Jazzitalia: la musica jazz a portata di mouse...
versione italiana english version
 
NEWS
Bookmark and Share Jazzitalia Facebook Page Jazzitalia Twitter Page Feed RSS by Jazzitalia - Comunicati Feed RSS by Jazzitalia - Agenda delle novit�


 Ciclo "Jazz Club"
 
Charles Lloyd Quartet
Teatro Sangiorgi - Catania, 5 maggio 2005
di Antonio Terzo
foto di Celestino Roberto Bellavia


Charles Lloyd - sax tenore, flauto, taragato
Geri Allen - piano
Reuben Rogers - contrabbasso
Eric Harland - batteria

Non è facile definire la musica di Charles Lloyd, sassofonista sessantasettenne di Memphis che ha vissuto varie stagioni musicali, dal R&B con B.B. King alle collaborazioni con contemporanei del jazz quali Eric Dolphy ed Ornette Coleman, l'esperienza nella band del batterista Chico Hamilton, nel sestetto di Cannonball Adderley, per giungere alla metà degli anni '60 al gruppo a proprio nome che nel tempo ha annoverato jazzisti del calibro di Keith Jarrett e Jack Dejohnette, nonché Cecil Mcbee, fino alla pausa meditativa della fine della stessa decade ed al nuovo debutto con l'indimenticato Michel Petrucciani, pianista che a Lloyd fu debitore del battesimo internazionale.

Ciò che resta certo è che, ascoltandola, nonostante gli scatti improvvisi, nonostante la mancanza di riferimenti precisi, nonostante la molteplicità dei linguaggi jazzistici di cui egli possiede il pieno controllo e che abbracciano le varie epoche che il jazz ha attraversato, da quella musica scaturisce un senso di pace, di appagamento, di completezza e di tranquillità. E questo conferma le stesse parole di Lloyd quando sostiene d'esser riuscito nella musica e con la musica a trovare una "casa", ossia una propria dimensione e quindi una propria tranquillità interiore.

La performance che lo scorso 5 maggio a Catania, per EtnaFest 2005, ha offerto quello che potrebbe a buon diritto essere definito il suo "all stars quartet" – Geri Allen al piano, Reuben Rogers al contrabbasso ed Eric Harland alla batteria – comincia con un tema melodico, Angel Oak Revisited, "ripresa" di una sua composizione originale inserita nel precedente cd Lift Every Voice, qui però subito calata -e traviata- all'interno di un'aura free pennellata e condotta per tutta l'esecuzione dalle ovattate mazze di Harland e dalle ondivaghe note del piano della Allen. Cadenzata, la batteria fornisce gli schemi, mentre la linea armonica è ancorata agli impulsi del contrabbasso di Rogers: sembra quasi che tutte le parti siano sovvertite e che armonia e melodia attengano più agli strumenti ritmici che non alle sezioni a loro tradizionalmente più proprie. Strette le note improvvisative di Lloyd, scalano le ottave più alte in prevalenza nelle fasi tematiche.

Più levigato e cantabile Jumping the Creek (brano eponimo dell'ultimo album), intesa perfetta fra Lloyd e Allen, con quest'ultima che negli scambi prosegue le frasi del sax, il quale si presenta morigerato e mai aggressivo: lascia alla compagna di musica il solo, scandito, nitido, in stupenda sintonia con Harland, fresche e lussureggianti le sue poliritmie – Lloyd segue la musica cambiando ancia seduto di fianco al piano – mentre discordanze diatoniche e frizzanti progressioni cromatiche impregnano l'improvvisazione della jazzista, sul crescendo foraggiato dai crash del batterista.

