Il brano è basato su un particolare ritmo, di origine brasiliana, definito choro. Con questo ritmo sono stati composti molti brani, anche da jazzisti contemporanei, quindi, per chi non lo conoscesse, ho preferito introdurre la mia composizione con alcune informazioni essenziali sul termine.
Choro
Con il termine Choro si usa definire un piccolo complesso strumentale di origine brasiliana, formato da strumenti a fiato e a plettro. Gli strumenti a plettro possono essere mandolini, chitarre, cavaquinhos e hanno solitamente funzione di accompagnamento mentre gli strumenti a fiato rappresentano la parte solista e sono nella maggior parte dei casi flauto, tromba o clarinetto. Da qui il termine si applica anche alle composizioni di danze popolari caratterizzate da una forte melodicità e da passaggi tra il modo maggiore e minore. Tipico del choro è anche l'andamento ritmico, un continuo sincopato che accompagna la composizione in modo costante. La forma del choro fu inserita nel repertorio concertistico da Ernesto Nazareth (compositore e pianista brasiliano 1863-1934) e successivamente da Villa Lobos (1887-1959), che compose in questa forma per diverse formazioni.
Preludi apolidi op. 277
Questa composizione appartiene ad una raccolta di 19 brani per pianoforte dedicati a generi differenti, originalmente concepiti per pianoforte solo ma successivamente registrati in duo. Ogni brano, a parte il primo che è per solo piano, è registrato con uno strumento differente ed il numero 8 si accoppia alla bella voce di
Barbara Casini, una favolosa interprete della musica brasiliana, della quale è sicuramente una importante portavoce qui, in Italia. Alla voce di Barbara è affidato un ritmo simile a delle percussioni (da lei improvvisato) ed il tema, all'unisono con la voce superiore del pianoforte.
Nella parte pianistica è racchiusa sia la melodia che l'accompagnamento, è una scrittura a quattro voci in cui alla voce superiore (soprano) c'è la melodia (doppiata da Barbara), in quella più bassa (basso) il basso e nella zona centrale (tenore-contralto) l' accompagnamento armonico, sviluppato nel ritmo di choro.
Uniformando le quattro voci con gli stessi valori è più semplice analizzare le armonie ed individuare le sigle, come potete osservare di seguito per le prime 12 misure.
Lo stesso procedimento di armonizzazione è applicabile a qualsiasi armonia a
quattro voci, distribuendo due voci per ogni rigo. Nella chiave di basso (mano
sinistra) assegno 1 (tonica) e 7 mentre nella chiave di violino (mano destra)
completo l'accordo con le note mancanti, 3 e 5 o 5 e 3, come preferisco.
Applichiamo questa disposizione ad una scala armonizzata di Ab in posizione 1,
7, 3, 5.
L'applicazione più interessante sta nel muovere la nota più alta ed ascoltare la differenza armonica che ne deriva; potremo assegnare ad ogni cambiamento una sigla diversa, come nell'esempio che segue.
Cmi7 nella disposizione 1, 7, 3, 5.
Cmi7(b5) la voce di soprano scende di un semitono
Cmi7add11 la voce superiore scende ancora di un semitono
C7#9 scendendo ancora di un semitono cambio enarmonicamente il mi bemolle in re diesis ed il mi naturale diventa terza maggiore di Do. L'accordo diventa una dominante alterata.
Lo stesso procedimento è applicabile anche ascendendo di semitono in semitono ottenendo i seguenti accordi.
Posso ripetere lo stesso procedimento anche spostando il basso e mantenendo ferme le voci superiori, ottenendo altre possibilità, deducibili in sigle più o meno complesse.
Bma7#5 si ottiene cambiando enarmonicamente sia la 7minore che la 3minore dell' accordo precedente che diventano così settima e terza maggiori. La 5 diventa #5 nel nuovo accordo. Il basso scende di un semitono.
Eb/Bb il basso è sceso di un altro semitono, ritrasformo le note enarmonicamente ed ottengo un rivolto di Eb.
Eb/A è la sigla più semplice da usare per essere sicuri di avere queste note, altrimenti la sigla diventa più complessa da decifrare.
Posso sviluppare questo procedimento con qualsiasi nota dell'accordo di partenza, le possibilità sono infinite e danno modo di elaborare gli accordi in modo più contrappuntistico. E' un tipo di scrittura che si rifà al corale ma con sonorità più moderne e senza tenere conto delle regole di armonia tradizionale. Naturalmente consiglio comunque di studiare armonia tradizionale per avere un maggiore controllo dei movimenti.
Per quanto riguarda l'esecuzione del brano è importante mantenere saldo il ritmo senza essere rigidi, non avere cedimenti e far cantare la voce superiore rispetto alle altre. Per eseguire il glissato finale dovete sapere esattamente dove andrete a finire, quindi si tratta di avere ben assimilato le "misure" per poter prendere il passaggio a occhi chiusi.