Messina Sea Jazz 2015
Messina, 2 - 5 giugno 2015
di Nina Molica Franco
Quattro serate all'insegna del jazz, otto formazioni, una grande
orchestra e un unico prezioso fil rouge: la Sicilia. È così che il Messina Sea Jazz
per la III edizione consecutiva anima la città di Messina e lo fa in grande, all'interno
del prestigioso ma ormai forse un po' "dimenticato" Teatro Vittorio Emanuele.
Lo swing, in tutte le sue declinazioni, è protagonista
del primo set della serata di apertura, il 2 giugno, con i Pluriverso Trio.
Cosimo Costantino al clarinetto, Antonino Magazzù al basso elettrico e Angelo Tripodo
alla batteria presentano il proprio laboratorio in cui lo swing viene sviscerato
e declinato in diversi modi: con Pluriverso Trio anche Paganini riscopre un'anima
jazz. Ma è su brani quali Lonely woman di Ornette Coleman che il trio dà
il meglio di sé mostrando davvero l'idea di laboratorio creativo in cui ogni strumento
prende per mano l'altro senza mai camminargli davanti: il clarinetto che potrebbe
anche per poco sovrastare gli altri, mantiene sempre una discreta sobrietà.
Dopo questa performance di certo interessante, a salire sul palco è Giovanni
Mazzarino, con i suoi fedeli compagni di viaggio, Stefano Bagnoli alla batteria
e Riccardo Fioravanti al basso elettrico, per raccontarci i suoi Piani Paralleli:
piani che si incontrano, storie che affondano le radici nella sua giovinezza, in
un percorso a tratti un po' retrò a tratti malinconico, che solca la scia dei film
dell'epoca. A stupire è la compagine di archi targata Teatro Vittorio Emanuele che
accompagna i tre sul palco: le aspettative non possono che schizzare alle stelle.
Ma ciò che prevale è proprio l'idea della colonna sonora: ogni brano sembra costruito
ad hoc per un film ormai datato. Gli archi del Teatro Vittorio Emanuele, precisi
e puntuali nella propria opera di consolidamento dell'idea di Mazzarino, non riservano
particolari sorprese alternando momenti in crescendo ad altri di distensione in
cui però l'ascoltatore con troppa facilità trova un punto di riferimento. Degna
di nota la direzione di Paolo Silvestri sempre presente e coinvolgente, è parte
integrante della struttura sonora che viene via via costruendosi. Dominante anche
la figura di Fabrizio Bosso che seppur con brevi incursioni sul palco riesce, come
è solito fare, a rompere gli schemi e imprimere una virata alla soluzione musicale
in atto. Tra pianissimi che sfidano le leggi della fisica e portamenti di grande
eleganza, Fabrizio Bosso si conferma ogni volta quale musicista dalla tecnica invidiabile
e dalla grande versatilità.
Sicilia e giovani talenti costituiscono le cifre dominanti della seconda serata
di Messina Sea Jazz. I No Game 5tet - Daniela Spalletta alla voce, Claudio
Giambruno al sax, Giovanni Conte al pianoforte, Giovanni Villafranca al contrabbasso
e Antonio Leta alla batteria – sono i primi a salire sul palco e a presentare la
loro altalena di standard e di composizioni originali, per lo più di Giambruno e
di Conte. Il quintetto mostra con dignità un equilibrio tra le varie parti apprezzabile,
con qualche nota dominante, come spesso accade. È in particolare la figura di Giambruno
a catalizzare su di sé le attenzioni in molti momenti, pur beneficiando sempre di
una forte e solida parte ritmica. Molto intenso il timbro della Spalletta, cantante
che vanta anche un'estensione da soprano che le permette di spaziare sopra pentagramma
con grande facilità. Di contro, però la sua tendenza a stringere i suoni in alcuni
momenti contrasta con la morbidezza del sax con il quale spesso si trova a volteggiare.
Il secondo set veste ancora i panni del mainstream, un po' come tutto il festival,
ma questa volta il trio è davvero ben assortito. Al pianoforte Dado Moroni,
tra i pianisti italiani sicuramente più dotati e rappresentativi, contempla la tastiera
e si intrattiene con il suo strumento, afferra con le dita le note e le invita alla
danza, tenendo però un occhio sempre fisso verso gli altri compagni di viaggio.
