Edmar Castaneda
ad Umbria Jazz
12 luglio 2006, Perugia
di Alberto Francavilla
Il giovane arpista colombiano Edmar Castaneda ha praticamente inventato
un'originalissima dimensione jazz e latina per un esile quanto affascinante strumento,
di rarissimo utilizzo al di fuori del contesto accademico. Combinando la tradizione
musicale del suo Paese con il latin jazz, ha fatto dell'arpa uno strumento solista,
oltre che sua ragione di vita.
Rivelazione di Umbria Jazz Winter, Edmar Castaneda si è
presentato alla rassegna estiva in trio, con Marshall Gilkes al trombone
e Dave Silliman alla batteria ed alle percussioni. Dopo aver aperto il concerto
di Diana Krall all'Arena Santa Giuliana, l'Edmar Castaneda Trio si
è esibito più volte al Teatro Pavone ed alla Rocca Paolina.
Nel
concerto seguito, tenutosi il
Che tipo di studi
musicali hai compiuto?
E.C.: Quando mi sono trasferito
negli Stati Uniti (1994, nda) ho studiato tromba
jazz e mi sono diplomato in questo strumento.
A.F.:Tromba? Come mai
proprio questo strumento?
E.C.: Semplicemente non
esisteva alcun corso che mi consentisse lo studio dell'arpa!
A.F.: Dunque avevi in
testa l'arpa già da allora…
E.C.: Certo, avevo suonato
l'arpa in Colombia fino ai 13 anni, età in cui mi sono trasferito.
A.F.: E come ti è venuto
in mente di utilizzare l'arpa nel jazz?
E.C.: Ma guarda che non
sono né il primo né l'unico ad aver utilizzato questo strumento per questo genere
musicale…i suonatori d'arpa nel jazz sono sempre esistiti, forse non sono molto
conosciuti, anzi, ho notato che qui in Italia non li conoscete affatto…
A.F.:
Ti ha creato dei problemi trovare musicisti con cui poter abbinare il
tuo strumento?
E.C.: Beh, sicuramente
non è stato facile emergere, vincere lo scetticismo iniziale anche di molti colleghi,
ma alla fine ce l'ho fatta. Per me è stato molto importante, inoltre, suonare in
un ambiente stimolante come quello jazzistico, e contemporaneamente poter recuperare
le mie origini.
A.F.: Ho notato un grande
feeling con il pubblico. In cosa pensi la platea italiana si differenzi da quella
americana?
E.C.: Io adoro il pubblico
italiano, e lo dico senza retorica o ruffianeria. Secondo me voi siete ottimi ascoltatori,
sapete effettuare un ascolto critico. Gli americani, invece, sono molto più superficiali
e distratti. Un musicista queste cose le nota…
A.F.: Hai mai pensato
di studiare un altro strumento, un giorno?
E.C.: Guarda, per ora non
ci penso proprio, ma credo di no. Perché dovrei, visto che Dio mi ha dato il dono
di suonare l'arpa?
A.F.:
Quali progetti hai per il futuro?
E.C.: Per ora penso solo
al cd di questo trio (ride, anche perché è arrivato Marshall Gilkes, nda),
in un futuro non so quanto prossimo mi piacerebbe lavorare con un'orchestra sinfonica.
A.F.: C'è un artista
purtroppo scomparso con cui ti sarebbe piaciuto collaborare?
E.C.: Ti dico Astor
Piazzola, un grande musicista che ha contribuito alla diffusione della musica
latinoamericana nel mondo.
A.F.: E tra i contemporanei?
E.C.: Qua ti rispondo a
botta sicura…Chick
Corea, perché secondo me ha uno spirito sperimentale senza eguali,
è sempre proiettato verso altre dimensioni.
A.F.: Allora ci vediamo
stasera all'Arena Santa Giuliana (dove
Chick Corea
si è esibito con la Bavarian Chamber Phylarmonic Orchestra, nda)…
E.C.: Altroché, non vedo
l'ora…ora scusami ma devo proprio scappare…
A.F.: Ok. Grazie per
il tempo concessomi.
E.C.: Grazie a te. Spero
ci rivedremo presto, magari al mio prossimo tour in Italia. (ndr. Edmar Castaneda
Trio suonerà il 19 agosto 2006 al Sovrano Festival di
Alberobello, Bari)