio, in una piazza con circa duemila persone in religioso silenzio. Durante una ballad, arrivato il momento del mio solo, lui mi si avvicina e mi fa: "Rì, suona col cuore…". Non ti nascondo che lì per lì ho accusato il colpo, è stato un po' destabilizzante. Poi, alla fine del concerto, gli ho chiesto perché mi avesse detto quelle cose. E soltanto allora, in un secondo momento, a concerto chiuso e perché glielo avevo domandato, ha risposto "…stavi suonando troppo tecnico…". Questo è Francesco!

M.L.: Torniamo al pianoforte, e in particolare al pianoforte come accompagnamento di una voce o un fiato o un ottone…
R.A.: Quando accompagno un solista, cantante o sax o tromba che sia, lo seguo sempre con estrema attenzione. Una delle cose che mi ha insegnato Franco Nesti quando ero molto giovane è proprio quella di metterci la stessa energia che impiego quando sono io il solista. Le variabili da considerare (il tipo di solista, il suo stile, la sua formazione) sono diverse, e a seconda di ogni situazione il mio modo di suonare non può essere lo stesso, dovrà variare di conseguenza. La costante fondamentale, invece, resta la chiarezza armonica. Una cosa che mi insegna un bravissimo accompagnatore come Renato Sellani è che la chiarezza armonica è la cosa più importante, dà sicurezza al solista, che non a caso fa spesso affidamento sul basso proprio perché gli garantisce questa semplicità di riferimento. Parlando di voci, poi, distinguo tra quei cantanti che improvvisano facendo scat e quelli che non lo fanno, ma non è una distinzione di valore, anzi, un cantante può essere bravissimo anche se non improvvisa, pensiamo a Frank Sinatra! Sarah Vaughan disse a Dizzy Gillespie che lo invidiava per come riusciva a fare i soli, e quest'ultimo le rispose "e io ti invidio per come esponi i temi". Il modo in cui un cantante riesce ad esporre i temi è inarrivabile (tranne rarissime eccezioni) per uno strumentista. Di recente, accompagnando una cantante che si chiama Michela Lombardi… la conosci? [sorride]

M.L.: …col passare del tempo cerco di conoscerla sempre meglio, almeno spero! Vai avanti…
R.A.: Beh, dicevo, accompagnandola le ho sentito presentare ogni canzone spiegando di cosa parla il testo, e… credo che approfondirò sempre di più quest'aspetto degli standards, legato cioè al contenuto delle lyrics. Per suonare con maggiore consapevolezza dello spettro di sfumature affettive, emotive, che la canzone ricopre. Nel prossimo disco, di sicuro! Con le quaranta canzoni di Jobim non c'è stato modo di andare a fondo riguardo ai testi, ma ho comunque vissuto personalmente l'esperienza poetica del Brasile vivendo lì per un mese, due anni fa. Il modo di vivere dei brasiliani, così diretto, semplice, senza schemi e sovrastrutture mentali invasive mi ha commosso molto, e ogni volta che suono le canzoni di Jobim rivivo quelle impressioni. Insomma, magari non conoscerò ancora a fondo i suoi testi ma, come mi disse Stefano Battaglia, non bisogna mai suonare uno standard perché l'hai letto, bensì bisogna suonarlo quando ti ha emozionato.

M.L.: Qualcosa di simile a ciò che mi ha detto di recente Jay Clayton, invitandomi ad inserire in scaletta uno standard non perché "mi piace" ma solo se lo amo… Tornando alle voci, quali preferisci?
R.A.: Se c'è una cantante che ascolterei per tutto il giorno, è Ella Fitzgerald. Mi piaceva molto anche Betty Carter. E anche Diana Krall, come figura artistica: ha swing e suona molto bene. Mi piace più come pianista che come cantante. Tra gli uomini Bobby McFerrin, Mark Murphy, Joe Lee Wilson, Frank Sinatra e Billy Eckstine. E ovviamente Louis Armstrong. Talvolta sono venute da me a lezione alcune cantanti. Davo loro qualche nozione d'armonia e poi le indirizzavo verso cantanti che potessero seguirle, ma sempre consigliavo di ascoltare Louis Armstrong per almeno un anno! Sia quando cantava che quando suonava. Perché la vera improvvisazione nasce dal suo approccio al tema.

