Roccella Jazz Festival II Edizione Jazzy Christmas 25-30 dicembre 2015 Direzione artistica Paola Pinchera e Vincenzo Staiano
di Vincenzo Fugaldi
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La seconda edizione dell'appuntamento natalizio del festival
calabrese, graziata da un gradevolissimo tempo atmosferico, è iniziata il giorno
di Natale con il trio di Mario Lo Cascio e il gruppo Pascouche di
Antonio Pascuzzo, all'interno del restaurato ex Convento dei Minimi.
Vincitore di una borsa di studio quadriennale in batteria presso il Berklee College
of Music di Boston, il giovanissimo roccellese Federico Placanica (classe
1991) ha suonato il pomeriggio seguente in trio
con il pianista Danilo Blaiotta e il contrabbassista Stefano Battaglia.
Con leggerezza di tocco e buon drive ha sostenuto il lavoro del pianista, anch'egli
di origini calabresi e non ancora trentenne, ma spigliato e puntuale in un repertorio
mainstream nel quale si distinguevano lo standard God Bless The Child nell'arrangiamento
jarrettiano e la beatlesiana With A Little Help From My Friends nella versione
riarrangiata da Joe Cocker.
Il chitarrista piemontese (ma di salde origini meridionali)
Filippo Cosentino ha recato a Roccella la sua chitarra baritona, strumento
amato e utilizzato anche in un paio di suoi dischi da
Pat Metheny.
Grazie al suono caratteristico e pieno dello strumento, che presentava un'accordatura
diversa da quella ordinaria per tale tipo di chitarra, e alla sua tecnica sopraffina,
Cosentino ha proposto un recital coinvolgente, tutto articolato su sue belle composizioni
e su alcuni noti standard.
Il duo Dimidiam (Massimiliano Milesi, sax tenore e Giacomo Papetti, chitarra
basso) opera sull'essenzialità dei suoni, in un lavoro di ricerca sobrio e austero,
teso a evidenziare la bellezza delle emissioni degli strumenti, nella loro aperta
nudità. L'ellingtoniana Come Sunday è stato il brano più emotivamente riuscito
del concerto, per il resto incentrato su composizioni originali dei due musicisti
e su un suggestivo canto di migranti, I'm Leaving For America.
Dalla Puglia proveniva il talento chitarristico di Fabrizio Savino, classe
1981, accompagnato da
Francesco
Angiuli al contrabbasso e
Gianlivio
Liberti alla batteria. Due cd incisi («Metropolitan Prints» del
2009 e «Aram» del 2012) e uno in arrivo, Savino possiede un suono lindo e
solare ed era ben supportato dai compagni di viaggio, che si integravano alla perfezione
nelle sue composizioni originali, suggestive e sottilmente melodiche.
Il pianista friulano Claudio Cojaniz ha suonato per la prima volta con un
nuovo trio le composizioni del suo progetto Blue Africa. Era supportato dal
contrabbasso di Alessandro Turchet e dalle percussioni di Luca Grizzo.
La commovente ricchezza melodica del pianista, insieme alla sua caratteristica capacità
di erigere imponenti costruzioni sonore alla tastiera trovavano i partner ideali
sia in Turchet, efficacissimo anche con l'archetto, che nel variegato e fantasioso
set di percussioni di Grizzo, musicista eccelso attento a sottolineare e impreziosire
ogni sfumatura delle composizioni che ricordano vari aspetti delle culture africane,
in una intensa ricerca spirituale che evidenzia le radici africane del gospel e
dello spiritual.
Il restaurato spazio dell'ex Chiesa Matrice al Castello, inaugurato per l'occasione,
ha accolto due affollatissimi eventi concertistici con protagonista la voce. Il
primo era affidato alla calda mediterraneità di Roberta Alloisio, affiancata
dallo Xena Quintet, una formazione nella quale spiccava la chitarra di
Armando Corsi, per un viaggio coinvolgente nella tradizione genovese e nei repertori
di De Andrè e Fossati. A seguire la tradizione del gospel affidata alla potenza
vocale di June Rogers Eliely e The Sionettes Gospel Singers, due voci
femminili e una maschile accompagnate da una tastiera. Consueto festoso e trascinante
repertorio, da Amen! a Amazing Grace a Silent Night, Oh
Happy Day, e coinvolgimento del pubblico come di prammatica.
Il ritorno del noto fotografo Roberto Masotti al festival calabrese è avvenuto
con un'edizione ridotta – denominata TAI Small Crowd - della TAI No-Orchestra.
Tai è l'acronimo di Terra Australis Incognita, un lavoro di interazione tra arti
visive (fotografia, video) e alcuni artisti di area milanese particolarmente versati
nella musica improvvisata. Le splendide immagini di Masotti, magistralmente manipolate
in tempo reale da Gianluca Lo Presti, interagivano con il sassofono di
Massimo Falascone, il basso elettrico di Roberto Del Piano e le percussioni
di Filippo Monico, per una performance dai toni notturni, che richiedeva
al pubblico complicità e abbandono per essere compiutamente fruita.
