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M.Clombo, F. Faraò, O. Zoboli, Y. Zamir, S. Del Mastro
Bach Off Beat
Crocevia di Suoni (2011)
1. Sonata II (Trio) in do minore BWV 526 Vivace;
2. Sonata II in do minore BWV 526 Largo;
3. Sonata II in do minore BWV 526 Allegro;
4. Agra Off Beat (O. Zoboli);
5. Sonata I (Trio) in mi bemolle maggiore BWV 525 Allegro;
6. Sonata I in mi bemolle maggiore BWV 525 Adagio;
7. Sonata I in mi bemolle maggiore BWV 525 Allegro;
8. So Sad Off Beat (M. Colombo);
9. Sonata VI (Trio) in sol maggiore BWV 530 Vivace;
10. Sonata VI in sol maggiore BWV 530 Lento;
11. Sonata VI in sol maggiore BWV 530 Allegro;
12. Folk Off Beat (M. Colombo).
Omar Zoboli - Oboe, sax soprano,
corno inglese
Massimo Colombo
- pianoforte
Yael Zamir - corno inglese, voce
Sergio Delmastro - clarinetto, clarinetto basso
Ferdinando Faraò - batteria
"Niente male quel Bach, se solo avesse avuto un buon batterista…." La
citazione di Keith Richards, irriverente come si conviene al personaggio, torna
in mente ogni volta che il "maestro di cappella" viene trascinato in ambito contemporaneo.
E dire che in realtà di ottimi batteristi, seppure a posteriori, Johann Sebastian
ne ha ne ha avuti tanti, a partire da Kenny Clarke e Connie Kay del glorioso Modern
Jazz Quartet guidato da John Lewis, che a Bach ha sempre guardato con devota ammirazione.
Le rivisitazioni in ambito jazzistico non si contano, basterebbe ricordare i nomi
di Jack Loussier, degli Swingle Singers (chi non conosce la celeberrima sigla di
"Quark"?).
Sono proprio questi i riferimenti d'obbligo di questo progetto, una sorta di
"Bach with rithm", in cui un batterista ed un pianista "di jazz" – Ferdinado
Faraò e
Massimo Colombo - si insinuano in una classica formazione da camera,
con tanto di oboe, corno inglese e clarinetto basso.
In particolare il pianista
Massimo Colombo,
frequentatore sia del jazz che della musica "colta", sembra essere il regista del
progetto, cui si prestano volentieri, con il gusto dell'improvvisazione e, perché
no, del divertimento, gli austeri professori d'orchestra Omar Zoboli all'oboe, sax
soprano e corno inglese, Yael Zamir al corno inglese ed alla voce e Sergio Delmastro
al clarinetto e clarinetto basso.
Le tre sonate di Bach, in tre movimenti ciascuna, opportunamente riarrangiate, sono
alternate a tre composizioni originali, brevi pause di "riflessione improvvisata":
"Agra Off Beat" di Omar Zoboli – con i profondi vocalizzi della voce di Yael
Zamir, più vicini alla musica contemporanea che a Bach – "So Sad Off Beat"
e "Folk Off Beat" due performance di
Massimo Colombo,
che spaziano tra George Gershwin e suggestioni lusitane.
Il risultato finale è un album quanto mai piacevole ed intrigante, anche se potrebbe
fare arricciare il naso sia ai "rigorosi" appassionati di musica classica, che ai
"talebani" della tradizione afro-americana. D'accordo, forse non si può definire
un album "di jazz", manca quel "senso del blues" che sprizzava da ogni nota di
John Lewis e Milt Jackson, ma oggi come oggi, stabilire i contorni
di questa parola magica è diventata impresa impossibile, se non del tutto inutile.
Tutti gli altri, coloro che hanno voglia di fruire l'arte senza troppi steccati
ideologici, potranno godere dell'ottima musica barocca, suonata ai massimi livelli,
accompagnata dalle spazzole di una batteria che farà battere il piedino a chiunque.
Seguiamo quindi l'assunto di Mario Brunello, che ha sempre affermato, senza dubbio
alcuno: "Bach è buono per tutti, indispensabile per tutti" e lasciamoci irretire
da una trama musicale che, a trecento anni di distanza, regge davvero bene qualsiasi
rivisitazione.
Roberto Biasco per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 02/09/2012
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