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Fabio Delvo' Roots
Ancestral Meditations
FD Music Jazzport (2019)
1. Tra le nuvole
2. Icaro
3. Sugli alberi
4. Afarensis
5. Le origini
6. Precambriano
7. Neozoico
8. Erectus
9. Oblio
10. Habilis
11. Marcia funebre
12. Hadar
13. Taung
14. Nelle aree aperte
15. East side story
Fabio Delvò - sassofono contralto,
composizioni e arrangiamento
Radim Hanousek - sassofono baritono
Din Kadysheva - violoncello
Edgar Mojdl - theremin
Fabio Delvò è a capo di un nuovo quartetto internazionale.
Sono con lui il polistrumentista ceco Radim Hanousek, qui al sax baritono e la violoncellista
russa, di stanza a Brno, Din Kadysheva. Completa il gruppo un altro docente e poliedrico
musicista ceco, Edgar Mojdl, in questa incisione al theremin.
Delvò, nel disco, si è ispirato alla prima parte della storia dell'umanità, influenzato
da un libro sull'argomento avuto in dono dalla madre tanti anni fa. I titoli ripercorrono
proprio il cammino dell'evoluzione della vita sulla terra e di miti collegati all'argomento.
Si tratta di un concept album, quindi, strutturato in quindici brani tutti piuttosto
brevi, sotto i tre minuti di durata.
La musica del disco è di impianto cameristico, austera, scura, con squarci di luce
e di lirismo ad illuminare particolari frangenti. Il compositore varesino ha scritto
e arrangiato tutti i pezzi prevedendo, ovviamente, anche spazi per l'improvvisazione,
incastrati, però, in un ordito a maglie strette, ben delimitato. La personalità
dei jazzisti viene fuori comunque, anche in un contesto prossimo al genere classico-contemporaneo.
L'altosassofonista, infatti, guida i partner sciorinando assoli di spessore e profondità,
andando ad estrapolare dalle sue partiture spunti da ampliare e arricchire di
Blue Notes,
quando è necessario. Radin Hanousek raddoppia i temi all'unisono, sottolinea gli
aspetti ritmici dei pezzi, va di contrappunto con l'altra ancia, dimostrando una
considerevole intesa con il leader. La cellista Kadysheva proviene dalla scuola
accademica russa. "L'ho scelta perché i russi per tradizione hanno una marcia in
più nell'approccio agli archi…", dice Delvò. Nell'album si ammirano così sequenze
in cui i suoni allungati del violoncello vibrano carichi di tensione e di calore,
un pathos trattenuto, però, quasi con pudore. A modificare gli equilibri del trio,
o meglio ad aggiungere una voce apparentemente estranea e incoerente, è il theremin
di Mojdl, che, invece, conferisce effetti timbrici utili a spostare il registro
altrove, per disomologare, in un certo senso, il suono complessivo della formazione.
Fra le 15 miniature si fa preferire "Neozoico" per la carica ritmica, la semplicità
di una frase iterata e l'introduzione di note "sporche", da parte del sax, quasi
a voler evitare la bella pagina pulita, da incorniciare.
Il musicista residente a Ostuni, ormai pugliese di adozione, crede molto, e a ragione,
in questo progetto, aperto ad essere eseguito anche in duo, in trio o con l'accompagnamento
di altri strumenti, dal pianoforte ad una sezione di archi. E' già pronto, appunto,
un secondo capitolo di questa avventura. Per ora non rimane che sentire con attenzione
"Ancestral meditation", un lavoro situato oltre i generi musicali, ma che
può essere apprezzato da chi sa ascoltare una musica che racchiuda in sé trasporto
ed elementi evocativi non di secondo piano.
Gianni Montano per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 10/01/2021
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