NJI 001-003
|
Orchestra Atipica Jazz Bonamici ''Gruppone''
Malcontenta e altre storie
1. Nefertiti
2. Studio n. 1
3. Malcontenta
4. Il colombre
5. Flores Flores
6. studio n. 2
7. Nin
8. Erno
9. One For Alice
musica di Andrea Pellegrini, Giacomo Innocenti, Stefano Franceschini, Wayne Shorter
Manolo Nardi, Aiessio Bianchi - tromba, flicorno Giacomo Montanelli - trombone Lucia Neri, Elisa Azzarà - glauto Stefano Franceschini - sax soprano Piero Bronzi - sax alto, flauto Riccardo Filippo - sax alto Johnny Grieco, Emanuele Gaggini - sax tenore Giacomo Innocenti, Luigi Pieri - clarinetto, clarinetto basso Davide Dente - piano Giacomo Riggi - vibrafono Gabrio Baldacci - chitarra Nino Pellegrini - contrabbasso Marco Mariotti - basso elettrico Daniele Paoletti - batteria
|
Ogni musica racconta una storia. Il bello è che queste storie spesso sono
diverse per ciascun ascoltatore; a volte fanno da base ispiratrice o le si scoprono
criptate, dentro, dopo la musica, percorsi psichici che segnano le note come le
vie cave degli etruschi solcavano la terra, ai quali è divertente accostare personaggi,
vicende, nomi. Se vi capiterà di immaginare storie, se personaggi e le loro avventure
prenderanno vita, ascoltando il cd, avremo raggiunto il nostro scopo, anche se i
personaggi, dopo l'ascolto, dovessero svanire e anche se essi, se non nella musica,
non trovassero altra dimora, altro senso.
Nefertiti presenta il tema destrutturato
e riarmonizzato liberamente, con i valori azzerati per evidenziarne la pura dimensione
melodica: il tratto, alla Modigliani. E' appoggiato su una poliritmìa ottenuta da
un tempo swing e dalle terzine ostinate del basso, interrotta da ondate energetiche.
Sul solo di batteria il background, a gesti, è formato dalle note del tema, come
una serie. Il solo del sax è free.
Gli Studi n.1 e
n.2 sono basati su cellule minimali sovrapposte
(6 nel n.1 in 4/4, 5 nel n.2 in 7/4). Penso che questo meccanismo, pure limitato,
sia affidabilissimo: come i giochi dei bimbi del passato: le costruzioni, i Lego.
Parti obbligate fanno da base ritmica e da ambientazione generale; ogni esecutore
sceglie una cellula e la ripete. Si crea un terreno (politonale a volte) molto fertile.
Il direttore invita poi i musicisti a cambiare le cellule; combina a piacere le
sezioni e lancia i soli. Nello Studio n.2, agli effetti del n.1 si aggiunge l'instabilità
dovuta al metro polimorfo, in 7: qualcuno suona in 3+4, altri in 4+3, in 7/8 + 7/8,
in 5/8 + 2/8 X 2.
Malcontenta è ispirato dal personaggio della
storia di Harry Potter. Giacomo Innocenti mi ha segnalato poi una filastrocca
toscana che contiene la stessa parola: "Dirindina la moglie di Cecco/e le pecore
trentatré/se ne avesse un altro paio/metterebbe il pecoraio/Dirindina la malcontenta/babbo
tribola mamma stenta/babbo mangia bon bocconi/mamma tribola coi figliol…" (la
filastrocca è contenuta in un lavoro dei Rasenna, gruppo di musicisti maremmani
con, tra gli altri, Piero Bronzi:
www.rasenna.org). Nasce
da un'esercitazione di scrittura; le A sono basate su un blues, liberamente, le
B su un Anatole; gli accordi sono triadi con bassi estranei. Mirtilla Malcontenta
aveva incontrato un basilisco e era rimasta così, sospesa per l'eternità fra la
vita e la morte, piagnucolante e inferocita: un groviglio di essere e non essere…
I bassi sono doppi.