Variegato il carattere di Ken Katta Ma Om, che da un avvio pacato, il suono voluttuoso di Lloyd rende dilatato, distante dal timing di Harland, sebbene ancora una volta l'amalgama che ne discende risulti ammaliante. Il fraseggio improvvisato del tenorista è ancora più serrato, con punte di lirismo nei tratti melodici, cerebrale il contrappuntismo di Rogers, soffuso, invece, e tenutissimo l'assolo della pianista, fino a quando le dita non impennano su scale dalla fiammeggiante articolazione. Vocalistico il monologo del contrabbasso, un certo che di "mingusiano", che Harland rifodera di un impercettibile felpato hand-drumming di rara profondità.

Pimpante la successiva Canon Perdido, il pezzo che forse più di tutti mette in luce le virtù dei singoli partners e di Lloyd: sax ironico e dagli accenti post-bop, brillantemente supportato dagli sprizzi dell'onnipresente Harland ed il walking di Rogers, cui segue una improvvisazione hard bop ad opera del fiatista, che delizia il pubblico. Fuori dall'ordinario la narrazione di Geri Allen, bruciante la sua agilità sia esecutiva che creativa, capace di trovate sempre nuove. Sfavillante il recitato di contrabbasso che Lloyd, leggermente defilato ed immobile, quasi una presenza oscura, ascolta compiaciuto. Duo contrabbasso batteria, break di Harland, prima un lieve rullante, poi schiocchi sui tamburi, charleston ribattente, e una particolare tecnica sulla cassa che sembra pestare due note di differente altezza: energico il suo finale prima dell'ensemble.

Contesto particolarmente lirico quello della ellingtoniana Come Sunday, lenta e pastosa, sulla quale il tenore diviene "setoso", mostrando una volta di più l'ampiezza di sentimenti che il sassofonista riesce a trasmettere al proprio strumento.

Denso e sospirato il suono del nostro adesso al flauto, sul tempo composto intessuto dal trio, affascinante e rauco. Ed anche sul ritmo ternario Harland riesce ad inventare raffinate risoluzioni, così come durante l'improvvisazione della Allen che procede per quinte, con il suo pianismo fantasioso e dal tocco incalzante, sulle spumose ritmiche del batterista. Pubblico che sottolinea il proprio apprezzamento per la combinazione dei due, quasi una simbiosi, pulsazioni all'unisono… In coda ancora il flauto di Lloyd.

Sfodera quindi il taragato – un particolare clarinetto verniciato di rosso, molto usato nella musica balcanica, con suono simile all'omologo occidentale d'ebano ma più tendente alle sfumature del sax soprano – per esibirsi in duo con i tom e le percussioni di Harland in The Sufi's tears, una parentesi orientaleggiante, quasi pentatonica, in omaggio alle istanze mistiche che qualche anno fa avevano allontanato Lloyd dalla scena musicale per poi riconsegnarlo, dopo circa due lustri, arricchito di nuove inflessioni e riflessioni sonore. La Allen risponde all'ultima figura ritmomelodica eseguita dal bandleader e fa partire così la propria costruzione solistica, adamantine sui piatti le "pluridivisioni" di Harland. Notevoli i cromatismi della composizione modale, caldi, all'interno dei quali si inserisce il contrabbasso, poi il piano, e proprio quando assume un respiro corale, Lloyd abbandonati i fiati si dà a delle minuscole maracas, scuotendole e scuotendosi fino a ballare a ritmo…

Una soffusa ballad l'ultimo motivo, ineffabile intensità sugli arpeggi sospesi della Allen e contrabbasso e batteria che entrano a definire la corposità del pezzo, traghettandola, sulle proprie pulsazioni, verso spazi creativi lasciati all'istantaneismo dell'estro individuale. Lloyd ha ripreso il tenore, per esporre una trama dalla struttura tanto elementare quanto pregnante, un turn-around, con pedale del basso tonale, melodico e romantico adesso il periodare della Allen.

