|
Forthyto
Radio Interference
dodicilune (2015)
1. Esteem
2. Prism
3. On Green Dolphin Street
4. Four Sticks
5. The Cure
6. Lucignolo
7. Caravan
8. Cavatina
9. Last Train Home
10. Preludio #1
11. How Far Can You Fly?
12. You Don't Know What Love Is?
Vito 'forthyto' Quaranta - chitarre,
voce, elettronica
Giorgio Vendola - contrabbasso
Mimmo Campanale
- batteria
Ospiti:
Antonello
Salis - fisarmonica (2, 6, 9)
Luca Aquino - flicorno (1, 11)
Arup Kanti Das - tabla, voce (4, 7)
Via Ferecide Siro 1/e
73100 LECCE
Tel. +39 0832.091231 - 0832.092478
Fax +39 0832.1831054
email: ufficiostampa@dodicilune.it
web: www.dodicilune.it
A pensarci bene, l'interferenza è qualcosa di negativo, non vista
di buon occhio. Si potrebbe dire sgradita. Ecco, parafrasando Jean Cocteau, dipende
dalla prospettiva e dagli occhi di chi guarda. Le orecchie di Vito "Forthyto" Quaranta
sono state oggetto di interferenze musicali (radiofoniche?) tali da mettere a soqquadro
la sua vita musicale; tali da essere portate sempre nel cuore. E da qui si parte
per un viaggio, per un microcosmo così policromo da dare una bella scossa a chiunque
l'ascolti. Forthyto intraprende questo viaggio musicale in ottima compagnia: con
il suo affiatato trio che vede il pulsare ritmico-armonico dell'eccellente Giorgio
Vendola e lo sfavillante
Mimmo Campanale,
capace di invenzioni sempre gradite. Poi, gli amici "ospiti" che arricchiscono,
ciascuno con il suo ricco fardello, buona parte dei dodici brani in scaletta.
Si badi bene: non si tratta di esecuzioni sic et simpliciter, ma di vere e proprie
riletture, in alcuni casi anche riscritture, di alcuni spezzoni della storia della
musica. Da J.S. Bach con il Preludio #1 con il quale Fothyto si cimenta solo soletto
con la sua chitarra, ammantando l'opera bachiana di gentile bluesy, a
Luca Flores
con "How Far Can You Fly?", reso ancor più mistico ed etereo dalle tracce
di elettronica e dall'inconfondibile soffiato vibrante di Luca Aquino che fanno
da contraltare alla voce marcatamente "progressive" di Forthyto.
Senza contare lo chapeau rivolto a
Steve Lacy
in "Esteem", tracciato da un pedale sul quale si annodano il fluttuare del
flicorno e gli arpeggio d'ampio respire della chitarra, costruendo circolarmente
un brano sempre più torrido, mercé l'incalzare in crescendo di Campanale. Due volte
Keith Jarrett:
"Prism" tornita dalla fisarmonica di
Antonello
Salis che contrappunta i vocalizzi di Forthyto; "The Cure", dove
tutto il groove sprigionato dal pianista di Allentown è racchiuso nelle corde vibranti
e prepotenti del leader che se la gioca da solo con un impetuoso passo tra folk
americano e blues. C'è Duke Ellington con "Caravan" marchiata a fuoco dal
tabla di Arup Kanti Das e con gustose variazioni su ritmi e armonie. Le avventure
di Pinocchio fanno parte del bagaglio culturale di chi ha qualche capello bianco.
E la sua colonna sonora fermata da Fiorenzo Carpi ha affascinato anche Forthyto,
ben corroborato da
Antonello
Salis. La matrice orchestral-popolare viene mantenuta aprendo ampi squarci
nell'improvvisazione.
Chi imbraccia la chitarra non può aver subito la fascinazione delle architetture
create da Pat
Metheny, e Forthyto ce lo ricorda con una sua personale versione di "Last
Train Home" alla quale cuce addosso delle calzanti filologicamente intese.
Un disco che mette d'accordo tutti, senza distinzione di sesso, razza, lingua e
diversità d'opinioni musicali, con una massiccia dose di originalità.
Alceste Ayroldi per Jazzitalia
16/07/2011 | Vittoria Jazz Festival - Music & Cerasuolo Wine: "Alla quarta edizione, il festival di Vittoria si conferma come uno dei più importanti eventi musicali organizzati sul territorio siciliano. La formula prescelta dal direttore artistico è quella di dilatare nel tempo gli incontri musicali, concentrandoli in quattro fine settimana della tarda primavera, valorizzando uno dei quartieri più suggestivi della città, la restaurata Piazza Enriquez, e coinvolgendo, grazie a concerti e jam session notturne, una quantità di pubblico davvero rilevante, composto in parte da giovani e giovanissimi, portatori di un entusiasmo che fa davvero ben sperare sul futuro del jazz, almeno in questa parte della Sicilia." (Vincenzo Fugaldi) |
05/09/2010 | Roccella Jazz Festival 30a Edizione: "Trent'anni e non sentirli. Rumori Mediterranei oggi è patrimonio di una intera comunit? che aspetta i giorni del festival con tale entusiasmo e partecipazione, da far pensare a pochi altri riscontri". La soave e leggera Nicole Mitchell con il suo Indigo Trio, l'anteprima del film di Maresco su Tony Scott, la brillantezza del duo Pieranunzi & Baron, il flamenco di Diego Amador, il travolgente Roy Hargrove, il circo di Mirko Guerini, la classe di Steve Khun con Ravi Coltrane, il grande incontro di Salvatore Bonafede con Eddie Gomez e Billy Hart, l'avvincente Quartetto Trionfale di Fresu e Trovesi...il tutto sotto l'attenta, non convenzionale ma vincente direzione artistica di Paolo Damiani (Gianluca Diana, Vittorio Pio) |
|
Inserisci un commento
Questa pagina è stata visitata 2.216 volte
Data pubblicazione: 18/09/2016
|
|