Edmar Castaneda
Trio
Sovrano Festival 2006, Alberobello
18 agosto 2006
di Marco Losavio
foto di Michele
Stallo
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18 agosto 2006
- Edmar Castaneda Trio - Piazza del Trullo Sovrano, Alberobello (BA)
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Il Sovrano Festival, giunto alla
quarta edizione, con la direzione artistica di Michele Stallo, si presenta
anche quest'anno con un cartellone nel quale predomina l'interazione tra stili e
radici differenti.
Nell'edizione
2005, l'incontro tra
Pino Iodice e Naseer
Shamma ha fornito gli elementi di una collaborazione che ha mostrato
i suoi primi risultati nel concerto di apertura del 16 agosto.
Pino Iodice
con
Francesco Angiuli al contrabbasso,
Pietro Iodice
alla batteria, il sassofonista scozzese
Tommy Smith e, appunto,
Naseer Shamma all'oud hanno
offerto le prime quasi embrionali note del progetto Sinbad 9/11 che punta
ad unire due orchestre, una occidentale ed una araba, per un musical nel quale si
incontreranno tutte le arti. La freschezza dei brani originali composti per l'occasione
dai vari membri della band, supportata da un rilevante spessore storico-culturale,
ha fatto ascoltare qualcosa di nuovo o, quantomeno, un inizio verso qualcosa di
nuovo, una commistione tra jazz mediterraneo e maqam iracheno affascinante che può
portare nuova linfa alla musica di entrambe le due culture.
Il concerto che andremo a raccontare è l'ultimo previsto nel programma
2006. L'ospite, portato
alla ribalta in Italia dallo staff di Umbria Jazz, si chiama Edmar Castaneda.
E' un arpista colombiano oggi cittadino statunitense residente a New York. La sua
versatilità musicale gli consente di partecipare a concerti molto differenti nello
stile come l'omaggio a Paquito d'Rivera con la sua orchestra, le reunion
con jazzisti del calibro di John Scofield e perfino session hip hop dell'underground
newyorkese. Appena terminato il concerto proprio con Scofield, Edmar
e i fedelissimi Gilkes e Silliman, si imbarcano con un volo dell'Airlines
per giungere direttamente da New York ad Alberobello, straordinaria cittadina pugliese,
scenario del Sovrano Festival...
Venerdì 18 agosto 2006 ,
ore 9:45, il volo da New York giunge a Bari in orario e dopo un po' d'attesa
Edmar Castaneda, Marshall Gilkes e David Silliman escono con i
loro bagagli. L'arpa, ovviamente, spicca in modo particolare ma...un bagaglio, di
Silliman, non è arrivato...fortunatamente non son ole sue percussioni!
Dopo una estenuante procedura per la denuncia al Lost & Found ci incamminiamo verso
Alberobello. Edmar, nonostante il fuso orario, si mostra loquace e curioso
del paesaggio pugliese,
attratto
in particolare dagli inconfondibili ulivi secolari. Si parla della musica a 360°,
del fatto che gli interessi tutto dal funk al jazz, dal latin all'hip hop, inclusa
la musica tradizionale dei paesi latini come Argentina, Brasile, Cuba, Venezuela...
Giunti ad Alberobello, alla vista dei Trulli, Edmar esclama un "wow!" e dice
che gli sembra un paesaggio da cartone animato...bisogna dire che lui come
personaggio è perfetto...La direzione del Sovrano Festival
ha riservato per loro un trullo esclusivo nel mezzo della città antica e posizionato
su uno dei punti più alti. La cosa attrae molto il nostro simpaticissimo Edmar il
quale, si rivelerà anche un eccellente ballerino di salsa!
Nel
frattempo, nell'altra auto, Marshal Gilkes, che parla anche l'italiano, si
confronta sulle ricette tipiche dato che è un amante della cucina ed un promettente
cuoco!
La serata prevede un primo momento di solo guitar eseguito da
Antonio Onorato
e dedicato alla memoria di Gianpiero De Santis, assessore del comune di Alberobello
e consigliere Provinciale, scomparso tragicamente a luglio e, insieme al direttore
artistico Michele Stallo, principale sostenitore del
Sovrano Festival sin dalla prima edizione. Esibizione
intensa quella di
Onorato che ha il merito di riuscire a tradurre in musica dei
sentimenti dinanzi ai quali solo il silenzio può essere giustificato.
La tensione sale e la musica frizzante del trio di Edmar Castaneda
è attesa oramai da tutti. Edmar, acclamato dai numerosi presenti, imbraccia la sua
Teresita (è il nome che egli ha dato al suo fedele strumento) e da
il via ad un vero e proprio uragano musicale...
Il primo brano è Cuarto
de Colores, titolo anche dell'album presentato proprio in questa occasione,
che si mostra subito come una corroborante salsa, con incedere ritmico e armonico
tipicamente latini, break mozzafiato e infiammanti soli.
Il
clima già caldo di suo (ci sono 32 gradi...) diventa ora incandescente e il pubblico
accoglie così con un fortissimo applauso il primo pezzo del piccolo Edmar e dei
suoi fedelissimi compagni.
