Vittoria Jazz Festival – Music & Cerasuolo Wine Direttore artistico:
Francesco
Cafiso Vittoria (Rg), 28 maggio-19 giugno 2011
di Vincenzo Fugaldi
Alla quarta edizione, il festival di Vittoria si conferma come uno dei più importanti
eventi musicali organizzati sul territorio siciliano. La formula prescelta dal direttore
artistico è quella di dilatare nel tempo gli incontri musicali, concentrandoli in
quattro fine settimana della tarda primavera, valorizzando uno dei quartieri più
suggestivi della città, la restaurata Piazza Enriquez, e coinvolgendo, grazie ad
una accorta programmazione di qualità, e a partecipatissime jam session notturne,
una quantità di pubblico davvero rilevante, composto in parte da giovani e giovanissimi,
portatori di un entusiasmo che fa davvero ben sperare sul futuro del jazz, almeno
in questa parte della Sicilia.
I musicisti residenti che conducono le jam session sono gli Urban Fabula:
Sebi Burgio al pianoforte, Alberto Fidone al contrabbasso e Peppe Tringali alla
batteria, affiancati da ospiti di rilievo come il sax alto di Giuseppe Asero
e dallo stesso direttore artistico, e dal flicorno di
Dino Rubino.
Spesso le serate dopo i concerti di Vittoria si trasformano in entusiastici e festosi
happenings, tra standard, blues, marcette, tango, latin e tanto altro.
Ill palco del festival (allestito in uno spazio interno causa maltempo) ha visto
in scena uno dei gruppi più importanti e longevi della scena italiana, il quartetto
di Franco
D'Andrea con Andrea "Ayace" Ayassot al sax alto e al sopranino ricurvo,
Aldo Mella al contrabbasso e Zeno De Rossi alla batteria. Rigore e
libertà, strutture e creatività, innovazione e tradizione sono le coordinate di
riferimento di gran parte dei progetti di D'Andrea, e il quartetto, che si è costituito
nel 1996, è un esempio luminoso di come la tecnica
sublime di tutti i componenti si metta al servizio dell'espressione musicale in
una interazione totale. Brani originali di breve durata, per un set di superba essenzialità,
limpido e cristallino, che valorizzava, oltre al pianoforte del leader, la grande
fantasia percussiva di De Rossi, l'elegante suono di Mella e il fraseggio pertinente
di Ayassot.
Il quartetto T.N.T (Travel Notes Tour) del contrabbassista Rosario Bonaccorso,
con Andrea Pozza
al pianoforte, Nicola Angelucci alla batteria e
Fabrizio Bosso
alla tromba, ha recentemente inciso con questa formazione per l'etichetta Parco
della Musica Records il cd «Cammino», e a Vittoria ha proposto le musiche
in esso contenute. Il jazz suonato dai quattro è comunicativo, maturo e coinvolgente,
attento alle dinamiche e agli sviluppi melodici, calato nella tradizione ma aperto
e aggiornato. Bonaccorso compone valorizzando le notevoli competenze esecutive proprie
e dei partner, e stabilisce in concerto un rapporto di pacata colloquialità con
l'uditorio. Durante il gradevolissimo set si sono potute apprezzare le sue ben note
doti di strumentista attento alla qualità del suono che talvolta usa accompagnarsi
con sapidi vocalizzi, insieme alla versatilità e all'esperienza di Pozza, alla freschezza
esecutiva di Angelucci e alla sempre funambolica verve solistica di Bosso. Tra i
titoli dei brani eseguiti, Maria e Maria, In cammino, Spring Has
Gone, Earth Kiss, Un Poco Bop, Rosa di Ionia, Vienna.
Il quartetto di
Max Ionata
(sax tenore e soprano), con
Luca Mannutza
al pianoforte, Nicola Muresu al contrabbasso e
Nicola Angelucci
alla batteria ha portato a Vittoria le belle musiche incise nel recente cd «Dieci»
(Via Veneto Jazz). Gruppo ben collaudato e coeso, ha presentato un programma
di hard bop fresco e solare, tra standard (Who Can I Turn To) la colemaniana
When Will The Blues Leave e composizioni originali (La talpa e
Lode 4 Joe di Ionata, Turn Around e Mi diverto di Mannutza). La
forza del quartetto risiede anche nelle notevoli capacità dei singoli: solido ed
essenziale il walking di Muresu, elastico il drumming Angelucci, in costante evoluzione
il pianismo di Mannutza, validissimo anche come compositore. Sia al tenore che al
soprano – che talvolta filtra con apparecchiature analogiche – Ionata è un solista
che si innesta nella grande tradizione mainstream sassofonistica con approccio convinto
e maturo.