L'evento più importante del festival calabrese è stato il concerto del trio di
Ches Smith con Mat Maneri e Craig Taborn, che hanno presentato
in anteprima europea il loro nuovo cd per l'Ecm, intitolato «The Bell». Diviso
tra vibrafono e batteria, Smith è uno dei principali protagonisti della scena odierna,
dalle innumerevoli collaborazioni (Berne, Zorn, Wadada Leo Smith, Frith, Ribot),
oggi al suo quinto cd da leader. Il suo approccio curatissimo nelle dinamiche si
intreccia al meglio con il suono pieno ma delicato della viola di Maneri, altro
esponente di spicco del jazz più creativo, e con la grande perizia di uno dei migliori
pianisti in circolazione. Composizioni di intensa bellezza, complesse e articolate,
che nelle mani di questo trio danno risultati eccelsi, collocandolo tra le migliori
espressioni del jazz attuale, per gli ascoltatori più esigenti.
Il quintetto di Greta Panettieri (Daniele Tittarelli - sax alto;
Francesco Puglisi - basso; Andrea Sammartino - pianoforte; Armando
Sciommeri - batteria) ha proposto il suo spettacolo "Viaggio in jazz", un repertorio
estremamente gradevole incentrato sulla figura di Mina, omaggiata dalla sicura voce
della leader. Particolarmente pertinente il ruolo di
Daniele Tittarelli, con assolo sempre pregevoli e adeguati ai brani.
Oltre a Mina, la cantante si è mossa con disinvolta professionalità tra varie lingue
(oltre all'italiano, inglese, francese e portoghese), e tra vari autori come Milton
Nascimento, ma anche fra brani originali.
Il trio di Roberto Cecchetto ha presentato le musiche del nuovo cd per la
Nau Records «Live At Cape Town». Insieme al basso elettrico di
Andrea Lombardini
e alla batteria di Phil Mer, il noto chitarrista ha spaziato fra sonorità
innovative, prog e scansioni rock, coi fraseggi della propria chitarra elettrica,
sempre creativi, diversi, appassionanti.
Altre atmosfere, di prevalente festosa matrice popolare, si sono ascoltate dal valido
violinista Luca
Ciarla, accompagnato da Vince Abbracciante alla fisarmonica,
Nicola Di Camillo al contrabbasso e Giovanni Angelini alla batteria.
Una proposta estremamente gradevole che alternava brani notissimi (Caravan,
Bella ciao) a momenti che Ciarla riservava per se, utilizzando anche il fischio
e la voce e una loop station, con notevole spazio anche per l'ottima fisarmonica
di Abbracciante.
Il trio di Franco D'Andrea con Aldo Mella e Zeno De Rossi non
ha riservato sorprese: consueto elevatissimo standard improvvisativo, telepatico
interplay, per un concerto che ha visto primeggiare il ruolo del pianista leader,
con il contrabbasso di Mella e i tamburi di De Rossi impegnati a sottolineare ogni
sfumatura dei brani, che comprendevano composizioni originali di D'Andrea (Cherries,
Sorapis, T.M., Dancing March, Largo, Afro Abstraction,
Another Riff, Some More March) e la monkiana Misterioso. Il
pianista da lì a pochi giorni avrebbe vinto il suo ennesimo, meritatissimo Top Jazz.
Svettante neo hardbop arrivava dal quartetto del pianista
Antonio Faraò,
con Maurizio Giammarco al sassofono,
Aldo Vigorito
al contrabbasso e
Roberto
Gatto alla batteria. Una robusta, muscolare lezione di jazz "puro",
con i quattro musicisti impegnati a swingare senza sosta, guidati dalla inconfondibile
batteria di Gatto. Repertorio tratto dal recente cd «Boundaries», fatto di
brani originali a eccezione dell'hancockiana Maiden Voyage e di Jingle
Bells, in tema col Natale.
L'ultimo concerto del festival era affidato alla nota voce di
Rossana
Casale, che con un trio costituito da Emiliano Begni al pianoforte,
Ermanno Dodaro al contrabbasso e Francesco Consaga al sassofono ha
cantato un repertorio estremamente interessante, con canzoni di Milton Nascimento,
Tom Waits, Gilberto Gil, Edith Piaf, alternate a letture di notevole spessore, da
Pessoa a Rodari.
Fra le attività collaterali, vanno ricordate le master class tenute da Maneri, Cecchetto,
Tittarelli, Panettieri, D'Andrea e Ciarla, la mostra fotografica "Roccella Jazz
Ten Years After" e la presentazione dei volumi Stratos e Area di Silvia
Lelli e Roberto Masotti e Keith Jarrett.
Un ritratto di Roberto Masotti (Arcana, 2015).