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Valentino Tamponi
Turchese
Dodicilune Dischi (2011)
1. Turchese
2. Il Sogno
3. La Figlia di Raoul
4. Chiaroscuro
5. Gelo
6. Orizzonti Urbani
7. Note D'Inverno
8. Il Cielo di Basrath
9. Riflessione
Valentino Tamponi - chitarra
Emiliano Vernizzi - saxophones
Paolo Dassi - contrabbasso
Carlo Garof - batteria
Via Ferecide Siro 1/e
73100 LECCE
Tel. +39 0832.091231 - 0832.092478
Fax +39 0832.1831054
email: ufficiostampa@dodicilune.it
web: www.dodicilune.it
Per la sempre piú attiva label pugliese Dodicilune ecco venire alla luce "Turchese",
disco ad opera del chitarrista Valentino Tamponi e del suo quartetto, che
vede la presenza di Emiliano Vernizzi al sassofono, Paolo Dassi al
contrabbasso e Carlo Garof alla batteria. Turchese propone nove composizioni
originali che fin dalle primissime note lasciano intravedere la direzione artistica
scelta da Tamponi e dai suoi partner. Un suono clean, ovattato e compatto
al tempo stesso, dipinge infatti sin da subito uno scenario caldo e voluttuoso,
come sottolineato dagli arpeggi della title track.
Nella musica di Turchese non si possono non ritrovare il sole, il vento, l'orizzonte
visto da una calda spiaggia in cui male e cielo sono un tutt'uno. "Il Sogno"
e "La figlia di Raoul" confermano l'impressione di voler trasformare in musica
i suoni, i colori e gli odori della propria terra, mettendo da parte per un momento
ció che sta al di là dell'oceano, e allontanandosi pertanto dagli stilemi piú tipici
del jazz a stelle e strisce. Attorno al dialogo tra chitarra e sax si insinuano
efficacemente le linee di basso di Dassi e la ritmica, sostenuta e sobria al tempo
stesso, di Garof. Se in "Chiaroscuro" sono le parti a piú voci a portare
efficacemente avanti il discorso musicale, in Gelo è il sax ad esporre il tema,
con note lunghe e sofferte che a tratti ricordano il
Charles
Lloyd più melanconico (quello di Mirror per intenderci). L'atmosfera diviene
piú cupa e misteriosa in "Orizzonti Urbani", ricca di tensioni generate dal
contrasto tra le linee di basso, rese piú sofferte dall'uso dell'arco, e le note
acute, quasi stridule, della chitarra di Tamponi, che a tal fine si avvale anche
dell'uso di armonici naturali. Il brano lascia poi spazio ad una sezione in bilico
tra free e bop sapientemente elaborata. In "Note di inverno" si ritorna
alle atmosfere piú intimistiche ed evocative, in cui la componente melodica sembra
addirittura allargarsi, prendere il sopravvento, avvolgendo l'ascoltatore in un'onda
sonora che sembra voler valicare i confini nostrani per riunire le sonorità mediterranee
in un unico canto. Totalmente diverso il tema de "Il cielo di Basrah", dove
le armonie mediterranee lasciano il campo a riff esotici ed orientaleggianti dal
grande fascino che creano un sottile stato di tensione, quasi a fare da contraltare
all'atmosfera degli altri pezzi del disco, che si conclude con "Riflessione",
in cui il sax di Vernizzi e la chitarra di Tamponi accompagnano delicatamente l'ascoltatore
alla fine del viaggio intrapreso.
In ultima analisi "Turchese" rappresenta il riuscito tentativo da parte
di Valentino Tamponi e dei suoi compagni di esprimere la propria visione musicale,
distaccandosi rispettosamente ma al tempo stesso in maniera piuttosto netta dalla
"scuola americana" per approdare ad una concezione artistica (mediterranean jazz
verrebbe da chiamarlo) sostanzialmente più personale ed indipendente che non può
che farci attendere con impazienza gli sviluppi futuri di questo nuovo e interessante
discorso musicale.
Marco Sagliano per JazzItalia
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Data pubblicazione: 01/07/2012
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