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Ian Shaw
The Abbey Road Session
Splash Project Music (2011)
1. Get Out Of Town (Cole Porter) 3:48
2. Human Nature (S. Porcaro, J. Bettis) 4:16
3. Skylark (J. Mercer, H. Carmichael) 2:07
4. Obsession (D. Cayami, T. Mann, G.Peranzzetta) 3:22
5. Stuck in the Middle With You (J. Egan, G.Rafferty) 3:17
6. Since I Fell For You (B. Johnson) 4:16
7. 7.The Lady's in Love With You (B. Lane, F. Loesser) 3:27
8. I'm Through With Love/Day Dream (M. Malneck,
G. Kahn, J.F. Livingston/D. Ellington, B. Strayhorn, J. Latouche) 7:18
9. Be Cool (J. Mitchell) 4:23
10. I Get Along Without You Very Well (H.Carmichael) 5:05
11. Darn That Dream (J. Van Heusen, E. De Lange) 4:21
12. Today I Sing The Blues (C. Hammer, C.R. Lewis) 4:14
13. Stairway To The Stars (M. Malneck, F. Signorelli, M. Parish) 1:49
Ian Shaw - voice
Peter Ind - double bass except track 5
David Beebee - bass on track 5
David Preston - guitar
Phil Ware - piano
Gene Calderazzo - drums
Zhenya Strigalev - alto sax
Miguel Gorodi - trumpet
Uno studio di registrazione storico e prestigioso per un disco davvero interessante
a nome Ian Shaw, pubblicato quest'anno dalla Splash Point Records,
etichetta del gruppo Splash Point Music Ltd. Siamo ovviamente a Londra, crocevia
di tanti artisti provenienti da Paesi diversi, città dove fortunatamente esiste
ancora un grande fermento musicale. Ian Shaw è nato nel 1962. E' uno dei
maggiori cantanti jazz inglesi, produttore discografico, tastierista, arrangiatore,
attore. Nel 2004 e nel 2007 è stato il vincitore del BBC Jazz Award come
miglior vocalist. Nell'atmosfera affascinante dello "Studio Due" degli Abbey Road
Studios, dove viene naturale immaginare che, accanto ai musicisti di oggi, ancora
aleggino benevoli i fantasmi dei più grandi artisti degli ultimi 50 o 60 anni, Ian
Shaw ha riunito per questo progetto una formazione eterogenea per provenienza e
per età anagrafica, conseguendo un risultato molto accattivante.
Nella formazione troviamo infatti il giovanissimo e talentuoso trombettista inglese
Miguel Gorodi, il chitarrista David Preston (abituale collaboratore
di Shaw anche in altri progetti), il veterano del contrabbasso jazz inglese, il
sommo Peter Ind, oggi ottantaduenne (che nel corso della propria carriera
ha suonato con artisti del calibro di Lennie Tristano, Zoot Sims, Buddy Rich e Mal
Waldron), unica eccezione la track n. 5 dove il contrabbasso è affidato a David
Beebee, il batterista Gene Calderazzo (il cui curriculum elenca collaborazioni
che vanno da
Steve Lacy ai Radiohead), il ventottenne russo Zhenya Strigalev,
sax contralto, che all'estero ha trovato uno scenario jazz molto più aperto e più
vicino alla propria natura che non a Mosca, ed il pianista irlandese Phil Ware.
Strigalev e Ware sono due giovani musicisti che all'apparenza vantano un minor numero
di collaborazioni stellari rispetto ai membri più anziani della formazione, ma questo
è unicamente dovuto alla loro giovane età, nonostante la quale entrambi hanno già
dimostrato di aver raggiunto grandi risultati in campo jazzistico rispettivamente
a New York ed in Irlanda, ancor prima che a Londra.
Dalle liner notes dell'album, scritte da Robert Ryan, si coglie tutta la carica,
l'entusiasmo, l'eccitazione che ha caratterizzato queste sessions presso gli Abbey
Road Studios, alle quali Ryan ha assistito nel novembre 2010.
I brani che compongono questo album sono fra le più belle composizioni del jazz
di tutti i tempi. Gli autori vanno da Cole Porter a Hoagy Carmichael, da Duke Ellington
a Billy Strayhorn, da J.Van Heusen a Joni Mitchell. Molti dei tredici brani sono
standards celeberrimi, tuttavia ogni pezzo è reso con arrangiamenti nuovi
e sonorità attuali. La voce e lo stile vocale di Ian Shaw conferiscono ai brani
un colore molto moderno, che prende le distanze dalle interpretazioni storiche (di
indubbio valore, ma che oggi ci appaiono alquanto antiquate…) dei jazz crooners
del passato. Persino il dodicesimo brano, che è un blues, non ci appare per nulla
scontato.
Progetto ben riuscito, dove sette musicisti di così diversa estrazione ma tutti
di grande spessore e con un solidissimo background, sono riusciti a fondere le rispettive
esperienze individuali in queste tredici tracks che, come dice lo stesso Ryan, dopo
il primo ascolto ci faranno venire la voglia di riascoltare questo disco per tante,
tantissime altre volte.
Rossella Del Grande per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 18/12/2011
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