Conciso ed efficace questo articolo ci apre alla vita del famoso
Richard Galliano
e sicuramente ci mostra la passione che lo studente Mirko Fazzi ha per lui.
Non si è addentrato in questioni prettamente musicali perché le lasciamo
ai prossimi appuntamenti ma sicuramente ha razionalizzato con intelligenza le fasi
salienti che hanno reso protagonista il fenomeno
Galliano
nel mondo del jazz e della fisarmonica.
Mirko non è giovanissimo e benché si occupi di jazz da poco ha un profondo
rispetto per lo strumento e ha compreso perfettamente i concetti di "stile" e "personalità"…
fatto mai troppo evidente.
Riguardo a
Galliano
vorrei mettere in evidenza la sua squisita sonorità, il suo modo di utilizzare completamente
la fisarmonica (con tutti i suoi registri) e senza mai commettere errori banali
quali il suonare in ottave errate o con pressioni anti-musicali.
Vi lascio all'articolo con due frasi che Galliano ha pronunciato alla
Master Class italiana di Stradella, nel settembre del 2000:
"Non mi piacciono i fisarmonicisti delle scuole francesi perché ridono sempre"…
"I fisarmonicisti con fisarmonica a piano sono nel jazz più creativi di quelli cromatici
perché hanno un diverso approccio alla tonalità"…
Richard Galliano:
Cenni Biografici
Mirko Fazzi
Richard
Galliano è nato in Francia a Le Cannet, il 12 dicembre
1950.
Richard è stato introdotto alla musica giovanissimo iniziando con la fisarmonica
all'età di 4 anni sotto l'influenza del padre Lucien, fisarmonicista di origine
italiana vivente a Nizza.
Per un lungo periodo studia Trombone, Armonia e Contrappunto nell'Accademia
di Musica di Nizza e, a 14 anni, nel cercare di espandere le sue idee fisarmonicistiche,
inizia ad ascoltare jazz sui dischi del grande trombettista Clifford Bronwn
di cui rimane affascinato.
Inizia allora un percorso di ricerca all'interno del mondo della fisarmonica
aiutato dal suo maestro Claude Noel che gli fa conoscere i maestri italiani
(Fugazza, Volpi, Fancelli) e quelli americani come Art Van
Damme ed Ernie Felice. Investe tutta la sua adolescenza nella ricerca
di materiale discografico di questi musicisti in un periodo in cui nei negozi di
dischi le uniche incisioni disponibili erano quelle dei fisarmonicisti tradizionali.
Ha, in questi anni, un fortissimo desiderio di suonare il suo strumento in maniera
differente sapendo che questo sistema esisteva sia negli USA che in Brasile.
Finiti gli studi e il periodo di apprendistato nel
1973, Richard prende la sua grande decisione
e si trasferisce a Parigi dove lo aspetta un colpo di fortuna. Molto rapidamente
stabilisce un importantissimo contatto con il famoso cantante Claude Nougaro.
Per
tre anni ricopre il ruolo di direttore, arrangiatore e compositore per l'orchestra
di Nougaro. Trovarsi a condurre un'orchestra fu per lui un'esperienza che
lo segnò profondamente. Imparò soprattutto l'importanza della melodia, lezione che
ancora applica alle sue composizioni anche se principalmente strumentali.
Dopo Nougaro, una grandissima importanza per
Richard Galliano
ebbe l'incontro con Astor Piazzolla.
Con Piazzolla,
Galliano
si rende contro che non era andato a Parigi per suonare secondo lo stile di altre
persone ma per inventare un nuovo genere di musica che era profondamente radicato
nelle sue origini. Piazzolla suggerì a
Galliano
di riscoprire le sue origini francesi e di portare alla luce il New Musette
come lui aveva fatto con il Tango Nuevo.
Non era certo cosa facile!
Il genere era antiquato, datato, era come tornare indietro con il tempo.
Ma Piazzolla aiutò
Richard
in questo percorso e soprattutto gli fece comprendere come fosse assolutamente necessario
che mantenesse la sua identità. Piazzolla lo aiutò anche ad avere estrema
fiducia in questo strumento che: è passato attraverso i cambiamenti delle mode,
le passioni e che ha sofferto ogni tipo di rifiuto.
Richard
Galliano interpreta, compone e orchestra con un mix di reminiscenze
swing, echi di tango, walzer dei Bistrò francesi, ballads di Bill Evans e
condisce con l'approccio improvvisativo di
Jarrett,
Parker e
Coltrane. Su tutto questo aleggia l'impareggiabile gusto cromatico
di Galliano
che si rifà alla migliore tradizione francese da Couperin a Debussy
fino ad arrivare a Ravel.
Il grande merito di
Richard
sta quindi nella sua originalità, nell'essere riuscito a sintetizzare tutte queste
esperienze in una nuova musica, fatta di jazz e di tradizioni filtrate dalla sua
personalità.
Altro grande punto di forza è il suo modo di utilizzare la fisarmonica,
questo scomodo strumento che ha sempre avuto vita difficile sia nel jazz che nella
musica colta. Nelle mani di
Galliano
la fisarmonica acquista la policromia di un'orchestra e l'intimismo di una formazione
da camera.
Fra le sue tantissime collaborazioni ricordiamo la presenza nel gruppo
di Zawinul ad Umbria jazz, manifestazione nella quale si è esibito negli
anni successivi con
Charlie Haden e con il quartetto del New York Tango. Ha partecipato
alle edizioni del Jazz Festival di Montreal nel
'97 in solo, nei concerti
del '98 con 5 progetti
differenti e nel '99
in trio con Gorge Mraz ed Al Foster.
Altre collaborazioni: Juliette Greco, Charles Aznavour,
Ron Carter,
Chet Baker,
Enrico Rava,
Martial Solal,
Miroslav Vitous, Trilok Gurtu, Jan Garbarek,
Michel
Petrucciani, Michel Portal,
Toots
Thielemans, Joe Zawinul,
Charlie Haden.
Ha partecipato a numerosi festival internazionali tra cui: Antibes, Montreux,
Vienna, S.Francisco, North Sea, Melbourne, Umbria Jazz, Tokyo, Peking and Shanghai.
Nel 1993,
Richard Galliano
firma un contratto in esclusiva con l'etichetta discografica di
Francis
Dreyfus che darà un notevole impulso alla sua carriera e alla sua fama
sia sulla scena francese che internazionale.
28/11/2009 | Venezia Jazz Festival 2009: Ben Allison Quartet, Fabrizio Sotti trio, Giovanni Guidi Quartet, Wynton Marsalis e Jazz at Lincoln Center Orchestra, Richard Galliano All Star Band, Charles Lloyd Quartet, GNU Quartet, Trio Madeira Brasil, Paolo Conte e l'Orchestra Sinfonica di Venezia, diretta da Bruno Fontaine, Musica senza solfiti del Sigurt�-Casagrande Duo...(Giovanni Greto) |
14/11/2009 | Intervista a Richard Galliano : "...utilizzare vari linguaggi è stata una necessità più che una scelta. Un fisarmonicista non può tagliare le sue radici. La fisarmonica non è mai servita a tracciare nuove strade musicali. Noi siamo necessariamente immersi nel nostro passato. E il nostro passato è quello di tantissimi musicisti di strada, gente che suonava ai balli popolari e nelle ricorrenze di paese. La fisarmonica, un organo portatile, non può prescindere da questa sua storia umile." (Marco Buttafuoco) |
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Data pubblicazione: 03/07/2006
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