|
Massimo Colombo
Tempered Blues
Ur Records (2017)
1. Decime in Monk
2. Gil Choro
3. Tre quintali
4. Dizzy
5. Blues for Egberto
6. Bach on Blues
7. Crash
8. Short Wayne
9. More Texas
10. Nuvole a Pescara
11. Chicken Bounce
12. Doctor Gershwin
13. Il tempo di Naco
14. Lune opposte
15. Walking in interno
16. Aula 12
17. Anche irregolari
18. Il passo di Marco
19. Blues in Fortaleza
20. Due caratteri
21. Rubik Rubik
22. Malinconia in tre
23. Alban
24. Pensieri di Ale
25. Acciacchi
26. Aereoporti di passaggio
27. Sognando il bello
28. Elis e Antonio
29. Sgambetti
30. Zanzare
31. Una persona dinamica
32. Valzer per un amico
33. Formiche al lavoro
34. Un pensiero triste
35. Da Charlie a Parker
36. La gara dei talenti
37. Attraverso un velo scuro
38. Un caso difficile
39. Saloon
40. Esercizi agli anelli
41. Sudore sulla spiaggia
42. Lavori forzati
43. Cerchiamo di capirci
44. Lo sbattimento
45. Velodromo
46. Cinque farfalle
47. Sana sonnolenza
48. Per sempre Bud
Massimo Colombo - virtual piano
Variazioni Goldberg in salsa Das wohltemperierte Clavier, oder Praeludia,
und Fugen durch alle Tone und Semitonia - alias, Il Clavicembale ben temperato
– in chiave di blues, con abbondanti messe di libera improvvisazione. In nuce, un'opera
importante, monumentale per
Massimo Colombo,
che attraversa gli stati del suo essere con piccole perle di saggezza pianistica
e compositiva, dal gusto variegato.
Il pianista e compositore milanese evoca la grande tradizione – della musica
classica, del jazz e del blues – con mezzi poco consueti: anzi, con un mezzo poco
consueto per l'abbisogna, perché gli ottantotto tasti non sono di un grand piano,
come ci si aspetterebbe, ma di un Kawai Vpc1 1 virtual piano, a cui il pianista
conferisce calore e vitalità degne d'altre epoche.
Quarantotto brani, brevi e intensi, che declinano il vocabolario d'ampio spettro
di Colombo: contemporaneo, tradizionale, epico, poetico, narrativo; ecco, Colombo,
indipendentemente dallo stilema evocato, è sempre narrativo, nel suo raccontare
storie che non necessitano di parole ("Gil Choro", "Lo sbattimento"
tra tutte). Se è vero che qui si attraversa tanto la storia della musica moderna,
quanto quella del pianoforte, l'impronta personale di Colombo è ben disegnata su
ogni brano, anche quando – come chiosa finale – dice a tutti che la musica si ritaglia
spazi molto più ampi delle strettoie imposte dalla categorie, e gigioneggia nel
mescolare la classica con il jazz e una spruzzatina di ragtime ("Per sempre Bud").
Qui non c'è alcun esercizio di stile: è un album sentito, costruito con ardore
e amore per la musica.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
Inserisci un commento
Questa pagina è stata visitata 1.095 volte
Data pubblicazione: 01/11/2017
|
|