Edmar, che parla al pubblico in spagnolo, presenta il brano successivo,
Terzius, traditional
colombiano con un mix di jazz, amore, passione...Il calore della melodia in un
tourbillon di volteggi ritmici fa di questa composizione un altro autentico
generatore di energia pura.
Marshall
Gilkes ammorbidisce la dinamica con un solo caratterizzato da un suono rotondo,
con un timbro lievemente ovattato, poi Castaneda agguanta il testimone ed
esplode in un crescendo di arpeggi, rasgueados provenienti dall'amore per
il flamenco, ma addirittura suoni stoppati con prontezza di riflessi impressionante
e corde slappate...L'improvviso silenzio provocato da un perfetto finale all'unisono,
si rompe immediatamente per l'applauso e le incitazioni del pubblico presente.
Gilkes e Silliman lasciano il palco al solo Edmar che presenta
Quinta Anauco, un waltz
pescato dalla tradizione venezuelana e dedicato con tutto il cuore a chi gli ha
dato il dono di saper "toçar" questo magico strumento, Dio. In questo brano
eseguito da solo, Edmar sfodera un controllo dinamico stupefacente modulando
in modo millimetrico il tocco e il sustain di ogni singola corda, ottenendo i cromatismi
grazie ad una rapida e precisissima pressione della base delle corde e producendo
degli armonici con i quali si conclude questo toccante ed intenso brano.
Gilkes
e Silliman rientrano ai propri posti per un brano proveniente dalla cultura
colombiana e riadattato dallo stesso Edmar, manco a dirlo, con vigorosi momenti
funk, bossa, samba...Al termine, mentre Edmar accorda Teresita, Marshall
intrattiene i presenti parlando in un quasi perfetto italiano del ... vino primitivo
... tipico "nettare" pugliese, evidentemente apprezzato a pranzo in modo
particolare.
Dopo
Looking for dello stesso
Gilkes, si passa ad una versione di
Autumn Leaves latin che
ricordano la salsa di
Michel Camilo
e Chick Corea.
Un solo di trombone, stacchi all'unisono di Castaneda e Silliman fino
ad una emulazione del suono della cuica brasiliana in chiusura del brano.
E' il preludio a Spain
di Chick Corea.
Un intro di trombone seguito da una risposta dell'arpa, dolce, melodica, con sfondo
di "rumori" percussivi provenienti dalla natura del mondo ottenuti da
Silliman finchè si avvia il celebre tema con i tre che snocciolano ancora unisono,
break micidiali per poi lanciarsi nei soli sempre molto ben equilibrati tra melodia,
virtuosismo e cambi dinamici.
L'approvazione da parte della platea pervade la piccola e suggestiva piazza
del Trullo Sovrano e più di 450 presenti ringraziano applaudendo, inneggiando questi
tre formidabili musicisti trainati dalla verve senza pari del piccolo grande
Edmar, sempre sorridente e riconoscente.
Ma non è finita, il Sovrano Festival
volge al termine pertanto si rende necessaria una chiusura di festa ottenuta facendo
salire sul palco
Antonio Onorato,
Pino Iodice,
Luca Pirozzi e Aldo Bassi per una jam infuocata. Il brano concordato
è Obsession. Pochi scambi
sono sufficienti per porre tutti sulla stessa lunghezza d'onda. I musicisti italiani
non si fanno attendere e così
Pino Iodice
si inerpica in lungo e in largo sulla tastiera del rhodes,
Antonio Onorato
piroetta sulla fedelissima 175 blu con lo sguardo stupito di Marshal Gilkes,
Aldo Bassi afferra immediatamente i colori della salsa improvvisando con
un suono squillante e potente e Luca Pirozzi si ritaglia il suo spazio riuscendo
ad alternarsi con i metronomici bassi di Castaneda. I soli si avvicendano,
la musica gira, permea ogni angolo della piazza e passa attraverso la gente che
non si è fermata un attimo di muovere il proprio corpo al ritmo di salsa. Come è
immaginabile, al termine di questi 8 ultimi minuti, tutti in piedi a ringraziare
e omaggiare gli autori di un concerto che rimarrà sicuramente nella storia di questo
straordinario festival il quale ha il grande merito di fondere le culture del mondo
attraverso l'espressione musicale di artisti che basano la loro musica sulle radici
della propria etnia.
Ora sì, è finita, sono tutti sorridenti, un po' esausti, ma felici, pubblico
e musicisti, un concerto in cui la musica ha trasmesso sane emozioni. Edmar Castaneda
è un grande talento che oltre a rivelarsi un musicista di classe e di spessore,
ha saputo esternare simpatia, cordialità, senso della fratellanza.
Plauso anche a Silliman
e Gilkes in grado di interpretare questa musica arricchendola con tutti
gli elementi necessari. Finalmente uno sprazzo di novità, un qualcosa che offre
la speranza che la musica possa prendere delle direzioni innovative piuttosto che
rimanere stantia sui canoni finora acquisiti e ancora fortemente associati ai grandi
del passato dai quali, crediamo, saranno difficilmente scindibili anche nel futuro.
P.S. Il bagaglio di Silliman
è stato ritrovato, Gilkes ha potuto scambiare qualche ricetta e Castaneda,
insieme ai suoi compagni, ha saputo trasformare il
paesaggio da cartone animato
in una bellissima favola...
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Data pubblicazione: 13/09/2006
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