Intervista con Edmondo Canonico direttore artistico del Jazz Festival Chiasso, Tremezzina Music Festival e
dell'Otranto Jazz Festival. novembre 2014 di Alceste Ayroldi
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Nuovo appuntamento con il sistema jazzistico. Parla Edmondo
Canonico, direttore artistico del Jazz Festival Chiasso, Tremezzina Music Festival
e dell'Otranto Jazz Festival.
Edmondo, come nasce al tua passione
per il jazz?
La spinta è stato il mio concerto dal vivo degli Area e poi lo studio dell'oboe
e del sax (fans degli Oregon e Paul McCandless)
Quando e perché hai deciso di fare il direttore artistico?
Sono stato coinvolto dal mio amico e collaboratore da sempre Gianni Dolci tramite
il Como Jazz Club
Ti occupi di più rassegne geograficamente
distanti: Tremezzo, Chiasso e Otranto. Potresti descriverci le tre realtà?
Il periodo che si svolge: Chiasso a febbraio e quindi al chiuso, mentre Otranto
e Tremezzo in estate luglio e agosto, nelle piazze al parco; Otranto coinvolge anche
Maglie e quest'anno forse anche Minervino, a Chiasso c'è la formula di 2/3 concerti
a serata anche molto distanti tra loro come tematica, infatti si finisce sempre
con un Dj-set; Tremezzo è collegato assieme ad un festival rock, e i concerti sono
due per le due serate di jazz stessa cosa per Otranto. Chiasso ha un respiro molto
internazionale mentre gli altri due si concentrano molto sui musicisti locali eccellenti
e nazionali che si distinguono in giro per il mondo, a Tremezzo viene invitato il
vincitore della sezione giovani del Top Jazz.
Nella programmazione c'è un filo rosso che lega questi
tre festival?
In parte, Chiasso ha sempre una tematica anche se poi non viene rispettata, ed ha
un'anteprima al teatro sociale di Como, mentre Otranto e Tremezzo li accomuna il
doppio concerto per ogni serata. Si è cercato anche di fare un gemellaggio dei tre
festival, ci riproveremo
Come effettui le scelte artistiche?
Soprattutto da quello che ascolto, quello che ascolto in giro ai tanti concerti
che assisto e poi ovviamente sento e ascolto le proposte dei musicisti e anche i
pareri dei nostri spettatori
Come scegli i tuoi collaboratori?
A Chiasso c'è un comitato artistico formato da sette persone, a Tremezzo sono io
Gianni Dolci e Marco Zanotta istituzione comunale, a Otranto sempre
Gianni Dolci, Raffaele Santoro e Maria Josè Galindo.
Quali sono le tendenze del pubblico? Quali concerti sono
più affollati?
In genere il pubblico vorrebbe sentire gli artisti che si sentono più in giro che
appaiono anche in Tv, comunque il concerto di qualità è sempre apprezzato, a Chiasso
nelle serate c'è anche un cambio di pubblico perché si inizia con il concerto jazz
poi un after ed infine il Dj-set nel corso della serata si hanno situazioni molto
differenti.
E' possibile fare un identikit del pubblico? Noti differenze
tra le tre realtà?
A Chiasso tutti i concerti sono a pagamento e quindi vengono e cercano ed ascoltano
gli artisti inseriti nel cartellone, ad Otranto e Tremezzo sono gratuiti e quindi
si ha anche un pubblico più distratto che magari ascolta qualcosa e poi va via anche
se devo dire che il pubblico è sempre molto attento.
Hai notato che il pubblico ha modificato i suoi gusti nel
corso del tempo? Se la risposta è sì, come sono cambiati?
Sicuramente, adesso sono più bombardati dalla tv, internet, cellulari e quindi conoscono
molto anche l'ambiente e i protagonisti del jazz.
Riesci a creare partneship di tipo culturale con altre
forme d'arte? Ne avete tratto giovamento da questa sinergia?
A Como per due anni abbiamo collaborato con sei associazioni differenti ed è stata
molto proficua l'incontro tra il jazz ed il cinema, anche con progetti specifici
creati da noi.
Il prodotto culturale necessita di un "refreshment" dopo
un arco di tempo stimato in cinque anni ma, oramai, anche ben prima. Tu e la tua
organizzazione avete applicato questa regola di marketing? Se sì, in quale modo
e misura?
Poco, cerchiamo sempre di rapportarci con realtà che possono aiutare questo tipo
di spettacolo ma è molto difficile e i campi si sono chiusi moltissimo
Riuscite a creare sinergie con enti territoriali e/o enti
pubblici?
È indispensabile, da soli c'è troppa burocrazia e difficoltà economica che non ti
permette di organizzare al meglio.
E con enti privati? Vi è interesse da parte di istituzioni
private verso il jazz?
Vanno e vengono, a volte solo per interessi momentanei altre volte per interessi
personali, in Italia non fanno niente se non per interessi politici.
Come giudichi l'attuale scena jazzistica italiana?
Eccellente, oltre agli storici stanno nascendo sempre più giovani talenti che si
fanno onore nel mondo, si confrontano e suonano assieme alla vecchia guardia.
E quella del "resto del mondo"?
Vedo il jazz del nord e soprattutto l'est Europa con grosse ambizioni, i grandi
protagonisti in America sono veramente pochi e non c'è stato un ricambio, i grandi
sono veramente pochi
La programmazione delle tue rassegne quanto spazio dedica
ai musicisti italiani?
A Otranto e Tremezzo al 90% mentre a Chiasso un 20%.
Nella comunicazione degli eventi, quanto affidate al tam-tam
e quanto al battage pubblicitario e/o alla comunicazione?
Ufficio stampa a Chiasso e Otranto, tam tam, social network, sito, passa parola
a Tremezzo, tutto va sfruttato.
A tuo avviso, cosa dovrebbe-potrebbe fare lo Stato per
migliorare la situazione delle attività festivaliere, rassegne jazz italiane?
Lo Stato deve considerare il jazz come una risorsa culturale e non come riempimento
di serate tanto per far vedere che fanno qualcosa, il jazz va alla pari di altre
manifestazioni importanti e di peso culturale come musica classica, lirica e opera.
C'è un particolare fermento "istituzionale" che ha mosso
diversi animi, tanto da crearsi alcune associazioni. Pensi che sia questa la strada
giusta?
L'importante è che non passi il discorso tanto per fare qualcosa perché è di moda
o tutti fanno i festival; dare importanza ai musicisti che sono tutti preparatissimi
ai loro progetti e alle loro collaborazione frutto di sacrificio e studio.
Quali sono le linee programmatiche che vorresti discutere
con le istituzioni? Quali sono i nodi principali da discutere?
Le istituzioni devono capire che il jazz è una risorsa complessiva, culturale economica
e sociale, puntare tutto l'anno a valorizzare questa musica e non ad un festival
passeggero e di facciata.
Attualmente a cosa stai lavorando? Hai già delle idee per
le rassegne da te dirette?
A Chiasso praticamente il programma è già in dirittura d'arrivo, per Otranto e Tremezzo
si stiamo lavorando.