Se è vero che fra i grandi del sassofono altri sono i nomi che giungono più immediati rispetto a quello di Lloyd, pur trattandosi di un compositore eccellente, un leader straordinario, un comunicatore fenomenale, e se è inoltre vero che Lloyd non è in effetti uno strumentista di sconvolgente originalità né un improvvisatore rivoluzionario, tuttavia, egli riesce senza dubbio a conglobare meravigliosamente le varie forme stilistiche fin'oggi concepite, riconducibili a questo favoloso grande dizionario che è la musica di matrice afro-americana: e a nostro modesto avviso, anche questo non è poco.







Articoli correlati:
18/09/2022

North Sea Jazz 2022: "...una programmazione ipertrofica, che ha strizzato nelle 15 sale\location ufficiali quasi 150 concerti e circa mille musicisti al seguito." (Vittoio Pio)

15/02/2014

Hagar's Song (Charles Lloyd - Jason Moran)- Marco Losavio

02/12/2012

Intervista a Pete LaRoca Sims: Per ricordarlo a pochi giorni dalla sua scomparsa, e mostrare quanto siano attuali le riflessioni di questo grandioso batterista, che ha segnato la storia del jazz. (Antonio Terzo)

24/07/2011

Mario Laginha e Convidados a Jazz no parque: "...promosso dalla Fondazione Serralves nella sua splendida area verde a poca distanza dalle scoscese stradine del centro storico di Oporto, Jazz no Parque è uno dei più longevi festival jazz portoghesi, celebrando quest'anno la sua ventesima edizione. Ha presentato quattro concerti di livello assoluto: il quartetto di Charles Lloyd, Bigmouth di Chris Lightcap, un inedito incontro tra le tre trombe di Dave Douglas, Avishai Cohen ed Enrico Rava, e il trio con Mario Laginha, Julian Arguelles e Helge Norbakken." (Francesco Martinelli)

06/01/2011

Mirror (Charles Lloyd Quartet) - Alceste Ayroldi

19/12/2010

13ma edizione del Padova Jazz Festival: La musica e le immagini del Dave Douglas & Keystone, i New Quartet di Gary Burton - con Antonio Sanchez, Scott Colley e il giovane sorprendente talento Julian Lage - e del veterano Charles Lloyd con i solidissimi Jason Moran, Eric Harland e Reuben Rogers. Tre concerti di alto livello e molto apprezzati da un pubblico spesso in visibilio dinanzi alle performance di questi maestri.

22/08/2010

L'alta qualità del trio Swallow - Talmor - Nussbaum, l'infaticabile Charles Lloyd col suo New Quartet, l'attesissimo duo Chick Corea - Stefano Bollani, l'Aznavour visto dal soprano Cristina Zavalloni e il country rarefatto del Bill Frisell trio al Verona Jazz 2010 (Giovanni Greto)

28/11/2009

Venezia Jazz Festival 2009: Ben Allison Quartet, Fabrizio Sotti trio, Giovanni Guidi Quartet, Wynton Marsalis e Jazz at Lincoln Center Orchestra, Richard Galliano All Star Band, Charles Lloyd Quartet, GNU Quartet, Trio Madeira Brasil, Paolo Conte e l'Orchestra Sinfonica di Venezia, diretta da Bruno Fontaine, Musica senza solfiti del Sigurt�-Casagrande Duo...(Giovanni Greto)

11/06/2005

Eric Alexander & The Real Thing: "...il piacere di aver sentito suonare "in carne e ossa" vere e proprie leggende del jazz di tutti i tempi, aver potuto assistere realmente alle movenze che le loro – sublimi – esecuzioni su disco lasciano solo immaginare..." (Antonio Terzo)

26/05/2005

Charles Lloyd, Zarik Hussain ed Eric Harland in un omaggio a Billy Higgins: "...per intensità musicale ed emotiva, si è trattato di un concerto straordinario..." (Dario Gentili)

30/04/2005

Phil Woods in Bird with Strings...and more: "...Se c'è un contraltista accreditato come continuatore del verbo che fu di Charlie Parker, quegli è certamente Phil Woods. Basta ascoltarlo..." (Antonio Terzo)

