|  | Theo Bleckmann Elegy
 
 
  ECM (2017)
 
 1. Semblance
 2. Comedy Tonight
 3. Fields
 4. The Mission
 5. Littlefields
 6. Elegy
 7. To Be Shown To Monks At A Certain Temple
 8. Cortège
 9. Elegy, var.
 10. Take My Life
 11. Wither
 12. Alate
 
 
 Theo Bleckmann -  voceBen Monder -  chitarra
 Shai Maestro -  pianoforte
 Chris Tordini -  contrabbasso
 John Hollenbeck -  batteria
 
 Ne è passato di tempo da quando
Sheila Jordan 
tenne a battesimo, nel mondo dei più, Theo Bleckmann. Dal 1999 a oggi, il cantante 
e compositore di Dortmund ne ha fatta di strada, e la gavetta ha dato ottimi risultati, 
tanto da portate la sua voce sfacciatamente teatrale alla corte di Manfred Eicher 
e dare alla luce un disco – omen nomen – elegiaco in ogni sua faccia. Il naturale 
lirismo che trasuda dalla voce di Bleckmann pervade ognuno dei tredici episodi di
"Elegy", da Comedy Tonight, unico brano apocrifo che fa parte del 
ricco canzoniere del compositore statunitense Stephan Sondheim (paroliere, tra le 
altre, di West Side Story), declamata con tutte le pieghe vocal-sonore di cui Bleckmann 
è capace con l'ausilio del solo pianoforte pesato da Shai Maestro. 
 I tempi lenti la fanno da padrone e la ritmica li esegue con maestria: Hollenbeck 
sa accarezzare i piatti e il rullante accentando le variazioni armoniche di Maestro 
e la voce del Nostro, che caracolla su ogni singola nota, senza mai tradirla. Utilizza, 
con pari successo, sia i registri gravi che quelli più acuti con una suggestiva 
prosodia ("Fields"). Scardina la tecnica del falsetto alterando i toni, con 
incedere pulito e luminoso nel passo contemporaneo, eccellentemente architettato 
nel suo crescendo ritmico, di "To Be Shown To Monks At A Certain Temple", 
piccolo gioiello per composizione ed esecuzione. La residenza newyorkese di Bleckmann 
non ha intaccato il suo amore per le variazioni e le strutture classiche, per quel 
senso lirico e corale che la caratterizza; sentimento che anima "Take My Life", 
con un'aggiunta di vigore data dal corposo assolo di Ben Monder, dal sapore progressive.
 
 Un disco senza tempo e senza generi musicali, con dentro tanta ottima musica e una 
creatività che, allo stato dei fatti, oggi è merce rara.
 
 Alceste Ayroldi per Jazzitalia
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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| Questa pagina è stata visitata 632 volte Data pubblicazione: 08/09/2017
   
 
 
 
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