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Il Randy Weston "African Rhythms Sextet" al Dizzy's Club "Coca-Cola"
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Dizzy's Club Coca-Cola
Presents:
Randy Weston African Rhythms Sextet
With:
Randy Weston, Piano
Lewis Nash, Special Guest, Drums
TK Blue, Alto Sax and Flute
Robert Trowers, Trombone
Alex Blake, Bass
Neil Clarke, Drums and Percussion
At
Frederick P. Rose Hall
Dizzy's Club Coca-Cola
Broadway at 60th Street
NY, NY
212.258.9595
Todd Barkan, Programming Director
Scott Thompson, Press
Dr. Roberta E. Zlokower
January 28, 2011
trad. di Andrea Gaggero
Sono stato fortunata questa sera a poter ascoltare
gli ultimi due brani del secondo (e ultimo) set di Randy Weston al Dizzy's Club
Coca Cola. Grazie a TK Blue che mi ha fornito la scaletta sono riuscita ad
assorbire i postumi della miscela di jazz americano e ritmi africani che avevano
appena euforizzato il pubblico da "tutto esaurito". Il concerto di Randy aveva previsto
Hi Fly, Tangier Bay, Little Niles, African Village/Bedford Stuyvesant, St. Thomas
(Fire Down There), Love, the Mystery O. Io sono entratoa in
sala, dopo aver assistito ad un balletto al Lincoln Center, con la speranza di poter
ascoltare ancora qualcosa del sestetto di Randy Weston, e in quel momento
St Thomas stava surriscaldando il Dizzy's Club.
La musica aveva elementi tropicali e Afro Cubani, a volte con TK Blue,
questa sera al sax contralto e al flauto, altre con il piano effervescente di Weston
in bella evidenza. Con Love, the Mystery Of, il sestetto cambia ripetutamente
mood, passando dall'etereo all'elettrico e viceversa con Lewis Nash, batterista
ospite, che si esibisce in un ipnotico, selvaggio assolo che esalta l'uditorio.
Neil Clark, alle percussioni latine, aggiunge ritmi di clavè che impreziosiscono
il momento. Robert Trowers e Alex Blake, rispettivamente al trombone
e al contrabbasso, riempiono la musica con fraseggi molto esotici. Il sestetto infiamma
il pubblico evocando frasi musicali da tutto il mondo: Turchia, Africa, Cuba, Brasile
e ovviamente dall'America.
Durante l'after-hours leggo la recensione di un concerto di Alvester Garnett
e il suo Ensemble Afterworks, la Signora Weston e Todd Barkan vengono a salutarmi
e generosamente mi regala l'autobiografia "African Rhythms: The Autobiography
of Randy Weston", e il cd "The Storyteller" registrato con il suo African
Rhythm Sextet. Sfogliando la biografia di Weston, pubblicata dalla Duke University
Press, "Composta" da Weston e "Arrangiata" da Willard Jenkins, Weston inizia i suoi
racconti con storie che riguardano la sua famiglia e la sua crescita a Brooklin.
Quando scrive "The Scene Shifts To The Pacific", il lettore è trascinato
nel suoi enormi sforzi di evitare l'arruolamento per la seconda guerra mondiale,
e in cosa succede quando non ci riesce. Dopo Okinawa ritorna a Brooklin e "si
ritrova a casa di Max Roach in Monroe Street". Cita Miles Davis, Freddie Webster,
George Russell, Duke Jordan, and Tommy Potter, che stanno per formare la sezione
ritmica di Charlie Parker. Più avanti racconta di un tour nella "terra madre" con
fermate in Senegal, Camerun, Egitto, Marocco, e di quando si era costruito una casa
in Africa. Ci sono anche le foto del suo tour con l'AMSAC (American Society of African
Culture) nel 1961 con Booker Ervin al sassofono tenore e con la Big band di
Lionel Hampton
in Nigeria. Inutile dire che l'autobiografia di Randy Weston è uno scrigno di racconti
di viaggi e musica, di amici, della famiglia e delle sue radici e fonti di ispirazione.
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25/03/2010 | Hal McKusick si racconta. Il jazz degli anni '40-'50 visti da un protagonista forse non così noto, ma presente e determinante come pochi. "Pochi altosassofonisti viventi hanno vissuto e suonato tanto jazz quanto Hal Mckusick. Il suo primo impiego retribuito risale al 1939 all'età di 15 anni. Poi, a partire dal 1943, ha suonato in diverse tra le più interessanti orchestre dell'epoca: Les Brown, Woody Herman, Boyd Reaburn, Claude Thornill e Elliot Lawrence. Ha suonato praticamente con tutti i grandi jazzisti tra i quali Art Farmer, Al Cohn, Bill Evans, Eddie Costa, Paul Chambers, Connie Kay, Barry Galbraith e John Coltrane." (Marc Myers) |
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Data pubblicazione: 07/05/2011
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