Il disco in questione non è recentissimo, è uscito alla fine del
2006 ed è piuttosto difficile da reperire per
canali tradizionali in quanto esce per un piccola etichetta indipendente norvegese,
la AIM records di Kristian Skårbrevik, ma per fortuna è reperibile on-line
su www.aimrecords.no
La formazione Orange è un piano trio dei più classici, con
Vigleik Storaas al piano, Sondre Meisfjord al contrabbasso e Stig
Rennestraum alla batteria.
Non fatevi ingannare dall'apparenza, la copertina è di un grigiore piuttosto
anonimo, il nome del gruppo "Orange" per nulla sensazionale e la formazione (un
piano trio) delle più convenzionali. Ho avuto la fortuna di ascoltarli dal
vivo a Bergen e mi hanno rapito (vedi la recensione di
Nattjazz
2007).
Le composizioni sono tutte del batterista che mostra un senso della misura
straordinario, riesce a dare ai brani un'intensità senza mai far uso o mostra dei
"muscoli", ha un drumming denso, evocatore di profonde emozioni. Il pianista ha
un tocco magico e nel linguaggio ricorda a tratti Bobo Stenson, mantenendo
però una sua originalità, il bassista è indubbiamente bravo e non a caso è tra i
più affermati "sideman" norvegesi (sia all'archetto che al pizzicato).
La musica è davvero bella, il disco è suonato in modo ineccepibile, sottovoce,
ma pieno di cose da dire di grande intensità, ha l'energia di EST (Esbjorn
Svensson Trio), ma non fa uso di componenti elettriche e "riff" tipici del
rock.
L'album poggia le proprie fondamenta su di un equilibrio unico e sa emozionare
senza alcun effetto speciale, grazie solo ad una vena poetica straordinaria. Come
album d'esordio è un vero capolavoro e francamente non vedo l'ora che vadano in
studio per il prossimo.
Difficile selezionare brani più o meno interessanti perché l'opera nel suo
insieme si mostra completa per cui la selezione delle tracce campione vuole solo
mostrare momenti diversi del disco.
In conclusione, ci troviamo di fronte a un disco che non vuole esplorare
nulla di nuovo e non si mette in luce per qualità di ricerca e sperimentazione,
ci troviamo di fronte invece a un disco di jazz nel senso più vero del termine,
che esalta il piacere uditivo ed emoziona al meglio.
Cosa chiedere di più…
Luca Vitali per Jazzitalia
Invia un commento
Questa pagina è stata visitata 2.219 volte
Data pubblicazione: 11/11/2007
|
|