Enrico Rava & Parco della Musica Jazz Lab "Gershwin & more" 8 aprile 2011 - Teatro Rossini - Civitanova Marche
di Viviana Falcioni foto di Andrea Feliziani
Il teatro Rossini di Civitanova Marche è gremito per l'appuntamento straordinario
con il
più famoso trombettista jazz italiano:
Enrico Rava,
che per l'occasione è accompagnato dai giovani musicisti del progetto "Parco della
musica JazzLab".
Un pubblico eterogeneo per il concerto inserito nel programma del Festival "Civitanova
Classica", quale miglior scelta per un repertorio con le splendide composizioni
di George Gershwin che alternano il classicismo al jazz?
I musicisti entrano alla spicciolata e, accompagnati dagli applausi, raggiungono
i loro strumenti con una esuberante determinazione. Sembra di avvertire nei loro
atteggiamenti una sorta di eccitazione per questa esperienza impegnativa ed esaltante
allo stesso tempo; nei loro sguardi si coglie una vibrante attesa per l'inizio della
performance a fianco del Maestro.
Già dal primo impatto sonoro si apprezza una successione di note eseguite con prodigiosa
energia dalla mano destra del pianista Giovanni Guidi, che rende particolarmente
stimolante l'inizio del concerto. Il giovane pianista di Foligno si segnala anche
per essere un lirico, fluente e preciso armonizzatore di soli, nonché in veste di
"collante" nell'ensemble; ma a volte la mano sinistra rimane in aria come a "cercare"
gli accordi che non sempre sono presenti nel suo personale "modo" pianistico.
Al trombone svetta Mauro Ottolini, offrendoci un lavoro di fantasiosa creatività
che, da vero talento, snocciola con una serie di fraseggi decisamente swinganti.
Il bravo trombonista "declina", una dopo l'altra, note sincopate sul genere dixie,
assolvendo pienamente al ruolo affidatogli dai compagni; con l'uso di varie sordine
ed effetti wa-wa fa immergere il pubblico nella dimensione-atmosfera di un club
anni Trenta.
Una speciale sintonia si apprezza nella coralità completa della sezione fiati assieme
all'ispirata ritmica. Ottimo e funzionale al racconto musicale "classico" proposto
dal contrabbasso del giovane Senni, con note profonde che ne caratterizzano il suono,
al quale fa da eco il "timing" del batterista Zeno De Rossi, praticamente
perfetto e con una predilezione più generosa verso i tamburi.
Echi di blues e venature etniche trasudano dalla chitarra di Marcello Giannini,
ultimo acquisto della band, che sorprende per un notevole carattere stilistico.
Ed ecco che un generoso Rava affascina con note limpide e pause mozzafiato, il suono
della sua tromba è subito riconoscibile dal caratteristico timbro nitido e dai lirismi
di impronta chetbakeriana.
Spunta anche un clarino nelle mani di Dan Kinzelman, preannunciando, con
l'ormai classica introduzione, la famosissima "Rhapsody In Blue".
Il giovane sassofonista e clarinettista statunitense, ha già avuto modo di farsi
apprezzare dal pubblico dei jazzofili nel quartetto di Giovanni Guidi e rammentiamo
essere anche l'artefice degli arrangiamenti del progetto Gershwin.
Una bella introduzione di blues del pianista, fa da proèmio ad un nuovo brano: un
susseguirsi di note incoraggianti, riflessive a tratti vigorose, strappano applausi
al pubblico. Rava, spesso fuori microfono, sostiene gli arrangiamenti estemporanei
dei fiati, dove il sax alto di
Daniele Tittarelli emerge passando da momenti ispirati
e trame liriche, ad un suono incalzante e persuasivo.
Le composizioni balzano da un tempo all'altro, da un ritmo un po' dixie a ballads
originali, ad una musica d'insieme, a tutti gli strumenti in grande libertà improvvisativa:
ottimo lavoro di organizzazione strutturale negli arrangiamenti in una formula azzeccata
nella valorizzazione dei vari strumenti.
Il progetto offre una serie di brani tra i più suggestivi tratti dal songbook del
grande George Gershwin, che spaziano da "The man I love" alla
già citata "Rhapsody in Blue" per un degno finale nella coinvolgente "Summertime".
Nella seconda parte del concerto vengono eseguiti brani non a firma Gershwin tra
cui spicca una composizione del leggendario Don Cherry, trombettista con
cui Rava ebbe una serie di fervide collaborazioni: è il momento più intenso della
serata.
Una fastidiosa telecamera toglie la visuale dove è collocato il giovane chitarrista;
l'intero concerto verrà trasmesso da un famoso canale televisivo dedicato alla musica
classica, ma la sua esuberanza attira comunque l'ascolto attento ed entusiasta del
pubblico.
Nonostante il repertorio di uno dei maggiori classici che il jazz possa annoverare,
appare stimolante l'ascolto della grande abilità strumentale e l'eclettico universo
musical-sperimentale dei giovani componenti della band, in una stupefacente "modernità".
A fine concerto Rava si conferma, ancora una volta, grande e storico scopritore
di talenti (infatti basta considerare la sua presenza costante ai seminari di alta
formazione di Siena
Jazz e, quest'anno anche in qualità di presidente della giuria, al prestigioso
"Premio Massimo Urbani" a Camerino). In questi ambiti ha la possibilità di
dare nuovi e geniali impulsi all'universo jazz.
Sicuramente il progetto "Gershwin & More" avrà il pregio di lasciare nella produzione
jazzistica italiana un'impronta ben visibile per le generazioni future, ma la sua
continuità, affidata al Jazz-Lab del Parco della Musica, saprà creare nuove stimolanti
avventure, dato che già nel prossimo progetto saranno affrontati gli immortali ritmi
di Michael Jackson. A-rivederci a Camerino, Maestro.