Jazzitalia - Pietro Ballestrero: La casa degli specchi
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Pietro Ballestrero
La casa degli specchi


1. Si Mi 7:251. Si Mi 7:25
2. Bianco e nero 9:30
3. Buone Arie 8:54
4. Un tono 5:15
5. La casa degli specchi 7:33
6. Che ora è? 4:12
7. Hace tres anos 7:39
8. Respiro 7:40

Luca Biggio - Sax tenore e soprano, clarinetto
Pietro Ballestrero - Chitarra classica
Yves Rossignol - Contrabbasso
Paolo Franciscone - Batteria




Ci sono dolcezze che non si riescono a spiegare, mancano le parole o la genialità, ci sono certezze di cui si aveva bisogno, ma lo si apprende solo quando già si possiedono, ci sono musiche che si ha voglia di ascoltare, di incontrare. Le cerchiamo. Capita di rado di sentirsi stupiti da qualcosa che sembra così immediato così semplice, così già avuto che è bello poter pensare che questo stupore vada a colmare proprio una mancanza, un bisogno, un silenzio e si ha la consapevolezza di aver incontrato la musica che si stava cercando. Capita, se si ascolta La casa degli specchi, disco in quartetto del chitarrista piemontese Pietro Ballestrero. Le stanze di Pietro Ballestrero si aprono e accolgono e si ha la sensazione di sentirsi al sicuro, di sapere dove ci si trova, di poter utilizzare le chiavi, di un gesto di ospitalità.

Le corde del giovane musicista sono classiche più che jazz, la sua composizione elevata, attenta, mai esasperata. Si susseguono spazi pensati, ricchi di racconto sistemato su un pentagramma che disegnano una pianta-progetto ben solida, organizzata e discreta. Quasi ogni "centimetro perimetrale" è pensato, l'improvvisazione è minima, la cura dei musicisti, nel seguire il chitarrista-compositore, assoluta. Indispensabile alle stanze di Pietro Ballestrero sono i sax e il clarinetto di Luca Biggio, solista forse più dello stesso leader, capace di attraversare con rara eleganza le diverse composizioni, capace di legare le musiche in un'unica profonda narrazione. Si attende un canto, una voce, ma La casa degli specchi non ha voce umana, è vissuta dal dialogo continuo tra clarinetto e chitarra sistemati sulla ritmica puntuale, quasi trasparente, di Rossignol (contrabbasso) e Franciscone (batteria).

Le liner notes di Furio Di Castri iniziano così: "scrivere di musica non è mai facile", mai come in questa occasione condividiamo questa frase, forse perché la musica di Pietro Ballestrero è profondamente capace di disarmarci del superfluo, offrendo, nel suo essere aperta, spiegazioni, certezze, dolcezze, piacere; sanando, almeno in parte, la solitudine di uno specchio senza riflesso.
Alessandro Armando per Jazzitalia







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Data pubblicazione: 09/12/2006

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