Jazzitalia - Mark Weinstein: Straight No Chaser
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NEWS L’omaggio della Monday Orchestra e di Simona Severini al genio di Nina Simone giovedì 11 gennaio al Blue Note di Milano
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Jazzheads 2008
Mark Weinstein
Straight No Chaser


1. Loverin' 5:40
2. Miyako 4:47
3. Blues For Janice 7:57
4. Airegin 6:05
5. Shanti 6:35
6. Sleeping Beauty 5:45
7. Invitation 6:22
8. Violets For Your Furs 6:44
9. Straight, No Chaser 4:02
10. Crianza 7.44

Mark Weinstein - Soprano, alto and bass flutes
Dave Stryker - Guitar
Ed Howard - Bass
Victor Lewis - Drums





P
remiato come miglior flautista di Latin Jazz nel 2007, Mark Weinstein rivisita classici delle blue notes e propone composizioni originali di sicuro interesse, volendo dar titolo al cd con uno dei più noti pentagrammi di Monk. Una dichiarazione d'intenti, a nostro avviso, disegnata nell'àmbito di una ricercatezza timbrica che evolve in un sound ritmicamente discreto e vitale, esemplificando al massimo un virtuosismo strumentale non dimostrativo nell' indagare a fondo le risorse espressive del flauto, lasciando non di rado intravvedere un lirismo dalle calde nuances cromatiche. Vengono delineate atmosfere senza confini, alla ricerca di un'emotività distesa e allo stesso tempo vigorosa, sfuggendo dall'esibizionismo. Egli intende attraversare "silenziosamente", con garbo e con intenzione non esclusivamente rappresentativa, i territori del jazz classico e di quello più contemporaneo ed innovativo, a riprova di un'intelligenza sonora a tutto tondo, dilatata senza lasciarsi prendere la mano, proponendo idee originali e di buon gusto.

La ricerca di Weinstein è stimolante: i suoni vengono immaginati secondo coloriture arricchite di variazioni sfumate di sicuro impatto; lo stile è asciutto nel combinare il fraseggio con la volontà d'esprimere un'estetica propria, molto individuale ed intuitiva nell'equilibrio plastico. Il senso del percorso viene inoltre delineato dalla spontanea sistematicità dell'interplay con l'interessante ritmica prescelta: tre bravi ed efficaci esecutori, senz'altro, Dave Stryker alla chitarra, Ed Howard al contrabbasso e Victor Lewis alla batteria.

Il referente del flautista è sì la tradizione musicale afroamericana, quella in cui lo spirito del blues anima la linfa vitale del bop, ma soprattutto le espressioni più moderne, aperte a contorni energici nelle melodie e nelle geometrie suadenti fortemente descrittive.

Un jazz non convenzionale, dunque, quello di Weinstein – del resto il riferimento a Thelonious Monk non è casuale - versatile e libero da condizionamenti stilistici, che esplora territori improvvisativi dalle ampie coordinate culturali, amplificato da una gamma timbrica vasta e di piacevole eleganza.
Fabrizio Ciccarelli per Jazzitalia







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Data pubblicazione: 09/11/2008

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