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Bruno Tommaso
Original Soundtrack from Charles And Mary
onyx Jazz Club (2014)
1. Wedding March (Versione1)
2. La Chiave
3. La Pulce Nell'Orecchio
4. Falsa Battuta Di Caccia
5. Messaggera D'Amore
6. Killing Lovers
7. Fuga Al Castello (Versione Con Quartetto D'Archi)
8. Rosso Cardinale
9. Fuga Dal Castello (Versione Con Quartetto Di Fiati)
10. Fredde Accoglienti Mura
11. Wedding Mrach (Versione 2)
12. Il Blues Dei 314 Servi
13. Funebre
Recorded At – Teatro Alfieri, Castelnuovo Di Garfagnana
Rossano Emili - Bass Clarinet Elisabetta Casapieri - Cello Bruno Tommaso - Composed By, Conductor Nino Pellegrini - Double Bass Paolo Corsi - Drums
Bruno Tommaso Jazz Workshop
Riccardo Parucci - Flute Marco Cattani - Guitar (2) Andrea Pellegrini - Piano (2) Fabrizio Desideri - Saxophone, Clarinet [Clarinets] Marco Bartalini - Trumpet, Flugelhorn Giacomo Riggi - Vibraphone Flaminia Zanelli - Viola Gloria Merani - Violin [1° Violin] Marco Domenichelli - Violin [2° Violin]
Bruno Tommaso è un musicista completo, non lo si scopre certo oggi. Da giovane
veniva presentato da
Giorgio
Gaslini come "bassista di livello internazionale", durante il famoso
Concerto alla statale fissato in uno dei dischi migliori del quartetto a nome del
maestro milanese. In seguito ha diradato la sua attività sullo strumento, preferendo
dedicarsi alla composizione e alla direzione d'orchestra. Attualmente è certamente
uno dei più affidabili conductors in circolazione nel nostro paese. Lo conferma
anche questo cd, immaginaria colonna sonora di una pellicola mai realizzata. La
storia a cui si ispira "Charles &Mary" è quella del conte Carlo Gesualdo e di sua
moglie Maria d'Avalos. E' una vicenda di amore e di morte con il nobile che compie
un vero e proprio delitto d'onore, uccidendo in modo premeditato la consorte e il
suo amante, dopo avergli teso una trappola. In questo modo la suite si dipana fra
titoli come "Wedding march", "La pulce nell'orecchio", "Killing lovers", "Fuga dal
castello" fino a terminare con "Funebre", momento solenne e conclusivo dell'opera.
Carlo Gesualdo, oltre che per la sua vita avventurosa, segnata da un assassinio,
è noto come musicista, autore di madrigali, sicuramente fra le personalità più interessanti
del Seicento in Italia. Bruno Tommaso, come afferma nelle note di copertina,
non ha voluto, però, "jazzificare o rivisitare" quello che ha scritto Gesualdo,
né prendere spunto da quelle arie celebri. E' partito da zero. Ha fatto tabula rasa
di possibili allettamenti per l'attualizzazione e ha composto un soundtrack del
tutto attendibile a corredo di un film di cui, purtroppo, non è stata girata neppure
una scena.
Il disco contiene bei temi e una cura meticolosa nell'armonizzazione
e nell'arrangiamento. Le situazioni si alternano, a seconda delle esigenze descrittive
della partitura. Ci sono, così, brani ricchi ritmicamente e altri segmenti pacati,
sognanti, dotati di un clima morbido, classicheggiante; a parti destinate agli archi
succedono sequenze in cui sono impegnati tutti gli orchestrali. Si assiste, in alcuni
brani, al dialogo fra la sezione dei fiati con violini, viola e violoncello per
far partire, poi, gli assoli sopra una base contraddistinta da colori variegati.
Altre volte il pianoforte suona swingante in trio con basso e batteria, quindi rientra
in gioco l'intera band. Pure la chitarra apre squarci cautamente rock, venendo fuori
dopo preamboli su registri tranquilli, meditativi. E' tutto felicemente organizzato
da un leader che sa molto bene come scomporre e ricomporre l'ensemble a sua disposizione,
traendo il massimo rendimento dai singoli e dal collettivo.
Il disco è stato inciso in Garfagnana ed è pubblicato dalla Onyx attraverso un benemerito
sostegno di azionariato popolare. Grazie a questo tipo di aiuto, promosso dal club
materano, abbiamo la possibilità di apprezzare ancora una volta le capacità di ideazione
e di guida di uno dei musicisti italiani più esperti e preparati, sempre in cerca
di nuovi territori in cui portare avanti la sua ricerca, puntando molto sul coinvolgimento
nei suoi laboratori di forze giovani e fresche.
Gianni Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 23/02/2015
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