Il chitarrista olandese Jesse Van Ruller si è esibito a Vittoria con
un giovanissimo batterista di Rotterdam, l'appena ventiduenne Mark Schilders, e il tedesco Florian
Ross all'organo Hammond. Forte di esperienze con grandi nomi del jazz, tra cui Roy Hargrove, Van Ruller è strumentista efficace e comunicativo, ben
collocato nella via maestra del chitarrismo jazz. Il trio ha proposto un repertorio
che andava da composizioni originali proprie (Amsterdam, Here Comes
The Sun - stesso titolo, ma niente a che vedere con la canzone dei
Beatles), di Ross (Serene, Elbow Room) a standard come l'ellingtoniana
Isfahan.
A Vittoria, la sera del 12 giugno è approdato il vascello di quattro spericolati
naviganti, tre sardi (Antonello
Salis, pianoforte, tastiere, fisarmonica; Gavino Murgia, sax
soprano,voce; Paolo Angeli, chitarra sarda preparata,voce) e uno statunitense
(Hamid Drake,
batteria). Insieme hanno il nome di Giornale di bordo, dal titolo del cd inciso
per la S'ard Music nel 2010. Un concerto di
Giornale di bordo è una festa collettiva, un fluire ininterrotto di gioia ed energia
tra i musicisti e il pubblico. L'intrecciarsi tra la vitalizzante forza percussionistica
di Hamid Drake,
le corde insolite e creative di Angeli, il solismo travolgente di Murgia e l'istrionica
e discreta regia di Salis hanno determinato oltre ottanta felicissimi minuti densi
di avvenimenti musicali, tra ironia, sorriso, ritmi festosi, piacere di suonare
e di essere insieme. Si sono ascoltati, in mezzo al creativo vortice improvvisativo,
alcuni dei temi del disco, dalla beatlesiana Dear Prudence all'antico canto
sardo di Corsicana Tarantina, a Ciao Pina, Suerte, I quattro
con l'Ave Maria.
Accompagnato da un trio tutto italiano (Giovanni
Mazzarino, pianoforte;
Paolo Benedettini,
contrabbasso; Stefano Bagnoli, batteria), il veterano
Steve
Grossman ha dato una impareggiabile lezione di classicità. Poggiando
su un trio ispirato e visibilmente affascinato dalla sua personalità, Grossman ha
fatto sentire a lungo il suo noto splendido sound e il fraseggio testimone della
grande tradizione del sax tenore, con particolare riguardo a quella rollinsiana.
Repertorio di notissimi standard che ha dato modo al trio di mostrare tutto il proprio
solido swing, da Star Eyes all'ellingtoniana In A Sentimental Mood
con un assolo del pianista mirabile per essenzialità, a Good Bait e al
festoso calipso finale, in cui Grossman ha invitato sul palco
Francesco
Cafiso, e insieme hanno dato vita a una memorabile chase che
ha concluso al meglio l'applauditissimo concerto.
Il festival organizza anche il Vittoria Rotary Jazz Award, cui hanno partecipato
sedici artisti provenienti dall'Italia e dall'estero. Alla serata finale del 17
giugno sono stati premiati il sassofonista di Prato Marco Ferri (1° posto),
il trombonista peruviano Humberto Amesquita (2° posto), il contrabbassista nisseno
Giuseppe Cucchiara e la cantante di Castelvetrano (Tp) Federica Foscari (3° posto
ex equo). Tra gli altri finalisti, da citare la giovane cantante marsalese Roberta Genna, che ha mostrato notevoli stile e personalità.
A chiudere il festival non poteva che essere
Francesco
Cafiso, con il suo quartetto composto da
Paolo Birro
al pianoforte, Marco Micheli al contrabbasso e Francesco Sotgiu alla
batteria. Repertorio di collaudatissimi standard di Parker, Davis, Ellington, Gillespie,
Monk (Ornitology, Milestone, Passport, All Too Soon,
Prelude To A Kiss, Criss Cross, Woody'n'you, Introspection,Take The A Train) reinventati con gusto dalla maestria dei quattro,
risultato di un amalgama tra la sfrenata fantasia solistica del leader, l'approccio
intellettuale del pianista, il metronomico sostegno del basso e la incessante carica
ritmica del batterista, e un doveroso bagno di folla in una piazza colma all'inverosimile
per un caldo abbraccio dei suoi concittadini e del folto pubblico accorso da altre
città.