Jazzitalia - Recensioni - Trio (mit) Marlene: The Surface of an Object
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Mimmo Langella pubblica "EAR TRAINING PER CHITARRA e non solo!", il primo manuale di Ear Training dedicato specificamente ai chitarristi.

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Esce anche in e-book il libro di Alceste Ayroldi sulla legislazione dello spettacolo e il diritto d'autore delle opere musicali.

Monopoli, sabato 12 marzo - Presentazione libro Alceste Ayroldi.

Nasce Pantuk, sinergia tra Pannonica e Tuk Music.

Alceste Ayroldi pubblica un libro sulla legislazione dello spettacolo e il diritto d'autore in musica .

Si è spento all'età di 95 anni la grande icona della chitarra jazz Franco Cerri..

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Ciao Paolo, musica e Jazzitalia in lutto per la scomparsa del sassofonista Pietro Paolo Mannelli. Aveva 84 anni..

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Esce Pentatonic Pyromania di Mimmo Langella, un manuale per arricchire tecniche e fraseggio per chitarra in ambito Pop, Rock, Jazz e Fusion.

Pubblicato un nuovo testo da Antonio Ongarello dedicato a Scott Joplin: "10 Rags for Jazz Guitar" (trascrizione di "The Enterteiner").

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            BATTAGLIA Sergio (sax)
            BELLADELLI Antonio (voce e contrabbasso)
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            CASSARA' Elio (chitarra)
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            THE JAZZ RUSSELL (gruppo)
            VARAVALLO Luca (contrabbasso)
Trio (mit) Marlene
The Surface of an Object



Rudi Records (2014)

I. The physical margins of the novel - 11.26
II. How to build a wall with your head - 12.18
3. III. Life's a photograph - 7.05
IV. How it always vanishes (Kokoschka) - 7.47

Giacomo Merega - bass guitar
Michaël Attias - alto saxophone, Wurlitzer piano
Satoshi Takeishi - percussion


Giacomo Merega è un giovane musicista italiano, dai buoni studi e dalle ottime frequentazioni. E' stato, infatti, allievo alla prestigiosa e tradizionale Berklee School di Boston, oltre che al NEC, istituto con indirizzi non propriamente accademici. Ha suonato, poi, con Joe Morris e Marco Cappelli, fra gli altri. In America il bassista ha costituito questo trio(mit) Marlene arruolando due compositori-istantanei di assoluto valore. Al sassofono figura Michael Attias, in orbita Clean Feed, aperto alle collaborazioni con personaggi di livello della scena newyorkese, quali Tony Malaby o John Hebert. Alle percussioni è presente l'onnivoro Satoshi Takeishi, un prezzemolo indispensabile in molte performances di David Liebman, Anthony Braxton e di tanti altri nomi di un'area ben definita, dove il mainstream è bandito per principio.

Tutti le tracce del cd sono a firma di Merega. Non si tratta, cioè, di un'improvvisazione assoluta. Si prende spunto sempre da una frase, da una cellula tematica, per sviluppare un discorso in sinergia, concordante negli obiettivi e magari divergente nell'interazione fra i solisti.

La musica del disco è sobria, austera e a-sentimentale di fondo, ma contiene sprazzi di un lirismo asciutto, severo, nascosto fra le pieghe dei vari brani.

Michael Attias è uno strumentista moderno e trasversale, nella migliore accezione di questi aggettivi. Sul sax alto Attias possiede un approccio onnicomprensivo, transitando da sequenze agili e scorrevoli, a salti sui sovracuti, fino ad arrivare al puro fischio. Si ascoltano note sporche, passaggi insidiosi e si avverte il soffio che genera suoni irregolari in un fraseggio comunque coerente e jazzistico, inteso in senso molto lato. In certe situazioni si sente anche il piano wurlitzer, utilizzato dall'artista israeliano per ispessire l'armonizzazione di alcuni pezzi.

Giacomo Merega, da parte sua, scandisce note secche, ben scandite, staccate e riporta i partners ogni volta sulla strada giusta, allorquando ritenessero di allontanarsi troppo dai brandelli di motivo che rappresentano l'esile via da seguire. E' una sorta di navigatore, di tom tom del terzetto, molto libero e sui generis, insomma.

Satoshi Takeishi eleva impalcature ritmiche astratte, percuotendo diversi tipi di aggeggi, più o meno ortodossi. Ascoltandolo con attenzione si ricava l'impressione di un rumore che piano piano si trasforma in suono o viceversa di un suono che sconfina nel rumore. Nessuno, attualmente, riesce a svolgere i due ruoli di accompagnatore e di "perturbatore" con lo stesso impulso, la stessa abilità architettonica.

"The Surface of an Object" è, quindi, un disco progettuale, dove nulla è lasciato al caso, pur essendo il frutto di un lavoro non pianificato nei dettagli. I tre protagonisti, infatti, hanno spazi in cui possono metterci del loro, inventare, ma con musicisti di questo genere non si rischia mai di cadere nella routine o di finire in un vicolo cieco. Perciò, tutto è sotto controllo e rivolto, dritto o in diagonale, nella direzione concordata.

Gianni Montano per Jazzitalia







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Data pubblicazione: 19/09/2015

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