Il Colombre è ispirato a un racconto del
grande Dino Buzzati. Il Bolero di Ravel è evidente. Galleggia su un
epico ostinato del pianoforte, quasi una tauromachia musicale… Stiamo parlando del
senso di morte, uno dei cardini del sentire del ‘900. Ma la musica non può "essere"
il senso di morte, può solo cantarne. L'intro contiene un fraseggio su un D7 alt.,
possibile resa orizzontale dell'accordo che domina un po' tutto il pezzo e che appare
nell'intro del tutti e nel solo di batteria; poi, uno spunto seriale e lo stesso,
retrogrado, con valori vari; poi variazioni dell'idea iniziale spezzate dalle percussioni
e il tema.
Flores Flores è un omaggio a
Luca Flores;
non vuole significare altro. Le simbologie collegate alla targa dell'auto in cui
morì sua madre le lascio a altri. Il tema è dolce; l'ostinato ritmico serve a dar
vita al tema, il solo alla fine è su due accordi ripetuti, D7#11 e E7#11.
Il bel tema in 3 di Ermo è di Stefano
Franceschini. Ho cambiato solo il primo accordo; la sua versione riporta un
Fm/Maj7; ho messo un semplice Dm. Il tema è esposto da 3 flauti in un modulo di
3 gradi vicini, ricco di tensione.
Nin è la ballad, palindroma nel titolo e
nel tema, annunciata nel cd precedente, "Interferenze" (distr. Raving Records).
"In giapponese è l'equivalente fonetico di un ideogramma a forma di uomo stilizzato
che significa umanità nel senso di condizione dell'essere umano, ma anche tranquillità.
Nel buddismo nichiren è anche uno dei 10 mondi (condizioni vitali), detto appunto
il mondo di Umanità o Tranquillità che, come tutte le cose, ha un aspetto positivo
e uno negativo: l'individuo è in pace, non si altera, è calmo rispetto agli eventi...ma
si trova in una stasi di non-progresso, di inerzia che di fatto lo fanno regredire
al punto di partenza e rimanere in un cul de sac" (Giacomo Innocenti).
Le sigle sono anch'esse palindrome, a parte un punto in cui abbiamo cambiato
un accordo per via della direzione: non abbiamo intenzione di sacrificare la musica
a un'idea. Giacomo Innocenti si allena spesso con i palindromi… Il suo più
ganzo è "O donna t'amo, ma t'annodo!"!!
One For Alice è dedicato alla mia compagna,
Elisabetta Casapieri, al suo sorriso. E' pensato sul basso; il background
è realizzato dal direttore: a gesti, indica quale nota del tema scegliere (la n.1,
n.2 ecc.) e la figura ritmica e dinamica. Fa parte di una lunga serie di brani ispirati
a persone che ho in qualche modo care (alle loro storie o a impressioni, caratteri
che le riguardano) o a personaggi (Tolkien, i Macchiaioli, Modigliani…). Il giovane
Giacomo Riggi, col sestetto Formica, Gabrio Baldacci, Daniele
Paoletti, il contrabbassista 17enne Gabriele Evangelista,
Nico Gori
e uno dei migliori suoni di soprano d'Italia, Piero Bronzi, farà parlare
di sé!
Le estetiche di riferimento sono le seguenti. I tanti effetti-Mingus:
elementi esposti contemporaneamente non in senso contrappuntistico, né coloristico.
Inoltre, il doppio, la compresenza: collettivi, duetti, 2 bassi, doppie armonie,
cercando sempre l'affaccendarsi continuo di formichine melodiche. C'è chi ha sentito,
nel Group_One, Zappa, Ellington, Stravinskij. Ci sarebbe da meravigliarsi se tracce
di questi non ci fossero (oltre a Bruno Tommaso, Puccini, Mascagni, Ravel, Debussy,
Rachmaninov, Jim Morrison, i Blues Brothers, Parker, Coltrane, Satie, un sacco di
altri). Basta tenere le finestre aperte e la musica, tutta, entra, come il libeccio.
Così Tino Tracanna nelle note di copertina del primo cd, "Disordini Al
Confine" (distr. Materiali Sonori): "Suoni da ogni punto della terra e da
ogni momento del tempo…Tutto è contemporaneità. La storia è bellezza presente".
Ci pare, oggi, l'unico atteggiamento davvero sensato verso la musica.
Andrea Pellegrini
Constantini
Invia un commento
Questa pagina è stata visitata 4.167 volte
Data pubblicazione: 09/12/2006
|
|