Esbjörn Svensson
piano
Esbjörn
Svensson appartiene a quella cerchia di musicisti che hanno scelto di suonare
il pianoforte; al tempo stesso però egli è alla ricerca del suono della chitarra.
Egli però non si limita a questo bensì sperimenta anche gli accenti percussionistici
e al tempo stesso si lascia ispirare dalla musica orchestrale.
Molto attento a mantenersi sempre in uno stile medio, Svensson integra la
propria musica con elementi elettronici che conferiscono ai suoi concerti una precisa
originalità musicale. Il suo stile si completa di suoni armonici e melodici e di
sorprendenti variazioni.
La sua musica è un'opera d'arte, che non reclama nessuna sicurezza stilistica
e che di conseguenza trae valore da se stessa.
Apertura, curiosità e in parte anche il caso, sono le radici dell'origine
musicale di Esbjörn Svensson: "Suono il piano,
perché a casa non avevamo nessun altro strumento. In realtà mi sarebbe piaciuta
più la batteria. Quando ero piccolo me ne costruivo per esempio una con dei vecchi
barattoli di colore e provavo a suonare come "Sweet" con "Ballroom Blitz".
Poi è arrivato Magnus Öström con la sua ed io sono rimasto al pianoforte.
Siamo cresciuti insieme e abbiamo fatto fin dall'inizio musica insieme. Quando Magnus
ha ricevuto in regalo la sua prima batteria, si è messo di fronte a me e abbiamo
iniziato semplicemente a suonare. Non avevamo assolutamente idea di come si facesse
musica, però ci piaceva. In questo modo la nostra musica ha potuto evolversi nel
tempo in maniera molto particolare, perché non abbiamo avuto un maestro e nessuno
ci diceva come davvero si dovesse suonare".
Esbjörn Svensson nasce nella città svedese di Västeras nel
1964.
Sua madre suona musica classica al pianoforte, suo padre ama Elligton ed egli ascolta
per radio la nuova dilagante musica pop.
Al
suo primo gruppo musicale dei tempi della scuola, seguirono i successi alla High
School e tre anni di lezioni di pianoforte. Quattro anni di studio all'università
di Stoccolma lo aiutano ad ampliare le sue conoscenze autodidatte, così che dalla
sua giovanile leggerezza musicale riesce a sviluppare una propria creativa sicurezza.
Si lascia influenzare da spunti molto diversi quali quelli di Jan Johansson
a Chick Corea, fino a Keith Jarrett, dalle cui particolarità stilistiche
forma la sua personale immagine del jazz.
Dalla metà degli anni Ottanta Svensson diventa la figura del musicista ispirato,
sulla scena svedese e danese. Nel 1990
fonda il suo trio personale, ma
soltanto dal 1993
ha l'impulso di presentarsi al pubblico, perché aveva
conosciuto il contrabbassista Dan Berglund. È affascinato dalla capacità
di questi di compiere delle variazioni e riesce ad averlo nella sua band.
Nello stesso anno lo Svenssons Trio debutta con "When
Everyone Has Gone" (Dragon), seguito nel
1995
dall'album live "Mr.
& Mrs. Handkerchief" (Prphone), nel
1997
da "Est
Plays Monk" (BMG) e nel
1998 da
"Winter In Venice"
(BMG).
Da virtuoso di piano qual è Svensson inizia a raccogliere innumerevoli premi.
Viene nominato nel 1995
e nel 1996
musicista jazz dell'anno in Svezia
e nel 1998
compositore dell'anno.
Insieme a musicisti quali Alex Riel, Mads Vinding, Victoria
Tolstoy ("White Russian",
Blue Note 1997) e soprattutto Nils Landgren, Svensson viene conosciuto anche
al di fuori della Scandinavia. Farà in modo che il concerto dei Funk Unit
di Nils Landgren diventi uno dei punti focali del Festival Jazz di Montreaux.
Con l'album "From Gagarin's Point
of View", registrato dal Maggio al Novembre
del 1998
lo Svensson Trio fa ancora un passo avanti. La complessità
della composizione e la stratificazione che ne deriva si fondono con una delicatezza
ritmica per la necessaria porzione di musica Groove ed un andamento melanconico.
Gli undici brani associano pretesa e spirito, individualità e scambio, concetto
e visione con una furba casualità ad un'attuale panoctico di possibilità di improvvisazione:"Per
noi era importante, lasciar fluire la musica. Perciò era adatto anche il particolare
titolo che Magnus aveva pensato. Gagarin è stato il primo essere umano, che abbia
potuto vedere la terra dallo spazio. Da lassù nella solitudine ha dato uno sguardo
a tutto quello che accadeva qua sotto. Questo pensiero ci ha dato l'idea del titolo
e di tutto l'album".
Così nel Luglio del
1999
il pianista è di nuovo a Montreaux, questa volta
a capo della sua propria band. Durante le ore della notte, quando già gli altri
colleghi si trovano nei bar a sguazzare nei fiumi di cocktail, Svensson,
Öström e Berglund salgono sulla scena e riescono, così come alcune
settimane precedenti al Jazz-Baltica Festival di Salzau, a legare a se in
pochi attimi le persone presenti nella Miles Davis Hall.
Con il materiale del loro attuale cd "From
Gagarin's Point of View" (ACT 9005-2)
in tasca, invitano i nottambuli presenti ad un allettante e multicolore spettro
di suoni tra Groove e musica moderna, sprofondamento e libertà, armonia e contrasto.
Anche qui un'esplosione d'entusiasmo, nonostante l'ora inoltrata.
testo di Marty Cook e
Ralf Dombrowski
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30/08/2009 | Laigueglia Percfest 2009: "La 14° edizione, sempre diretta da Rosario Bonaccorso, ha puntato su una programmazione ad hoc per soddisfare l'appetito artistico di tutti: concerti jazz di altissimo livello, concorso internazionale di percussionisti creativi Memorial Naco, corso di percussioni per bambini, corsi di GiGon, fitness sulla spiaggia, stage didattici di percussioni e musicoterapia, lezione di danza mediorientale, stage di danza, mostre fotografiche, e altro." (Franco Donaggio) |
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Data pubblicazione: 05/08/2001
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