M.L.: Torniamo a te e al tuo stile pianistico. Su cosa stai lavorando ultimamente?
R.A.: Sto approfondendo molto lo stile tradizionale, sto tornando al blues e alle improvvisazioni ricche di block chords e di blue notes, di stride piano. Secondo me è importante tornare indietro su cose che pensavi di aver già studiato a sufficienza, o alle quali avresti giurato di non avvicinarti mai. In questo momento mi interessano molto le orchestre (ho sentito la Count Basie Orchestra a Umbria Jazz e mi è piaciuta da morire!!). Come diceva Gandhi: vivi come se fosse l'ultimo giorno della tua vita, ma cerca di imparare come se fosse il primo.

M.L.: I tuoi cinque dischi-cult.
R.A.: Kind Of Blue di Miles Davis, Portrait of Jazz di Bill Evans, Blue Trane di John Coltrane, il cofanetto della Savoy di Charlie Parker e il doppio di Stan Getz e Kenny Barron, che è uno dei pianisti che amo di più. Lui e Dado Moroni sanno suonare tutta la storia del jazz!

M.L.: Qualche altro titolo?
R.A.: Mi piace molto il disco dal vivo a Montreaux '77 di Oscar Peterson con Ray Brown e Oersted-Pedersen, dal titolo You Look Good To Me, e poi tutto Louis e Ella.

M.L.: E Keith Jarrett, che hai citato prima?
R.A.: è grandissimo, a me piace. Ma la dimensione jarrettiana è pericolosa per un jazzista alle prime armi: rischi di entrarci totalmente e non uscirne più. Se è possibile studiare Bill Evans e riproporlo in modo personale, vedo difficile fare la stessa cosa con Jarrett. Io studio ogni giorno dalle tre alle cinque ore, ho la fortuna di avere l'orecchio assoluto, amo molto Pat Metheny e lo presi in parola quando ad un suo seminario, anni fa, disse che la cosa più importante erano le trascrizioni. Ne avrò fatte un centinaio! Pianisti, ma anche qualche sassofonista, per lo più Coltrane. Ecco: di Jarrett trascrissi qualche solo sugli standards, ma non lo trovai «interessante» per i miei fini di studio. Meglio, all'inizio, attingere ad un materiale più codificato, Powell o Garland magari.

M.L.: Lo studio e i buoni maestri sembrano il leit-motiv di questa lunga e interessante chiacchierata… Lo dimostra anche il fatto che spesso hai citato frasi di persone alle quali hai guardato come a dei maestri. Finiamo con un'ennesima citazione?
R.A.: Quand'ero piccolo, a Viareggio, il pianista più rinomato era Luciano Maraviglia, autore anche di musiche per Luciano Tajoli. Non era un jazzista, ma conosceva i jazzisti e il jazz. Io gli chiedevo se gli piacevano questo o quel musicista, cercando di capire dal suo giudizio se erano davvero bravi. E lui mi rispondeva con una domanda: "è un professionista? Si guadagna la pastasciutta con la musica? Se sì, allora basta." Gianni Basso una volta mi ha detto: se qualcuno è lì dove si trova, un motivo c'è sempre. Dopodiché l'importante è divertirsi, quando si suona. Il resto… come si dice in Toscana… son solo discorsi!








Articoli correlati:
04/09/2021

Arcosoli X Edizione: "...quattro serate al centro della stagione estiva nella suggestiva collocazione sotto il Tempio di Giunone." (Vincenzo Fugaldi)

10/10/2020

Torino Jazz Festival - Ottava Edizione: "...abbiamo costruito un cartellone indirizzato principalmente al jazz mainstream con qualche puntata borderline verso musiche "altre", o comunque fortemente ibridate." (Aldo Gianolio)

29/07/2017

Vittoria Jazz Festival - X Edizione: "Per il decennale del festival della cittadina iblea, un programma ampio, rappresentativo di diverse realtà del jazz odierno: un ideale viaggio fra Francia, Stati Uniti e Italia, con gruppi ben rappresentativi di alcuni aspetti del jazz." (Vincenzo Fugaldi)

07/08/2016

Vittoria Jazz Festival: "Il festival diretto da Francesco Cafiso, giunto alla nona edizione, ha cambiato formula: nove giorni consecutivi presso la consueta cornice di Piazza Enriquez ma anche presso altri suggestivi spazi della cittadina in provincia di Ragusa." (Vincenzo Fugaldi)

04/06/2016

Torino Jazz Festival 2016: "...un'ampia panoramica della condizione attuale del jazz, con una enorme quantità di concerti ed eventi che si sono svolti in un gran numero di spazi del capoluogo piemontese." (Vincenzo Fugaldi)

09/08/2015

Vittoria Jazz Festival "Music & Cerasuolo Wine" 2015: "Edizione numero otto per il festival in provincia di Ragusa con grandi nomi internazionali e talenti italiani per un programma denso e calibrato..." (Vincenzo Fugaldi)