Alla batteria Stefano Bagnoli che, come sempre, serra i ranghi e via dritto instancabile
accompagna in ogni passo i suoi sodali. Ma la vera sorpresa è il contrabbassista
Giuseppe Cucchiara, compositore della maggior parte dei brani: appena ventenne eppure
già tecnicamente formidabile e piuttosto incline ad abbracciare quel versante creativo
contemporaneo. I suoi soli sono sempre vigorosi e a tratti sfrontati, ma di quella
sfrontatezza quasi timida che solo un giovane dotato può mostrare. I tre procedono
mostrando grande intesa e anche nell'alternanza mai scontata tra soli e insieme
riservano all'ascoltatore un istante di apnea prima di capire e di decidere cosa
avverrà l'attimo seguente. Ai tre sul palco si aggiungono sul finale i due fratelli
Cutello, decretati vincitori del prestigioso premio Urbani: una vera e propria incursione
energica di due adolescenti che, al sax e alla tromba, mostrano i muscoli con grande
facilità.
Umberto Capilongo, giovane chitarrista siciliano, al Messina Sea Jazz presenta
Inversion, il suo nuovo lavoro discografico targato Jazzy Record. Accompagnato
da Francesco Patti al sax tenore, Roberto Mezzatesta al pianoforte, Giuseppe Campisi
al contrabbasso e Marcello Arrabito alla batteria inizia, proprio a partire dal
brano che dà il titolo al disco, un percorso di sue composizioni non brillando forse
per creatività e innovazione, ma restituendo al pubblico un ascolto sicuramente
gradevole.
Altra storia è il secondo set, dominato dalla figura sempre imponente di Javier
Girotto sostenuto per l'occasione da tre ottimi e irriverenti musicisti. Il
quartetto – completato da Seby Burgio al piano, Nello Toscano al contrabbasso e
Giuseppe Tringali alla batteria – si è abilmente districato nei meandri delle composizioni
di Girotto. Brani recenti e altri meno che hanno, come sempre, mostrato l'anima
artistica del sassofonista argentino, un musicista che vive intensamente sul palco
ogni nota che si materializza e diventa quasi visibile. Tra qualche inflessione
folk e una ritmica tribale, l'atmosfera è sempre quella di un'eterna danza in cui
Girotto fa da conduttore, ma non per questo gli altri tre elementi del gruppo si
relegano in un cantuccio, anzi forse è proprio la verve del sassofonista a spronarli.
E così, Tringali, ineccepibile non perde per un secondo il suo ritmo serrato che
quasi impedisce il respiro e sostiene una melodia descritta dal sax sempre chiaramente
in evidenza. Allo stesso modo, Girotto ingaggia dei dialoghi ricchi di espressività
e di intenzione con Burgio, pianista che coglie ogni occasione per mostrare la propria
personalità, ora pigiando delicatamente i tasti del pianoforte, ora percuotendo
direttamente la cordiera insieme allo stesso sassofonista. E così Toscano è un elemento
imprescindibile per la realizzazione di intensi crescendo che si dispiegano nel
tempo come se fossero inarrestabili. Ogni brano è una dedica e questo arricchisce
notevolmente di significato ogni nota che si propaga nell'aria come storia, scena
di vita vissuta o semplicemente come volto noto o immaginario, in una cornice ora
seria ora ludica che comunque fa da sfondo ad ogni primo piano sonoro.
Per la serata conclusiva il Messina Sea Jazz decide di fare le cose in grande e
chiude il percorso circolare aperto il 2 giugno con un doppio set musicale e la
presenza imponente dell'orchestra del Teatro Vittorio Emanuele. Il primo a salire
sul palco è Sam Mortellaro Trio, formazione - composta da Sam Mortellaro
al pianoforte, Angelo Minacapilli al basso e Francesco Alessi alla batteria – che
ha già avuto modo di farsi notare in Sicilia. Il trio presenta per lo più composizioni
originali di Mortellaro che declina un jazz di stampo europeo particolarmente gradevole
e fruibile. Con un tocco al pianoforte sempre molto delicato e allo stesso tempo
vivido, il pianista si esibisce in vertiginosi atti improvvisativi passando in rassegna
la tastiera da un estremo all'altro. La delicatezza del suo tocco si riversa anche
su Minacapilli e Alessi, che pur mantenendo salda la loro funzione ritmica, non
disdegnano un approccio più sofisticato.
