Jazzitalia - William Parker Double Quartet: Alphaville Suite<br></b><i>Music Inspired By The Jean Luc Godard Film</i>
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ROGUEART
ROG-0010

Distribuito in Italia da:
JazzTodayDistribution
via Morazzone 8 - Varese
www.jtdistribution.net
William Parker Double Quartet
Alphaville Suite
Music Inspired By The Jean Luc Godard Film


1. Alphaville Main Theme
2. Journey to the End of the Night
3. Natasha's Theme I
4. Interrogation
5. Alpha 60
6. Doctor Badguy
7. Oceanville Evening
8. Civilization of Light
9. Outlands
10. Natasha's Theme II

William Parker - bass
Rob Brown - saxophone alto
Lewis Barn - trumpet
Hamid Drake - drums
Mazz Swift - violin
Jessica Pavone - viola
Julia Kent - cello
Shiau-shu Yu - cello
Leena Conquest - vocals






Q
uesta volta è stato un film degli anni '60 ad ispirare il contrabbassista William Parker per la sua recentissima produzione discografica, Alphaville Suite, realizzata per l'etichetta francese Rogue Art distribuita in Italia dalla Jazz Today Distribution. Il contrabbassista americano attraversa un periodo di grande fecondità artistica e le sue produzioni destano sempre molto interesse così come la sua attività di session man in progetti di altri musicisti. Anche in questo caso le motivazioni che lo hanno ispirato sono sicuramente curiose, Parker scrive, nelle note di copertina del cd, di aver visto il film Alphaville di Jean Luc Godard per la prima volta negli anni '70 alla televisione americana e di esserne rimasto affascinato. Nel film si racconta di una città del futuro governata da uno scienziato cattivo che la controlla attraverso un computer. Come ricorderà chi ha visto il film la storia si evolve con l'arrivo di una sorta di James Bond del passato, l'agente Lemmy, che ha il compito di fermare le cattiverie dello scienziato. Non starò adesso a raccontarvi il finale per lasciarvi il gusto, nel caso la vostra curiosità fosse stata sollecitata da queste poche righe, di andarvi a rivedere il film in questione, ma piuttosto mi preme riportare quanto aggiunge ancora Parker ovvero: di aver individuato una certa similitudine fra le caratteristiche narrative della storia del film e l'insieme improvvisazione/composizione della sua musica. Ed è così che ha provato a suo modo a scrivere una colonna sonora alternativa pensando bene di unire insieme il suo quartetto di base, con Rob Brown all'alto sax, Lewis Barnes alla tromba, Hamid Drake alla batteria e Leena Conquest special guest vocals in due brani, ad un quartetto d'archi tutto al femminile con Mazz Swift al violino, Jessica Pavone alla viola, Julia Kent e Shiau-Shu Yu ai violoncelli.

Dieci composizioni originali scritte dallo stesso contrabbassista e il gioco è fatto a partire dalla prima traccia, Alphaville Main Theme, in cui la sintesi fra i due quartetti è già ben riuscita, ma non solo, sono infatti i suoni che i due ensemble riescono a ricreare a dare perfettamente l'idea, pur sviluppandosi secondo gli stilemi del jazz, di una colonna sonora per film di genere poliziesco. L'amalgama sonoro fra i fiati e gli archi è sorprendente tanto quanto la libertà espressiva che riescono a concedersi mentre la sezione ritmica da completezza all'insieme. Ma mano che si va avanti nell'ascolto i presupposti già evidenziati nella prima traccia accrescono la loro consistenza e dopo Journey to the end of the night, dove si ascolta fra l'altro un solo straordinario di Rob Brown al sax, contrappuntato dai pizzicati degli archi del quartetto, entra in gioco Leena Conquest nel brano Natasha's Theme 1, il suo canto di speranza è accompagnato da archi, contrabbasso e batteria. Poi due brani giocati su uno strettissimo interplay, fra archi e percussioni in Interrogation, mentre in Alpha 60 si aggiunge la tromba di Lewis Barnes.

I due quartetti tornano ad integrarsi nella traccia n.6, Doctor Badguy ed, in Oceanville Evening, sono gli archi ad essere lasciati liberi d'esprimersi generando 3 minuti sublimi di musica contemporanea. L'apice dell'integrazione fra i due ensemble si realizza in Civilitazion of Light con i solo di fiati e archi in una interazione che oscilla tra il free jazz e l'avanguardia.

Grande opera insomma questa di Parker e soci, per come è stata pensata concepita e realizzata, una piacevole divagazione o diversificazione, che dir si voglia, che certifica le grandi doti del contrabbassista americano che nel suo jazz ha saputo inglobare i caratteri essenziali e irrinunciabili della musica afroamericana, ed in questa incisione ne da un ulteriore testimonianza insieme ad un altro grande musicista come Hamid Drake e grazie anche ai suoi fidi Brown e Barnes, ma nel contempo ha saputo attingere altrove intuendo possibili commistioni che hanno aggiunto una varietà invidiabile alla sua pur abbondante produzione. Con questa Alphaville Suite, caratterizzata in primo luogo dalla felice intuizione dell'inserimento di un quartetto d'archi, Parker ha dimostrato di essere oltre che un musicista anche un attento osservatore critico della realtà perchè la scelta di riscrivere la musica di Alphaville non è certo casuale ma dettata da una profonda riflessione che lui descrive così: "...il mondo dei computer si evolve velocemente oscurando il naturale progresso umano e ciò che rimane è solo la poesia che vive in tutto ciò che è meraviglioso: la poesia vive nel cuore dei musicisti, dei pittori, degli scrittori, dei ballerini, dei registi e degli attori, sono loro che possono mantenerla viva per il futuro".
Giuseppe Mavilla per Jazzitalia








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Video:
William Parker&#39;s Jeanne Lee Project - Vision Festival 2003
William Parker&#39;s Jeanne Lee Project - Song Foe Jeanne LeeThomas Buckner, Ellen Christi, Jay Clayton, Lisa Sokolov : vocalsRob Brown, Henry War...
inserito il 10/06/2007  da anthdb45 - visualizzazioni: 5069


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Data pubblicazione: 18/05/2008

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