Prodotto da Suoni del Sud e Rai Trade
Distribuito da Egea Distribution
Produzione esecutiva: Peppe Ponti e Antonio Acocella
Produzione artistica: Roberto De Simone e Bruno Tommaso
Produzione di sala: Michele Montefusco, Pierluigi Villani, Domenico Virgili
Registrato e missato alla "R&R Sound"
Fonico: Claudio "Potter" Esposito
Missaggio: Claudio Esposito, con la consulenza di Roberto De Simone,
Domenico Virgili, Michele Montefusco e Pierluigi Villani
Masterizzazione: Bob Fix
Artwork: Dadà Di Donna
Grafica: Renata Castaldo e Stefano De Silvo
Traduzione a cura di Simona Monticelli |
Roberto De Simone e Bruno Tommaso
Specula & Gemini
1.
Corale veni redemptor gentium (Roberto De Simone) 8:05
2. Ahi, vista troppo dolce
(Bruno Tommaso – Maria Pia De Vito) 8:27
3.
Fuga (Roberto De Simone) 6:28
4.
Dionysus Dance book (Bruno Tommaso) 9:38
5. Fantasia cromatica (Roberto De Simone) 8:35
6.
Finale (Roberto De Simone) 7:45
Maria Pia De Vito - voce Antonio Castaldo - flauto Alfonso Anzevino - flauto Giuseppe Di Colandrea - clarinetto Pasquale Nunzio - sax Luciano Bellico - sax Nicola Rando - sax Gaetano Maria Palumbo - sax Gianni Bardaro - sax Giulio Martino - sax Enzo Nini - sax Gianfranco Campagnoli - tromba e flicorno Lorenzo Federici - tromba Roberto Schiano - trombone Nicola Ferro - trombone Domenico Virgili - piano Domenico Napolitano - piano Catello Cannavale - piano Giovanni Manco - piano elettrico Francesco Villani - piano Pierpaolo Bisogno - vibrafono Michele Montefusco - chitarra Giovanni Giugliano - contrabbasso Vitttorio Pepe - basso elettrico Pierluigi Villani - batteria
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Musica allo specchio, e il viaggio di un'anima jazz
di Massimiliano Cerreto
«Raccontare la musica è apollineo, fruirne è dionisiaco» (Roberto De Simone)
Finisce così, proprio con queste parole, il mio recente incontro con il Maestro
Roberto De Simone. Ma, per poterne davvero capire il senso, occorre fare un passo indietro, più precisamente al 7 Febbraio scorso.
(Alla presentazione di "Specula & Gemini")
La piccola sala della Fnac di Napoli è strapiena. Né i giornalisti, né i tantissimi ammiratori del genio musicale del
M°Roberto De Simone e del talento esecutivo dei membri dell'Orchestra Jazz a Majella
potevano mancare alla presentazione di "Specula & Gemini": un'opera d'arte contemporanea - dedicata alla memoria di
Virgilio Villani - che trova, nella musica, la sua forma espressiva. Perché è arte vera quella nata dall'incontro tra il grande jazz (Bruno Tommaso) e la musica colta per eccellenza (Roberto De Simone), dall'incredibile lavoro della
J.A.M. e dalla magia della voce di Maria Pia De Vito.
«Ho sempre amato il jazz, soprattutto l'elemento della improvvisazione e, con "Specula & Gemini", sono riuscito a realizzare un mio vecchio sogno: incidere un disco con il M°Bruno Tommaso, che è stato il titolare della cattedra di Jazz presso il Conservatorio " San Pietro a Majella" di Napoli durante il mio rettorato. Ammiro la sua capacità di comporre e suonare jazz senza essere mai volgare, senza abusare delle convenzioni. Tradizione afro-americana e cultura melodica italiana sono i due poli attorno ai quali ruota la sua musica. E, a proposito di melodia, il disco vede la partecipazione di un'altra artista che ammiro moltissimo: Maria Pia De Vito. La sua capacità di modulazione della voce, come la sua estensione vocale, sono davvero rare. Infine, non posso non ringraziare tutti i musicisti dell'Orchestra Jazz a Majella. Senza di loro, "Specula & Gemini" non sarebbe mai esistito». (Roberto De Simone)
Ma qual è l'idea che anima "Specula & Gemini"? Leggendo le note di copertine, riportate anche nella cartella stampa, m'incuriosisce un passaggio: «E' nata dunque la suite "Specula & Gemini", in cui, secondo il progetto iniziale, sono confluite le nostre esperienze che si relazionano tra il jazz e il belcanto, tra barocco e polimodalità, tra jam session e strutture bachiane, tra poliritmia e ambiguità modale». Una sintesi semplicemente perfetta, ma pur sempre una sintesi. Sentivo il bisogno di andare oltre. Cosi, terminata la presentazione, chiedo di poter intervistare il
M°De Simone, che mi riceverà qualche giorno più tardi nella sua bellissima casa, in uno dei palazzi più antichi di Napoli.