George Gershwin, una scala verso il Paradiso è invece il titolo del progetto
presentato da Cettina Donato che, per l'occasione, ha goduto della folta
schiera di musicisti dell'orchestra del Teatro Vittorio Emanuele, della presenza
di Stefano Di Battista e di Urban Fabula - Seby Burgio, Alberto Fidone
e Giuseppe Tringali. Un progetto ardito di rilettura dei grandi brani di Gershwin
che per la Donato è quasi una sfida: non si trova infatti di fronte al pianoforte,
suo strumento d'elezione, ma a dirigere una folta schiera di musicisti sui quali
ha cucito ogni singola parte. Gli arrangiamenti della Donato non spiccano particolarmente
dal punto di vista creativo soprattutto per il fatto che permette ad alcuni strumentisti
di restare ai margini della scena musicale in atto, anche quando il loro apporto
potrebbe - o avrebbe potuto – dare una significativa svolta, e in termini creativi
e in termini di originalità. Anche la direzione, precisa e assolutamente puntuale,
ha trovato in queste due qualità solitamente positive un neo: troppo rigida in alcuni
momenti in cui l'intenzione andava calibrata in modo diverso. Ma le musiche di Gershwin
hanno sempre il loro fascino e il pubblico non può che rivivere caloroso quelle
atmosfere. È su The Man I Love che si giunge ad un attimo di catarsi, quando
Stefano Di Battista, grande solista della serata, assume il totale controllo della
situazione e, come in una visione in lento divenire, anche l'orchestra, su suggerimento
del sassofonista, prende parte, poco a poco, a questo inebriante delirio improvvisativo.
Si conclude così il percorso circolare di questa edizione del Messina Sea Jazz,
festival che ha puntato tutto sulla Sicilia e i suoi nuovi talenti, dai quali però
ci si aspetta di più in termini di idee in grado di riflettere la contemporaneità.
29/09/2012 | European Jazz Expo #2: Asì, Quartetto Pessoa, Moroni & Ionata, Mario Brai, Enrico Zanisi, Alessandro Paternesi, David Linx, Little Blue, Federico Casagrande, Billy Cobham (D. Floris, D. Crevena) |
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
16/07/2011 | Vittoria Jazz Festival - Music & Cerasuolo Wine: "Alla quarta edizione, il festival di Vittoria si conferma come uno dei più importanti eventi musicali organizzati sul territorio siciliano. La formula prescelta dal direttore artistico è quella di dilatare nel tempo gli incontri musicali, concentrandoli in quattro fine settimana della tarda primavera, valorizzando uno dei quartieri più suggestivi della città, la restaurata Piazza Enriquez, e coinvolgendo, grazie a concerti e jam session notturne, una quantità di pubblico davvero rilevante, composto in parte da giovani e giovanissimi, portatori di un entusiasmo che fa davvero ben sperare sul futuro del jazz, almeno in questa parte della Sicilia." (Vincenzo Fugaldi) |
15/08/2010 | Südtirol Jazz Festival Altoadige: "Il festival altoatesino prosegue nella sua tendenza all'ampliamento territoriale e quest'anno, oltre al capoluogo Bolzano, ha portato le note del jazz in rifugi e cantine, nelle banche, a Bressanone, Brunico, Merano e in Val Venosta. Uno dei maggiori pregi di questa mastodontica iniziativa, che coinvolge in dieci intense giornate centinaia di artisti, è quello, importantissimo, di far conoscere in Italia nuovi talenti europei. La posizione di frontiera e il bilinguismo rendono l'Altoadige il luogo ideale per svolgere questo fondamentale servizio..." (Vincenzo Fugaldi) |
30/08/2009 | Laigueglia Percfest 2009: "La 14° edizione, sempre diretta da Rosario Bonaccorso, ha puntato su una programmazione ad hoc per soddisfare l'appetito artistico di tutti: concerti jazz di altissimo livello, concorso internazionale di percussionisti creativi Memorial Naco, corso di percussioni per bambini, corsi di GiGon, fitness sulla spiaggia, stage didattici di percussioni e musicoterapia, lezione di danza mediorientale, stage di danza, mostre fotografiche, e altro." (Franco Donaggio) |
|
Inserisci un commento
© 2000 - 2024 Tutto il materiale pubblicato su Jazzitalia è di esclusiva proprietà dell'autore ed è coperto da Copyright internazionale, pertanto non è consentito alcun utilizzo che non sia preventivamente concordato con chi ne detiene i diritti.
|
Questa pagina è stata visitata 1.539 volte
Data pubblicazione: 19/07/2015
|
|