European Jazz Expo #1 Cagliari, 4 - 9 settembre 2012
di Vincenzo Fugaldi Foto di Francesco Truono
Il variegato programma dell'European Jazz Expo di Cagliari, per
la seconda volta nei nuovi spazi verdi all'aperto del Parco di Monte Claro, è entrato
nel vivo con un concerto del chitarrista Stanley Jordan, sviluppatore di
una tecnica prodigiosa basata sul tapping effettuato con entrambe le mani,
tecnica peraltro già abbondantemente sperimentata da Emmett Chapman sin dagli anni
Settanta per lo strumento di sua invenzione, il Chapman Stick. Jordan si è prodotto
in un superficiale sfoggio di tecnica estetizzante e manierista, tra brani beatlesiani,
hendrixiani, classici, e una medley composita eseguita col sussidio del pianoforte.
Diametralmente opposta la musica del trio del pianista Giovanni
Guidi, con Gabriele Evangelista al contrabbasso ed Enrico Morello
alla batteria: profonda, intensa, creativa e suggestiva. Una sequenza di brani cuciti
da passaggi improvvisati che andava da Brian Eno (una splendida By This River)
a Elvis Presley (Can't Help Falling in Love), passando per
Ornette
Coleman, e una conclusiva Quisaz quisaz quisaz. Alla prima esperienza
in trio con Guidi, Evangelista e Morello hanno mostrato doti elevatissime e totale
empatia con la poetica del leader, di grana fine e sobria, che cattura l'ascoltatore
attento e lo accoglie in un mondo espressivo di assoluto valore.
Cristina Zavalloni ha presentato il nuovo bel cd «La
donna di cristallo», di recentissima pubblicazione per l'Egea. Accompagnata
dalla Radar Band (Cristiano Arcelli sax alto e arrangiamenti, Fulvio Sigurtà
tromba, Massimo Morganti trombone, Giacomo Riggi vibrafono,
Michele
Francesconi pianoforte, Daniele Mencarelli basso elettrico,
Alessandro Paternesi batteria, Enrico Pulcinelli percussioni), l'artista
ha sfidato il sole del pomeriggio che inondava il palco con encomiabile professionalità,
eseguendo buona parte del repertorio del cd, composto quasi esclusivamente da sue
composizioni arrangiate da Arcelli. Esibizione ineccepibile, musiche complesse,
testi pregnanti, arrangiamenti validi, buon lavoro di gruppo e solistico – in particolare
di Sigurtà – per il concerto di un'artista che esce dai consueti schemi del canto
jazz grazie a una formazione ampia e a una peculiare e felice creatività.
Il quartetto del pianista
Livio Minafra (Gaetano
Partipilo sax alto e soprano,
Domenico Caliri
chitarra elettrica e Maurizio Lampugnani percussioni), ha interpretato alcuni
dei brani contenuti nel cd Enja «Surprise!!!» come La danza del sole,
Surprise, Passi, Gomitoli, Stop War, dovendo superare
alcuni fastidiosi problemi tecnici. La solarità delle composizioni di Minafra, che
ha suonato oltre al pianoforte con il consueto impegno anche una tastiera, e la
competenza degli altri componenti il quartetto, con Partipilo in primo piano, hanno
garantito la riuscita del concerto, tra tempi dispari, impronte progressive,
giocosità di fondo.
Tra le proposte della Cam Jazz, uno spazio è stato riservato
al duo di Fulvio Sigurtà e
Claudio Filippini,
protagonisti del cd «Through The Journey». Lirico e introspettivo, ma a tratti
anche infuocato e ritmico, il duo trae forza in particolare dalla creatività di
Sigurtà, che sia alla tromba che al flicorno è una fonte inesauribile di idee, sostenute
da una tecnica superba e da un gusto sopraffino.
Javier Girotto
(sax soprano), con Natalio Mangalavite al pianoforte e tastiere, Luca
Bulgarelli al basso elettrico a sei corde e Emanuele Smimmo alla batteria
e percussioni, in un spazio affollatissimo, ha suonato alcuni dei brani del suo
cd dal titolo «Alrededores de la ausencia», un viaggio appassionato tra ritmi
argentini, urugaiani e peruviani, che anche grazie al sostegno dei compagni e alle
tastiere e alla suadente voce di Mangalavite ha riscosso un meritato successo.
Altrettanto successo, e una affluenza di pubblico ancora maggiore,
per il quartetto di
Enzo
Pietropaoli, con Filippini al pianoforte in sostituzione del
titolare Julian Mazzariello, Fulvio Sigurtà e Alessandro Paternesi.
In procinto di incidere un nuovo disco dopo il fortunato «Yatra», il grande
contrabbassista ha convinto ancora una volta con la forza del suo approccio melodico
delicatamente narrativo e con i buoni equilibri del suo quartetto, nel quale brilla
il drumming di Alessandro Paternesi, musicista in costante ascesa creativa.
A chiudere l'expo cagliaritana, densa anche di momenti di matrice
pop e con spazio per i musicisti sardi, il nuovo progetto di
Enrico Rava
dedicato a Michael Jackson che schierava sul palco, oltre al leader, ben undici
elementi. Il progetto era caratterizzato dagli articolati arrangiamenti di Mauro
Ottolini, ispiratosi più alla Brass Fantasy di Lester Bowie che alle rielaborazioni
davisiane dell'opera di Jackson, e dalla splendida forma di tutti i musicisti in
campo, leader in testa. Ma è doveroso citare almeno i superbi assoli del sax tenore
di Dan Kinzelman, del basso elettrico di Dario Deidda e della chitarra
funky di Marcello Giannini, i collettivi infuocati, i ritmi tiratissimi e
l'entusiasmo collettivo. Rava e i suoi musicisti sono riusciti nel lodevole intento
di coniugare qualità e popolarità, restituendo al jazz una dimensione di fruibilità
che può attirare nuove fasce di ascoltatori. Nel concerto, premiato sino a tarda
ora dalla presenza di una gran quantità di pubblico entusiasta, sono stati eseguiti
alcuni tra i brani dell'ultimo Jacko, quello degli album «HIStory» (Stranger
in Moscow, They Don't Care About Us, la chapliniana Smile,
Little Susie) e «Invincible» (Speechless, Whatever Happens,
Privacy), ma anche Thriller, Smooth Criminal, Blood On The
Dance Floor e Another Part Of Me.