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Black Saint - 128038-2
photo by Pino Ninfa

Ferdinando Faraò
Eschersuite


1. Cigni

2. Sempre più piccolo
3. Sole e luna
4. Relatività
5. Improzen

All compositions by Ferdinando Faraò
except #2 by F. Faraò and Massimo Giuntoli

Ferdinando Faraò drums, percussions
Michele Benvenuti trombone
Enea Coppaloni electric bass
Simone Mauri clarinet, bass clarinet
Valerio Scrignoli electric guitar, electronics

Ascoltando Eschersuite ho creduto di trovarmi di fronte ad un disco un po' fuori dalle righe, musica nuova, soprattutto nel rapporto con la musica odierna, o di fronte a certe estremizzazioni delle avanguardie musicali europee, che tradiscono al loro interno, formule, forse, obsolete ma comunque affascinanti per il messaggio che lasciano. Ma non è stato del tutto così...

Proprio sotto l'egida della commistione di arte visiva e di produzione sonora nasce questo progetto culturale di Ferdinando Faraò.

Ispirato da alcuni disegni "senza tempo", creati su "scenari tanto impossibili quanto credibili" di Maurits Cornelis Escher (1898-1972, famoso incisore olandese, autore di xilografie e litografie in cui dettagli realistici producono effetti fantastici dovuti ad artifizi ottici), Faraò, con i suoi compagni di avventura, traduce alcune opere del maestro olandese in suoni, moduli ritmici, sequenze armoniche, onomatopee musicali, nei quali si palesa quell'amore per un certo gusto di jazz-rock e di progressive-rock che ha avuto insigni precedenti nei Genesis, nei King Crimson, nei Soft Machine, in Frank Zappa, e perché no, nel nostro Perigeo e nel gruppo Area. Come avrebbe detto qualcuno, Faraò ha operato una traduzione intersemiotica.

La risultante di questo progetto è una musica che, sebbene ispirata ad un'arte senza tempo, libera da ogni vincolo ideologico-culturale, rimane un po' imbrigliata nelle sequenze ritmiche, ipnotiche quasi, di brani come Cigni, manifesto di questo cd, o di Sempre più piccolo, in cui spadroneggiano il cromatismo, piccolo re di contestazione, e gli arpeggi in tutte le salse!

Dopo un'introduzione nello stile di Robert Fripp, affidata alla chitarra di Valerio Scrignoli, si evidenziano i caratteri crepuscolari di Sole e Luna, una lenta marcia scandita dalle percussioni di Faraò e dal tema all'unisono del trombone e del clarinetto, da cui prende vita un duettare improvvisato di Michele Benvenuti e di Simone Mauri, sul finire del brano.

Relatività, ispirata ad un'altra litografia del 1953, racconta un po' meglio il cammino di questo gruppo, il quale riesce bene a districarsi in quelle trame compositive della musica jazz-rock-progressive. Obbligati ritmici, scanditi dal pulsare metronomico di Enea Coppaloni, chitarra distorta e martellare ritmico, dànno il senso a questo brano…

E così con Improzen si chiude questo disco che ci fa riflettere sulle molteplici e variegate formule artistico-musicali che ancor oggi abbiamo l'onore di ascoltare e che comunque raccontano cose gia appartenute alle cosiddette avanguardie storiche.

…musica forse libera dalla quotidianità!
Dino Plasmati

 

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Data pubblicazione: 14/11/2003





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