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Kenny Garrett
Pushing the world away
mack avenue (2015)
1. A Side Order of Hijiki
2. Hey, Chick
3. Chucho's Mambo
4. Lincoln Center
5. J'ouvert (Homage to Sonny Rollins)
6. That's It
7. I Say A Little Prayer
8. Pushing The World Away
9. Homma San
10. Brother Brown
11. Alpha Man
12. Rotation
Kenny Garrett - alto saxophone (1-7, 9, 11-12), soprano saxophone (8), chant (8), piano (10) Benito Gonzales - piano (1-3, 5-7, 9, 12) Corcoran Holt - bass (1-12) Marcus Baylor - drums (1-3, 5-6, 9, 12) Rudy Bird - percussion (3, 5-7, 9), cymbals and gong (8) Ravi Best - trumpet (3) Vernell Brown - piano (4, 8, 11-12), chant (8) Mcclenty Hunter - drums (4, 7, 10, 12), vocals (6) Mark Whitfield, Jr. - drums (8, 11-12) Jean Baylor - vocals (9) Carolin Pook - violin (10) Brian Sanders - cello (10) Jen Herman - viola (10)
La carriera solistica di Garrett, iniziata nel 1984 con il suo
primo disco («Introducing Kenny Garrett»), ha prodotto un discreto ma non
elevatissimo numero di album, e questo pubblicato nel 2013 è il penultimo. Grande
strumentista legato al sax alto, (ma qui in un brano suona anche il soprano), forse
il principale postparkeriano, Garrett ha avuto un gran numero di collaborazioni
illustri, dall'orchestra di Ellington diretta da Mercer, ad Art Blakey, Freddie
Hubbard, Woody Shaw, persino Miles Davis.
Considerato da molti un caposcuola, per questo «Pushing The World Away» Garrett
ha realizzato diverse formazioni: due quartetti, un quintetto con le percussioni,
un sestetto con tromba e percussioni, persino un trio con gli archi in cui lascia
momentaneamente il sassofono per il pianoforte. E in alcuni brani fa anche uso delle
voci. Il suo suono inconfondibile omaggia i colleghi Corea (Hey, Chick, venata
di spanish tinge), Valdés (la gioiosa e trascinante salsa cubana di Chucho's
Mambo), Rollins (il coinvolgente calipso J'ouvert) e il produttore del
disco Donald Brown (Brother Brown, con gli archi, un capolavoro di scrittura
dalla penetrante melodia). Non meno accattivante è il brano di Burt Bacharach
I Say a Little Prayer, dallo splendido arrangiamento. Per non dire del brano
finale, un evidente omaggio a
McCoy Tyner
con il pianoforte di Benito Gonzales in robusta evidenza.
CD ovviamente consigliatissimo.
Vincenzo Fugaldi per Jazzitalia
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Data pubblicazione: 21/04/2018
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