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Massimo Colombo
30 giochi op.344 for piano
Just Push Play (2018)
1. Coriandoli
2. Pelota
3. Magie
4. Indiani & Cowboys
5. Vecchia bambola
6. Trenino
7. Altalena
8. Nascondino
9. Bolle di sapone
10. Guardie e ladri
11. Aquilone
12. Pasteli
13. Lotta
14. Bicicletta
15. Soldatini
16. Storie e poi
17. Mostri
18. Barchette
19. Costruzioni
20. Palla
21. Fionda
22. Palette e secchiello
23. Puzzle
24. Burattini
25. Corsa
26. Scherzi
27. Piano
28. Torno e vado
29. Mosca cieca
30. Scivolo
Massimo Colombo - pianoforte
Chissà quanti di questi giochi sono conosciuti dai ragazzini
contemporanei; oggi tutti persi nelle rifrazioni azzurrognole di uno smartphone
o in quelle più diafane di un tablet, alla ricerca di mostri, di guerre (come se
non ve ne fossero già tante in circolazione), di chat, di fotografie e di video
con trapper a buon mercato a infestare gli animi pre-adolescenziali. L'elenco suddetto
tradisce l'anagrafica del pianista, compositore e docente
Massimo Colombo,
che sciorina un palinsesto di divertimenti d'antan che, oggi, sanno di vintage.
Ciò che colpisce è come il musicista milanese sappia dare effettivo corpo musicale
a ogni singolo gioco: "Coriandoli" dispiega le note in modo liquido, a cascata
così come i piccoli pezzi di carta, lasciando vibrare nell'aria accordi (anche densi
e luminosi) e tenendoli in ludica sospensione. Arpeggia intorno a un tema swingante
in "Indiani & Cowboys", riscrivendo nei ricordi gli inseguimenti – e le battaglie
– che hanno visto protagonisti intere generazioni di spettatori. Gigioneggia, con
maestria, nel ragtime e dintorni, per suggerire lo sferragliare del treno in
"Trenino" e punta alle sovrapposizioni armoniche, alle microvariazioni e al
crescendo sonoro per trascinarci su di un'altalena ("Altalena", per l'appunto).
Trova, nell'angolino della memoria dei più agè, quello spazio che era dedicato alle
comiche speechless, musicando le guasconate tra "Guardie e ladri". E' fortemente
narrativo, nell'antitesi tra suoni gravi e acuti, nel raccontare come si faceva
la lotta, senza fare i bulli ("Lotta"). Non poteva non essere una marcetta
– sottintesa – a far da accompagnamento ai "Soldatini", così come va con
passo felpato a raccontare di come si giocava alle " Costruzioni": con acuta
e studiata lentezza.
Un album "dei ricordi", bello e satisfattivo con
Massimo Colombo
che tiene banco con gli ottantotto tasti sì come dirigesse un'orchestra per un'opera
che va letta (alias, ascoltata) nel suo insieme, senza ridurla in frammenti sonori.
In verità, Colombo avrebbe potuti aggiungere altri divertimenti: forse li ha tenuti
da conto per una prossima avventura musicale.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 01/09/2019
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