
artesuono 043
|
Smell Quintet
Too close for comfort
1. Too close for comfort (J. Bock) 
2. But not for you (M. Vignali)
3. Waltz for Maggie (M. Bovi)
4. One for G. (N. Menci) 
5. Zelinda (M. Vignali)
6. Oplà (M. Vignali)
7. Ecaroh (H. Silver)
8. Jakarta (M. Vignali) 
9. For minors only (J. Heath)
Michele Vignali - sax tenore e baritono Marco Bovi - chitarra Nico Menci - piano Paolo Benedettini - contrabbasso Gianni Cazzola - batteria
|
Intrigante il nome del gruppo: Smell, profumo. Perché ascoltando
questo cd emergono vividi i suoni del miglior jazz degli anni Cinquanta e Sessanta.
Con questo non si vuol dire che si tratti di musica già sentita o di aria fritta
(per rimanere nei campi aerei dell'olfatto). Tutt'altro. I musicisti non ripropongono
standards abusati e assoli già sentiti, ma piuttosto un clima che condiscono di
ingredienti propri, di quelli che rendono appetitoso e profumato un piatto: la buona
vena compositiva e la perizia negli assoli.
Il motore del gruppo è un grande vecchio del jazz italiano:
Gianni Cazzola
che con la sua batteria spinge e "accende il fuoco" alla front line, nel miglior
stile blackiano (Vedere dal vivo per credere). E gli altri solisti non sono da meno:
Marco Bovi, Nico Menci e Michele Vignali suonano con l'ispirazione
di Wes Montgomery, di Red Garland o di Dexter Gordon; se prorpio
vogliamo trovare delle affinità stilistiche.
I pezzi sono tutti interessanti. Si segnala Waltz
for Maggie composta dal chitarrista Bovi per la bellezza del tema
e il fluire limpido dei soli e One for G. per
il drive davvero superbo.
Questione di gusti: per chi ama le atmosfere rilassate e la ballad classica
Zelinda di Vignali potrebbe essere il
massimo. Jakarta, sempre della penna
del sassofonista, invece è un tempo medio articolato dal tema articolato e riflessivo.
Anche i due brani non originali proposti non sono scelte abituali o standards
troppo battuti: Ecaroh di Horace Silver e
For minors only di J. Heath.
In conclusione un bel disco che, come nota
Paolo Fresu
nelle note di copertina, spiega il crescente e meritato successo del nuovo jazz
italiano.
Franco Bergoglio per Jazzitalia
Invia un commento
Questa pagina è stata visitata 4.538 volte
Data pubblicazione: 29/11/2006
|
|