Jazzitalia - Marco Marzola: Marco Marzola featuring Sherman Irby (Vol.1)
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Marco Marzola
Marco Marzola featuring Sherman Irby (Vol.1)


1. You stepped out of a dream (Gus Kahn/Nacio Herb Brown)
2. Laura’s love song (Sherman Irby)
3. No moon landing (Nico Menci)
4. Black Nile (Wayne Shorter)
5. The pookie Duke (Gerald Cannon)
6. Beautiful Things (Marco Marzola)

Sherman Irby - alto sax
Nico Menci - piano
Marco Marzola - bass
Darrel Green - drums
Guest: Marco Bovi - guitar





I
l contrabbassista Marco Marzola, personalità di spicco del jazz emiliano, incide e produce con un quartetto che si differenzia da quello di Sherman Irby per la presenza di Nico Menci al piano in vece di James Hurt, un album intitolato semplicemente "Marco Marzola featuring Sherman Irby – vol 1" proponendo un mix di standard rivisitati e brani originali, tutti accomunati da un sound squisitamente raffinato e tradizionale.

Si comincia con "You stepped out of a dream" di cui, nonostante le infinite versioni proposte negli anni dai musicisti, il quartetto riesce ad elaborare un arrangiamento personale, vivace e spedito. Protagonista ed in un certo senso "narratore" è il sax di Irby, dal suono caldo e pulito, mentre Menci al piano è dinamico e propone un bell'assolo per poi lasciare posto a quello di Marzola; la batteria di Darrell Green è scoppiettante e lo standard si conclude col tema più volte ripreso dal sax, accompagnato dal rullo di tamburi. Di tutt'altra pasta "Laura's love song", un samba aperto dolcemente dagli arpeggi di Marco Bovi alla chitarra, caratterizzato da una melodia molto romantica. Passando per i rapidissimi "No moon landing" firmato da Menci e "Black Nile" di Wayne Shorter; "The Pookie Duke" riporta un momento di respiro: il tema principale viene intonato all'unisono da sassofono e chitarra, il sax di Irby assume nei fraseggi un tono squillante e sensuale ed alcuni riff sono rafforzati dall'accompagnamento del piano.

Si chiude con "Beautiful things" di Marzola; l'introduzione è del contrabbasso ed il brano è caratterizzato da un'atmosfera soft. Il batterista abbandona i colpi decisi per spazzolare sui piatti e giungere al culmine di un crescendo emozionale indicato dai lamenti del sax. È forse questa la composizione più originale dell'album e che maggiormente si discosta dalle altre.

Un lavoro di ricerca, con ottimi risultati, che rispetta la migliore tradizione jazzistica.

Laura Mancini per Jazzitalia







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Data pubblicazione: 04/04/2010

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