26/03/2005

Bobby McFerrin, One Voice Show nell'ambito di Etnafest 2005: "...il pluripremiato artista afroamericano è molto più di un pop singer, ed anche di più di un jazz vocalist, concentratosi da sempre sull'aspetto comunicativo della propria musica, la trasmissione di interiori emozioni sonore, come un moderno "griot"...(Antonio Terzo)

01/08/2004

Charles Lloyd al Blue Note: "...con i fraseggi del suo sax, Charles Lloyd, e la sua eccellente sezione ritmica riescono a dare delle pennellate luminose alla loro tela, creando zone di luce e ombra proprio come farebbe un Maestro sulla sua tela..." (Eva Simontacchi)





Video:
Michel Petrucciani Documentary Film - PART 1
...
inserito il 06/02/2010  da davdev89 - visualizzazioni: 5701
Michel Petrucciani Documentary Film - PART 2
...
inserito il 06/02/2010  da davdev89 - visualizzazioni: 4669
Michel Petrucciani Documentary Film - PART 3
...
inserito il 06/02/2010  da davdev89 - visualizzazioni: 4621
Michel Petrucciani Documentary Film - PART 4
...
inserito il 06/02/2010  da davdev89 - visualizzazioni: 4766
CHARLES LLOYD NEW QUARTET
concert & talk...
inserito il 24/04/2009  da whitelight3 - visualizzazioni: 3332
Keith Jarret Charles Lloyd Quartet - Love ship (Jazz casual)
Keith Jarret Charles Lloyd Quartet - Love ship (Jazz casual)...
inserito il 02/11/2008  da fungito - visualizzazioni: 3975
Charles Lloyd & Jason Moran @ Garana Jazz Festival 2008
Charles Lloyd & Jason Moran @ Garana Jazz Festival 2008...
inserito il 08/08/2008  da GabrielMihalache - visualizzazioni: 3564
Charles Lloyd & Jason Moran @ Garana Jazz Festival 2008
Charles Lloyd & Jason Moran @ Garana Jazz Festival 2008...
inserito il 08/08/2008  da GabrielMihalache - visualizzazioni: 3866
Charles Lloyd - Tone Poem
Charles Lloyd - Tone Poem - with Charles Lloyd (tenor sax), Michel Petrucciani (piano), Cecil McBee (bass), Jack DeJohnette (drums)....
inserito il 11/05/2008  da footcheck - visualizzazioni: 4744
charles lloyd 4 tet eric harland geri allen bob hurst 1A
lugano...
inserito il 01/10/2007  da dliberg - visualizzazioni: 3697
charles lloyd 4tet dejohnette jarrett mc bee
in belgium...
inserito il 28/05/2007  da dliberg - visualizzazioni: 3650
Charles Lloyd and Billy Higgins
an excerpt from HOME about the making of the recording " Which Way Is East"...
inserito il 11/02/2007  da whitelight3 - visualizzazioni: 3506
Charles Lloyd - Sangam: Part 1
multi-reedist, percussionist, and pianist Charles Lloyd, Zakir Hussain (tablas/sufi vocals) and Eric Harland (drums/percussion/piano) form Sangam - a ...
inserito il 11/10/2006  da uvawitz - visualizzazioni: 3835


Invia un commento


© 2000 - 2024 Tutto il materiale pubblicato su Jazzitalia è di esclusiva proprietà dell'autore ed è coperto da Copyright internazionale, pertanto non è consentito alcun utilizzo che non sia preventivamente concordato con chi ne detiene i diritti.

Questa pagina è stata visitata 7.073 volte
Data pubblicazione: 14/05/2005

Bookmark and Share



Home |  Articoli |  Comunicati |  Io C'ero |  Recensioni |  Eventi |  Lezioni |  Gallery |  Annunci
Artisti |  Saranno Famosi |  Newsletter |  Forum |  Cerca |  Links | Sondaggio |  Cont@tti