Bergamo Jazz 2010
19 - 21 marzo 2010
di Vittorio Pio
foto Luciano Rossetti
Tocca sempre a Bergamo il compito di inaugurare
la nuova stagione del jazz in Italia, dall'alto di una tradizione di scintillante
fattura, impreziosita dalla seconda conduzione artistica di
Paolo Fresu,
il cui obiettivo quest'anno è stato quello di concentrarsi su alcune delle correnti
che attribuiscono al genere nuova linfa. Dalla splendida ribalta del Teatro Donizetti
ai palchi disseminati in città alta per la maratona che ha coinvolto gli allievi
di conservatori e scuole musicali, fino all'interessante blindfold test coordinato
da Giuseppe Vigna, test che ha opposto lo stesso Fresu ad
Enrico Rava
in una serie di interessanti considerazioni su pagine celeberrime e musiche sconosciute,
la qualità si è mantenuta alta e coinvolgente, con i primi applausi che sono andati
al duo composto da
Richard Galliano
e John Surman capaci di confrontare i loro rispettivi vocabolari su pregevoli
impasti dialettici, in un clima che è passato dal concitato al sognante senza mai
arenarsi nelle secche dell'autocompiacimento.
Come al solito godibile il set dagli accenti percussivi elaborato dal
trio di
Ahmad Jamal, la cui fervida inventiva non sembra essere incrinata
dal peso degli anni. Straordinaria l'esibizione del Moscow Art Trio, guidato
da un altro pianista ispiratissimo come Misha Alperin in un set raffinato
e melodico sospeso tra folklore di inestimabile fattura, scrittura colta e una spezia
improvvisativa di matrice jazzistica. Lo stesso leader ha poi offerto un set di
lirico assolo presso la stupenda cornice dell'ex chiesa della Maddalena.
Ottimo come sempre il contributo offerto dai nostri musicisti, con i nuovi
stimoli che adornano questo tratto della dorata carriera di
Enrico Rava,
cui va (anche) il merito di aver saputo scegliere e lanciare giovani di talento
e cuore. Per Gianluca
Petrella sono ormai superflue le aggettivazioni vista la maestria con
cui ha elaborato una propria estetica, capace di spostare in avanti i confini del
suo difficile quanto affascinante strumento, (in questa occasione era presente anche
con il trio "Plug", che faceva del suono la matrice grezza di una composizione circolare
che attingeva a vari linguaggi - il trio ha appena esordito discograficamente
per l'ambiziosa indipendente MyFavourite records), Giovanni Guidi stupisce sempre per la rapidità
dei suoi progressi.
Ottimo anche il Downtown Trio accreditato a Roberto Cecchetto,
così come godibile è stato il rendez-vous fra lo stesso Rava e
Gianluigi
Trovesi, intensi e raffinati come non mai. In chiusura l'escursione
a 360 gradi nei suoni e colori offerti dal cubano
Omar
Sosa e l'esibizione esclusiva, dedicata alla musica dell'inimitabile
Horace Silver nella visione offerta dal San Francisco Jazz Collective, una
formazione stabile di organico vario che gira il mondo partendo dall'omonimo festival
attingendo al miglior serbatoio di giovani che si è consolidato oltreoceano (tra
questi i prodigiosi sassofonisti Miguel Zenon e Mark Turner, il trombettista
Avishai Cohen e il batterista Eric Harland), con un breve quanto fulminante
concerto che ha compreso anche degli originali ben sviscerati.
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
05/09/2010 | Roccella Jazz Festival 30a Edizione: "Trent'anni e non sentirli. Rumori Mediterranei oggi è patrimonio di una intera comunit? che aspetta i giorni del festival con tale entusiasmo e partecipazione, da far pensare a pochi altri riscontri". La soave e leggera Nicole Mitchell con il suo Indigo Trio, l'anteprima del film di Maresco su Tony Scott, la brillantezza del duo Pieranunzi & Baron, il flamenco di Diego Amador, il travolgente Roy Hargrove, il circo di Mirko Guerini, la classe di Steve Khun con Ravi Coltrane, il grande incontro di Salvatore Bonafede con Eddie Gomez e Billy Hart, l'avvincente Quartetto Trionfale di Fresu e Trovesi...il tutto sotto l'attenta, non convenzionale ma vincente direzione artistica di Paolo Damiani (Gianluca Diana, Vittorio Pio) |
15/08/2010 | Südtirol Jazz Festival Altoadige: "Il festival altoatesino prosegue nella sua tendenza all'ampliamento territoriale e quest'anno, oltre al capoluogo Bolzano, ha portato le note del jazz in rifugi e cantine, nelle banche, a Bressanone, Brunico, Merano e in Val Venosta. Uno dei maggiori pregi di questa mastodontica iniziativa, che coinvolge in dieci intense giornate centinaia di artisti, è quello, importantissimo, di far conoscere in Italia nuovi talenti europei. La posizione di frontiera e il bilinguismo rendono l'Altoadige il luogo ideale per svolgere questo fondamentale servizio..." (Vincenzo Fugaldi) |
28/11/2009 | Venezia Jazz Festival 2009: Ben Allison Quartet, Fabrizio Sotti trio, Giovanni Guidi Quartet, Wynton Marsalis e Jazz at Lincoln Center Orchestra, Richard Galliano All Star Band, Charles Lloyd Quartet, GNU Quartet, Trio Madeira Brasil, Paolo Conte e l'Orchestra Sinfonica di Venezia, diretta da Bruno Fontaine, Musica senza solfiti del Sigurt�-Casagrande Duo...(Giovanni Greto) |
14/11/2009 | Intervista a Richard Galliano : "...utilizzare vari linguaggi è stata una necessità più che una scelta. Un fisarmonicista non può tagliare le sue radici. La fisarmonica non è mai servita a tracciare nuove strade musicali. Noi siamo necessariamente immersi nel nostro passato. E il nostro passato è quello di tantissimi musicisti di strada, gente che suonava ai balli popolari e nelle ricorrenze di paese. La fisarmonica, un organo portatile, non può prescindere da questa sua storia umile." (Marco Buttafuoco) |
01/10/2007 | Intervista a Paolo Fresu: "Credo che Miles sia stato un grandissimo esempio, ad di là del fatto che piaccia o non piaccia a tutti, per cui per me questo pensiero, questa sorta di insegnamento è stato illuminante, quindi molte delle cose che metto in pratica tutti i giorni magari non me ne rendo conto ma se ci penso bene so che vengono da quel tipo di scuola. Ancora oggi se ascolto "Kind Of Blue" continuo a ritrovare in esso una attualità sconvolgente in quanto a pesi, misure, silenzi, capacità improvvisativi, sviluppo dei solisti, interplay, è un disco di allora che però oggi continua ad essere una delle cose più belle che si siano mai sentite, un'opera fondamentale." (Giuseppe Mavilla) |
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Data pubblicazione: 17/04/2010
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