(L'intervista)
(Il Maestro Roberto De Simone e il jazz)
«La mia famiglia non era benestante e, così, ho dovuto lasciare gli studi universitari (Facoltà di Lettere – nda) e adattarmi a suonare tutto. Sono stato clavicembalista della Orchestra Scarlatti, Maestro del coro, arrangiatore di canzoni, e la notte suonavo il piano in un quartetto jazz di un club americano. Questa ultima esperienza non ha fatto di me un vero jazzista, ma è stata utile, come le altre, affinché fossi un musicista. Ecco, io sono semplicemente un musicista ed un compositore».
(Il jazz e "Specula & Gemini") . «La suite, in cui vi sono due brani composti da Bruno Tommaso, alterna momenti propriamente jazzistici con altri, quelli composti da me, in cui vi è l'immagine speculare del jazz: la stilizzazione. Nella musica del ‘900, soprattutto a causa dell'influenza della tradizione tedesca, si arrivò ad un vero e proprio feticismo della scrittura. L'aspetto della variazione, tipico della cultura del belcanto italiana (cita Donizetti e Rossini - nda), andò sempre più scomparendo lasciando il posto proprio alla stilizzazione. Allora, sono partito dalla cultura germanica e ho riletto tale musica cercando di ottenere un risultato completamente diverso. L'ascoltatore avverte l'improvvisazione, ma questa è frutto, in realtà, del mio tentativo di portare la stilizzazione al suo estremo: tutte le parti, infatti, sono scritte, variazioni comprese».
(Il mito di Orfeo e Euridice)
«Penso che il melodramma italiano nasca con l'opera di Claudio Monteverdi
dedicata al mito di Orfeo ed Euridice. Difficile trovare un'altra opera in cui vi sia un simile equilibrio tra parti in canto sillabico (tipico del recitato – nda) e parti di bel canto (inteso come virtuosismo vocale - nda). La suite di "Specula & Gemini" riprende il mito classico e racconta il viaggio di Orfeo, dalla ricerca di Euridice sino al tragico epilogo. Come molti sanno, gli era stata data la possibilità di scendere agli inferi per riportare in vita la sua amata, ma a condizione di non voltarsi mai indietro per guardarla. Orfeo infrange la regola, e viene punito. Penso che la figura di Orfeo possa essere, allora, identificata con quella dell'artista, che è perennemente alla ricerca della propria anima, di cui Euridice né è la metafora. Più in generale, non vi può essere arte senza trasgressione delle regole, delle convenzioni, anche se ciò ha delle conseguenze drammatiche. L'artista ha sempre bisogno di guardare la propria anima, anche se il sistema non accetta la sua arte».
(La musica tra Dioniso e Apollo)
«Se, per Dante Alighieri, Ulisse trova la dannazione eterna alla fine del proprio viaggio, la figura di Orfeo è molto diversa. La ricerca di Ulisse è, infatti, apollinea in quanto basata sulla razionalità, sul mero desiderio di conoscenza. La ricerca di Orfeo è dionisiaca perchè fondata sui sentimenti. La musica è sì un linguaggio, ma si tratta di una comunicazione che non avviene sul piano razionale, è una forma d'espressione dionisiaca…».
(Una recensione?)
Ecco spiegato il senso della frase iniziale, ed ecco perché una recensione di "Specula & Gemini", intesa come un'analisi razionale dell'opera, potrebbe apparire, a questo punto, fuori luogo. Ma ci sono delle cose che meritano, ugualmente, di essere raccontate. Innanzitutto quella che
Michele Montefusco (ex presidente dell'associazione cui fa capo l'Orchestra J.A.M.) definisce la "magia della scaletta". Pur non essendo un disco di facile ascolto, è assolutamente impossibile resistere, infatti, alla tentazione di riascoltarlo. E, ad ogni ascolto, si scoprono piccole e grandi meraviglie. Tra queste, la scansione ritmica data dalla batteria di
Pierluigi Villani che, in "Corale veni redemptor gentium", non coincide quasi mai il tempo seguito dall'orchestra: un'ulteriore metafora della separazione tra Orfeo e la sua anima. Ci sono, poi, le lunghe "improvvisazioni" vocali di Maria Pia De Vito in "Hai vista troppo dolce" e "Fantasia Cromatica" e la ripresa del tema iniziale, in un'altra tonalità, in "Fuga", liberamente ispirato all'opera di Bach e in cui vi sono delle citazioni della "Gatta Cenerentola": l'opera più famosa e rappresentata del M°De Simone. Tutto ciò, senza trascurare i quattro momenti solistici presenti in "Dionysus dance book" e, tra questi, quello del chitarrista
Michele Montefusco, che accentua l'atmosfera progressive cui si viene già introdotti dalle primissime note di piano. E si arriva, così, al finale della suite: una sovrapposizione tra il tema dell'Orchestra con la sovraincisione dello stesso tema rielaborato in chiave jazz dal pianista Francesco Villani, che suona in trio con Vittorio Pepe al basso e
Pierluigi Villani alla batteria. Un finale che lascia immaginare che la morte di Orfeo, come quella di ogni uomo, non sia altro che una rinascita in una dimensione diversa, forse migliore, forse più jazz. Il disco è dedicato alla memoria di
Virgilio Villani.
Si ringrazia il M°Roberto De Simone per la cortese disponibilità.
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Data pubblicazione: 13/04/2005
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