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Riccardo Fassi - Tankio Band
The Return Of The Fat Chicken
Alfa Music (2018)
1. Cosmik Debris
2. It Must Be A Camel
3. G-Spot Tornado
4. Tornado Coda
5. Florentine Pogen
6. Uncle Intro
7. Uncle Meat
8. Sofa
9. The Return Of The Fat Chicken
10. Oh No; Little Umbrellas
11. Clothes Intro
12. Take Your Clothes Off When You Dance
13. Toads Of The Short Forest
14. Toads Coda; Uncle Remus
15. Dream About Frank
Riccardo Fassi - piano, Fender Rhodes, synth Claudio Corvini, Giancarlo Ciminelli, Aldo Bassi, Francesco Lento - trumpet Roberto Pecorelli - Pierpaolo Pecorelli: tuba Massimo Pirone, Mario Corvini - trombone; Sandro Satta, Paolo Recchia: alto saxophone Michel Audisso - soprano and alto saxophones Torquato Sdrucia - baritone saxophone Manlio Maresca - guitar Pierpaolo Bisogno - vibes Steve Cantarano - bass Pietro Iodice - drums Gabriele Mirabassi - clarinet Antonello Salis - accordion, voice, whistle Napoleon Murphy Brock - voice, tenor saxophone, flute Alex Sipiagin - trumpet, flugelhorn Ruben Chaviano - violin
Riccardo Fassi torna ad incidere un disco dedicato alla
musica di Frank Zappa a 23 anni di distanza dall'uscita del precedente "Plays the
music of Frank Zappa". Nella Tankio Band ci sono parecchie conferme rispetto alla
registrazione del 1994, oltre ad alcuni ospiti di prestigio,
fra i quali è bene ricordare innanzitutto NapOleon Murphy Brook, voce (non
solo) delle formazioni del compositore di Baltimora per più di un decennio. Fassi
ha approntato una rilettura rispettosa dell'originale, cercando di valorizzare una
musica che vive di contrasti stilistici, muovendo fra il rock, il blues e la classica
contemporanea. Così il pieno orchestrale è garantito da unisoni corposi eseguiti
dall'intero collettivo, a cui si alternano botta e risposta incisivi fra le sezioni,
fino a far sbocciare assoli appuntiti, taglienti come lame, indirizzati a sviluppare
i temi e a caricarli di un peso jazzistico di considerevole caratura. La base ritmica
è orientata prevalentemente sul rock e sul funky sempre pronta, però, a stop improvvisi,
a cambi di marcia, a mutamenti climatici fulminei, tanto per rimanere aderenti all'universo
sonoro del geniale autore americano. Quando è presente Murphy Brook si va su atmosfere
vicine ad un rytm and blues grasso e beffardo, con il cantante che trascina l'orchestra
verso territori che conosce a menadito, infidi e scabrosi, tecnicamente, da attraversare.
Particolarmente pregnanti sono, poi, alcuni intermezzi affidati all'estroversione
di Antonello
Salis, impegnato, oltre che alla fisarmonica, alla voce e al fischio, in
dialoghi surreali con il tastierista romano. In tutte le tracce si apprezzano, inoltre,
la grande coesione della band messa in piedi per l'occasione, fra titolari e ospiti
di riguardo e la perizia degli arrangiamenti, agili ed equilibrati.
Il brano migliore fra i diciassette che compongono l'album, per un totale che supera
i settanta minuti, è G-Spot Tornado, introdotta dal violino solitario di Ruben Chiaviano.
Si manifesta, poi, un motivo dal sapore orientale, che compare, scompare e ricompare
in altre sembianze, assumendo il pezzo un ritmo rockeggiante, su cui volteggia il
clarinetto del pirotecnico Gabriele Mirabassi, seguito dai solidi assoli
di Paolo Recchia al sax e di Mario Corvini al trombone.
Con questo album Riccardo Fassi riesce ancora una volta a fare centro, affidandosi
al repertorio di una delle personalità più influenti del novecento, a prescindere
dai generi musicali in cui lo si voglia inquadrare. Il merito principale del bandleader
romano è nel non aver voluto attualizzare in qualche maniera quelle partiture, ma
di averne rispettato il carattere speciale e specifico. Non si può, d'altra parte,
rendere contemporanea una musica proiettata nel futuro come quella di Frank Zappa.
Renderla attuale, sotto certi punti di vista, vorrebbe dire cristallizzarla, farle
cadere sopra la polvere del tempo.
Gianni Montano oer Jazzitalia
16/07/2011 | Vittoria Jazz Festival - Music & Cerasuolo Wine: "Alla quarta edizione, il festival di Vittoria si conferma come uno dei più importanti eventi musicali organizzati sul territorio siciliano. La formula prescelta dal direttore artistico è quella di dilatare nel tempo gli incontri musicali, concentrandoli in quattro fine settimana della tarda primavera, valorizzando uno dei quartieri più suggestivi della città, la restaurata Piazza Enriquez, e coinvolgendo, grazie a concerti e jam session notturne, una quantità di pubblico davvero rilevante, composto in parte da giovani e giovanissimi, portatori di un entusiasmo che fa davvero ben sperare sul futuro del jazz, almeno in questa parte della Sicilia." (Vincenzo Fugaldi) |
05/09/2010 | Roccella Jazz Festival 30a Edizione: "Trent'anni e non sentirli. Rumori Mediterranei oggi è patrimonio di una intera comunit? che aspetta i giorni del festival con tale entusiasmo e partecipazione, da far pensare a pochi altri riscontri". La soave e leggera Nicole Mitchell con il suo Indigo Trio, l'anteprima del film di Maresco su Tony Scott, la brillantezza del duo Pieranunzi & Baron, il flamenco di Diego Amador, il travolgente Roy Hargrove, il circo di Mirko Guerini, la classe di Steve Khun con Ravi Coltrane, il grande incontro di Salvatore Bonafede con Eddie Gomez e Billy Hart, l'avvincente Quartetto Trionfale di Fresu e Trovesi...il tutto sotto l'attenta, non convenzionale ma vincente direzione artistica di Paolo Damiani (Gianluca Diana, Vittorio Pio) |
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Data pubblicazione: 09/02/2020
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