13/07/2014

Vittoria Jazz Festival 2014: "Settima edizione per il festival diretto da Francesco Cafiso che, con valide proposte artisiche unite a innumerevoli iniziative collaterali, riempie la splendida piazza Enriques in ogni serata..." (Vincenzo Fugaldi)

21/07/2013

Vittoria Jazz Festival Music & Cerasuolo Wine: Il festival diretto da Francesco Cafiso continua con determinazione a mantenere alta la fiamma del jazz di qualità in Sicilia, alternando star internazionali, nuove proposte europee e validissimi talenti isolani. (Vincenzo Fugaldi)

24/06/2012

Buona musica e prodotti d'eccellenza del territorio: una formula premiata dall'afflusso del pubblico che ha riempito ogni sera la bella piazza Enriquez. (Vincenzo Fugaldi)

26/05/2012

IIIa Edizione di "Suoni Ritmi, Parole dal Mondo" e concerto di Riccardo Arrighini con la Filarmonica Sestrese (Gianni Montano e Andrea Gaggero)

03/12/2011

Dear George (Flora Faja) - Alceste Ayroldi

20/11/2011

Moody'n (Francesco Cafiso)- Alessandro Carabelli

16/07/2011

Vittoria Jazz Festival - Music & Cerasuolo Wine: "Alla quarta edizione, il festival di Vittoria si conferma come uno dei più importanti eventi musicali organizzati sul territorio siciliano. La formula prescelta dal direttore artistico è quella di dilatare nel tempo gli incontri musicali, concentrandoli in quattro fine settimana della tarda primavera, valorizzando uno dei quartieri più suggestivi della città, la restaurata Piazza Enriquez, e coinvolgendo, grazie a concerti e jam session notturne, una quantità di pubblico davvero rilevante, composto in parte da giovani e giovanissimi, portatori di un entusiasmo che fa davvero ben sperare sul futuro del jazz, almeno in questa parte della Sicilia." (Vincenzo Fugaldi)

24/04/2011

Harmonitaly (Federico Bertelli - Riccardo Arrighini trio)- Gianni B. Montano

23/04/2011

Piccole interviste visionarie: Il sorriso di Cafiso, i riflessi di Rubino. Cinquant'anni in due, e a vederli sembra anche meno..."A 16 anni suonavo in un'orchestra ed ero il "piccolo" del gruppo; quando improvvisamente arriva questo bambino di otto anni con un sassofono più grande di lui e mi ruba il primato. Da allora siamo diventati profondamente amici ed abbiamo diviso moltissime delle nostre esperienze musicali in varie formazioni, ma è senz'altro il duo la formula in cui uno dialoga e risponde musicalmente all'altro nel modo più intimo." (di Viviana Maxia)

20/03/2011

Intervista a Claudio Quartarone: "La musica per me è un bisogno primario, dopo il respirare...non è solo bellezza, è il sublime." (di Liliana Rosano)

19/12/2010

Travel Dialogues (Francesco Cafiso - Dino Rubino)- Alessandro Carabelli

23/10/2010

4 Out (Francesco Cafiso)- Alessandro Carabelli

11/09/2010

Massimo Nunzi a Sarzana 2010: Il musicista romano ha presentato il progetto "The Modern World / The Music Of Stan Kenton" con la "Jazz istruzioni per l'uso Orchestra" featuring Francesco Cafiso, Andrea Tofanelli. Intervista a Carmen Bertacchi, direttore artistico di Sconfinando e a Massimo Nunzi: "...sono attratto dai visionari come Kenton. Sono curioso della musica, la rispetto e rispetto i musicisti anche se fanno scelte che non condivido...una cosa che io non sopporto, da parte anche dei miei colleghi e della critica jazzistica, è che non è sufficientemente compreso che se non si ricostituisce il pubblico siamo tutti fregati." (Vincenzo Fugaldi)

25/01/2010

Chopin in jazz (Riccardo Arrighini)- Elio Marracci

19/09/2009

Intervista a Giovanni Mazzarino: "Tutto ciò che noi definiamo Arte in realtà è già presente in natura. L'artista non inventa nulla; scopre attraverso la sua opera giornaliera di studio (o in maniera fortuita) alcuni dei principi compositivi (questo vale per tutte le espressioni artistiche); la combinazione di tali principi compositivi, fa in modo che possano venir fuori eventi nuovi...l'invenzione "non inventata"." (Fabrizio Ciccarelli)

