Glenn Ferris Italian Quintet
Animal Love
Improvvisatore Involontario (2018)
1. Animal Love (Glenn Ferris)
2. Istanblues (Glenn Ferris) "
3. Five In China (Mirco Mariottini)
4. Calabrian Nights (Glenn Ferris)
5. St.James Infirmary (Anonimo)
6. Lo Scopo (Glenn Ferris)
7. When The Night Turns Into Day (Glenn Ferris)
8. W Ernest (Franco Fabbrini)
Glenn Ferris - trombone Mirco Mariottini - clarinetto Giulio Stracciati - chitarra Franco Fabbrini - basso elettrico Paolo Corsi - batteria
Glenn Ferris è un personaggio conosciuto dalle nostre
parti per le sue collaborazioni con
Enrico Rava
e Paolo Fresu,
fra gli altri, anche se, prima di tutto, il suo nome viene associato a quello di
Frank Zappa per aver fatto parte negli anni settanta di "Grand Wazoo" e di "Mothers
of invention". Non si possono dimenticare, inoltre, le sue incisioni con
Steve Lacy,
Stevie Wonder o con l'Orchestre National de jazz…..
Insomma, il trombonista americano può vantare un curriculum di
tutto rispetto su un fronte aperto a tutti i generi musicali. In questo cd troviamo
Ferris in compagnia di un gruppo di giovani e valorosi strumentisti, con cui ha
suonato in diverse occasioni nel nostro paese. Non si tratta, perciò, di un album
nato da un incontro estemporaneo fra il big statunitense e un quartetto di spalla,
ma di un progetto paritario rodato sul palcoscenico. La musica del disco è a firma
per la maggior parte del bandleader. Si contano, poi, una composizione di Fabbrini,
una di Mariottini e un classico del repertorio di
Louis Armstrong.
Nel disco si ascolta un jazz estroverso e trascinante, anche
se non mancano episodi meno carichi di calore, dove si usano toni quieti, non eccitati.
La base ritmica ondeggia fra scansioni rock, funky e qualche digressione nel latin
o nell'etnico, ed è mantenuta ad alto numero di giri dal basso flessibile di Fabbrini
e dalla batteria intraprendente di Corsi. Stracciati, con il timbro secco della
chitarra elettrica e tramite un fraseggio sobrio, dialoga con i due fiati o ne commenta
gli assoli con strappate idonee, insistenti. Glenn Ferris sprigiona un suono rotondo,
largo, dal trombone aiutandosi anche con le sordine, rifacendosi direttamente ai
modelli del jazz di New Orleans, saltando di piè pari il bop, per creare un ponte
ideale fra il dixieland e il contemporaneo. Mariottini segue le traiettorie disegnate
dal collega americano, rivelando, però, un eloquio vagamente intellettuale, meno
espansivo rispetto a quello del trombonista. Pure il clarinetto si disimpegna, però,
fra suoni puliti e sequenze giocate sulla ricerca di note plurime in un contrasto
virtuoso fra tradizione e avanguardia.
Fra le otto tracce dell'opera si fa preferire l'unico brano non
originale, "St.James Infirmary", impregnato di senso del blues fino al midollo,
dove la voce grassa del trombone, quella affilata e appuntita della chitarra e quella
pastosa del clarinetto si uniscono in un canto solenne e rituale.
"Animal Love", in conclusione, contiene otto takes di un jazz
robusto e attuale, non particolarmente complicato, sicuramente gradevole. In alcuni
pezzi, forse, ci si affida troppo all'abilità dei solisti anziché puntare sull'ingegnosità
degli arrangiamenti, ma complessivamente la musica marcia spedita come un treno
su buoni livelli dall'inizio alla fine. In particolare l'ascolto del cd ci fa apprezzare
l'abilità dell'italian quintet di tenere botta senza problemi di fronte ad una personalità
prorompente quale quella di Glenn Ferris.
Gianni Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 01/01/2020
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