06/09/2009

A New Trip (Francesco Cafiso "Island Blue Quartet") - Alceste Ayroldi

16/08/2009

Piazza Jazz 2009 a Piazza Armerina, una realtà dove "cuore e passione sono il motore primo, e tutto il resto viene dopo...sotto la direzione artistica di Giovanni Mazzarino, Piazza Jazz per tre giorni ha fatto risuonare di musica e cultura la città dei mosaici, grazie pure a protagonisti di rilievo internazionale." (Antonio Terzo)

09/08/2009

My Shining Hour (Cinzia Roncelli) - Alceste Ayroldi

03/07/2009

Paolo Fresu Devil Quartet, Tom Harrell, Jerry Bergonzi al Vittoria Jazz Festival - Music & Cerasuolo Wine, diretto da Francesco Cafiso: "...una manifestazione che vuole crescere, quest'anno la rassegna si internazionalizza, grazie alla presenza di musicisti molto apprezzati in Europa e nel mondo." (Antonio Terzo)

26/05/2009

Intervista a Francesco Cafiso: "...Senza tecnica non vai da nessuna parte, bisogna conoscere lo strumento e avere capacità strumentali notevoli. Se non hai la tecnica neanche la personalità dell'artista e la sua sensibilità possono emergere totalmente. Bisogna però farne un uso intelligente per far prevalere la musica, le emozioni e non la voglia di far vedere quanto si è bravi a muovere le dita." (Viola Martinini)

13/04/2009

Francesco Cafiso e Dino Rubino aprono la stagione 2009 di The entertainer: "Non sono mancati i momenti intensi e lirici che hanno una volta di più confermato quanto sia grande il talento di questo ragazzo. Un musicista che ha il jazz dentro la sua anima di artista, che vive emotivamente la musica che suona..." (Giuseppe Mavilla)

14/03/2009

Italian Songs (Flora Faja)

09/02/2009

Portrait In Black And White (Francesco Cafiso Sicilian Quartet)

21/07/2008

Speciale da Umbria Jazz 2008: «Continuità, stabilizzazione della struttura, mantenimento dei rapporti internazionali», sono questi gli imperativi su cui Regione dell'Umbria, Comune di Perugia e Umbria Jazz si impegneranno, sin dalla prossima edizione, per assicurare al Festival il giusto e sicuro futuro. (a cura di Marcello Migliosi)

29/06/2008

si è concluso il Vittoria Jazz Festival - Music & Cerasuolo Wine: "...una prima edizione ben riuscita, tanto sotto l'aspetto musicale che per il buon seguito di pubblico, giunto anche dalle province limitrofe, il cui successo ha indotto già le realtà organizzatrici, Comune di Vittoria in testa, a dare appuntamento all'anno prossimo per l'edizione numero due..." (Antonio Terzo)

22/05/2008

Starry Eyed Again (Chet On Our Minds) (Michela Lombardi – Riccardo Arrighini Trio)

22/03/2008

Francesco Cafiso, be bop, ma non solo!. "Il quartetto di Cafiso è apparso "solido" come non mai. Già dal primo brano (di Sonny Rollins) s'è capito che c'era qualche cosa in più rispetto all'ultima volta che l'avevamo sentito. Ma soprattutto nei brani firmati da lui Francesco ha dato prova di aver intrapreso la strada della "ricerca"." (Marcello Migliosi)

21/12/2006

Sacile 2006, Il Volo del Jazz (Luca D'Agostino)

16/05/2006

A Tribute to Charlie Parker (Francesco Cafiso & Strings)

05/03/2006

Umbria Jazz Winter #13: "Un festival importante, quello di quest'anno, dove hanno trovato spazio musicisti affermati come John Scofield e Bireli Lagrene, ma anche giovani promesse del jazz mondiale come il pianista americano Robert Glasper e gli inglesi Soweto Kinch..." (Marco De Masi)

05/03/2006

Gallery di Umbria Jazz Winter (Francesco Truono)

06/11/2005

Le foto dell'Enrico Rava Quintet a Jazz in Parco 2005. (Francesco Truono)

16/09/2005

Intervista a Francesco Cafiso, l'enfant prodige che vuole crescere: "...Fino ad adesso è stato tutto naturale, senza alcuna forzatura, sia musicalmente che per quanto riguarda la partecipazione ai festival: spero che proceda così..." (Antonio Terzo)

28/08/2005

"Ciò che la guerra ha distrutto la musica cerca di ricostruire, passando per il linguaggio, universale della musica...della musica nera! Umbria Jazz, balcanic windows against racism ha preso ufficialmente il via a Belgrado" (Marcello Migliosi)

02/05/2005

Francesco Cafiso per la rassegna Sintesi Jazz "...L'arte di "flautare" l'ancia appartiene a Cafiso, con venature fortemente bebop e mainstream. Ed è forse l'influsso dello swing e del ragtime, il vezzo e il limite – più che naturale data la giovane età, solo 16 anni – dell'altosassofonista di Vittoria..." (Marcello Migliosi)





Video:
FRANCESCO CAFISO 4 OUT @ BLUE NOTE 11/1/2011
Francesco Cafiso, Dino Rubino, Stefano Bagnoli, Paolino Della Porta...
inserito il 16/02/2011  da tibet1962 - visualizzazioni: 4442
Francescco Cafiso For Out - I hear a rapsody
Francesco Cafiso, Dino Rubino, Sefano Bagnoli, Paolino Della Porta...
inserito il 14/02/2011  da tibet1962 - visualizzazioni: 3981
Francesco Cafiso 4 out @ Blue Note 11 gennaio 2011 (BIS)
Francesco Cafiso, Dino Rubino, Stefano Bagnoli, Paolino Della Porta...
inserito il 11/01/2011  da tibet1962 - visualizzazioni: 4222
OJFESTIVAL2010-VASANELLO-CAFISO/RUBINO
ORTACCIO JAZZ FESTIVALVASANELLO 15/18 LUGLIO 2010...
inserito il 26/07/2010  da maracao - visualizzazioni: 3916
Cafiso - Rubino ...
ProveCheck Sound...
inserito il 06/04/2010  da MacertoVideo - visualizzazioni: 3796
Pablo (Dino Rubino, Francesco Cafiso and the Island Blue Quartet)
catania jazz, a new trip tour...
inserito il 20/01/2010  da fab2yeux - visualizzazioni: 3811
NOTTE BIANCA CATANIA 2009 FRANCESCO CAFISO DINO RUBINO SCUCCESS
nessuna descrizione disponibile...
inserito il 02/11/2009  da tonicarbone - visualizzazioni: 3891
NOTTE BIANCA CATANIA 2009 FRANCESCO CAFISO DINO RUBINO SCUCCESS
nessuna descrizione disponibile...
inserito il 02/11/2009  da tonicarbone - visualizzazioni: 4000
ALBERTA BRAVO CAFE E FRANCESCO 092FRANCESCO CAFISO THE GENIOUS!!!|!BOLOGNA OTTOBRE 2009
20 e 21 ottobre Bologna al Bravo Caffè Francesco Cafiso THE GENIUS !!!! grazie di darci una emozione che dai tempi di Coltraine o dei grandissimi...
inserito il 22/10/2009  da albertantonia - visualizzazioni: 4248
Gallarate Jazz Festival 2009 - Francesco Cafiso parte 1
Prima parte dell'intervento di Francesco Cafiso al Gallarate Jazz Festival 2009Leggi articolo:http://www.portaleassesempione.it/cultura/4580-g...
inserito il 12/10/2009  da Assesempione - visualizzazioni: 4164
Cafiso & Rubino in Concerto a Sant'Agata M.
Sant'Agata Militello (Me) - Nell'incantevole scenario del "Castello Gallego", Francesco Cafiso, il talento più recente ...
inserito il 25/07/2009  da cirosca3 - visualizzazioni: 3708
il moro cava de' tirreni-FRANCESCO CAFISO,DINO RUBINO,ALDO VIGORITO E AMEDEO ARIANO
Francesco Cafiso, Dario Rubino, Amedeo Ariano, Aldo VigoritoConcerto solo su prenotazione onlinePrenotazioni online chiuse. Telefonare al moro per inf...
inserito il 28/06/2009  da elchimico - visualizzazioni: 3746
Enrico Rava conferenza stampa
Enrico Rava...
inserito il 27/11/2008  da hornitos75 - visualizzazioni: 5085


Invia un commento

© 2000 - 2005 Jazzitalia.net - Tutti i diritti riservati

© 2000 - 2024 Tutto il materiale pubblicato su Jazzitalia è di esclusiva proprietà dell'autore ed è coperto da Copyright internazionale, pertanto non è consentito alcun utilizzo che non sia preventivamente concordato con chi ne detiene i diritti.

Questa pagina è stata visitata 9.352 volte
Data pubblicazione: 03/07/2005

Bookmark and Share



Home |  Articoli |  Comunicati |  Io C'ero |  Recensioni |  Eventi |  Lezioni |  Gallery |  Annunci
Artisti |  Saranno Famosi |  Newsletter |  Forum |  Cerca |  Links | Sondaggio |  Cont@tti