La registrazione di questo disco, pubblicata
solo ora, è in verità più datata e risale al 2003,
quando il duo
Bosso/Di
Sabatino tenne un concerto dal vivo presso Cattolica (Rimini). Per quell'occasione
scelsero un repertorio particolare, intenti ad offrire una sorta di piccolo tributo
alla canzone italiana. La scaletta infatti si apriva con "Donne"
del ben noto Zucchero e, alternando dei motivi di autori inevitabili come Battisti
con altri meno scontati, consisteva di nove brani. Non è però corretto vedere questa
registrazione come un tributo, poichè forse se davvero tale avesse voluto essere,
i due musicisti avrebbero conferito una forma differente, più accorta al recupero
e all'accentuazione delle melodie "classiche". Qui invece è subito chiaro che le
melodie e le armonie - inconfondibili - di certi brani vengono prese come puro spunto,
e su di esse sono ricamati assoli e riarrangiamenti molto marcati. Ovviamente ci
sono dei distinguo, perchè alcuni brani si prestano meglio a tale uso piuttosto
che altri, ma la linea generale del lavoro alla fine risulta questa.
La scelta di suonare in duo è una forma già sperimentata da
Bosso
e Di Sabatino,
ai quali lavori simili non sono affatto alieni. Questa volta però, dall'incontro/confronto
che ne nasce, è giusto riconoscere a
Di Sabatino
una netta predominanza sul palcoscenico, meritata soprattutto grazie ad una creatività
eccezionale affiancata al non semplice districarsi fra motivi resi quasi intoccabili
dalla tradizione o peggio dalla troppo spinta rielaborazione che la notorietà ha
loro più volte affiancato.
Bosso
d'altro canto è pur sempre eccellente e lungo tutta la registrazione da prova del
suo talento, che in particolare si riscontra nella forza del suo suono curato, caldo,
vibrante. Ma nulla aggiunge a ciò che ormai conosciamo di lui e del suo strumento,
pur offrendo una performance ottima. Certo, non è di sola novità che è forte un
artista, ma il confronto con
Di Sabatino
è inevitabile, e infine sembra proprio a questi che si deve la buona riuscita del
concerto e del relativo disco. Per apprezzarne il meglio basta ascoltare la bella
rivisitazione "Addio Amore" o "E
penso a te", dove gli assoli del piano sono memorabili. Molto bella anche
l'idea, proprio nel brano di Battisti, di aumentare la tensione ritmica con un accompagnamento
quasi latinoamericano, la cui eco si avverte anche nel successivo "Legata
ad un granello di sabbia".
Con un procedere tanto solido quanto esule da improvvisi colpi di scena,
i due regalano poco più di un'ora di musica in cui, con tutta onestà, va riconosciuta
gran parte al piacere di soddisfare la curiosità di chiedersi come una tale canzone
sarà stata affrontata e riarrangiata, ma poi soprattutto all'apprezzamento di tanta
coesione e affiatamento fra i due musicisti che ne fanno prova in continuazione
come,ad esempio, in "Motivo Italiano".
L'impressione finale, al chiudersi della bella "Che
Sarà", è proprio quella di un divertissement, di un confronto impegnato,
pur giocoso e sereno, e di un intrattenimento piacevole per gli ascoltatori, ma
poco più di questo.
Achille Zoni per Jazzitalia
27/08/2011 | Umbria Jazz 2011: "I jazzisti italiani hanno reso omaggio alla celebrazione dei 150 anni dall'Unità di Italia eseguendo e reinterpretando l'Inno di Mameli che a seconda dei musicisti è stato reso malinconico e intenso, inconsueto, giocoso, dissacrante, swingante con armonizzazione libera, in "crescendo" drammatico, in forma iniziale d'intensa "ballad", in fascinosa progressione dinamica da "sospesa" a frenetica e swingante, jazzistico allo stato puro, destrutturato...Speriamo che questi "Inni nazionali in Jazz" siano pubblicati e non rimangano celati perchè vale davvero la pena ascoltarli e riascoltarli." (di Daniela Floris, foto di Daniela Crevena) |
16/07/2011 | Vittoria Jazz Festival - Music & Cerasuolo Wine: "Alla quarta edizione, il festival di Vittoria si conferma come uno dei più importanti eventi musicali organizzati sul territorio siciliano. La formula prescelta dal direttore artistico è quella di dilatare nel tempo gli incontri musicali, concentrandoli in quattro fine settimana della tarda primavera, valorizzando uno dei quartieri più suggestivi della città, la restaurata Piazza Enriquez, e coinvolgendo, grazie a concerti e jam session notturne, una quantità di pubblico davvero rilevante, composto in parte da giovani e giovanissimi, portatori di un entusiasmo che fa davvero ben sperare sul futuro del jazz, almeno in questa parte della Sicilia." (Vincenzo Fugaldi) |
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Data pubblicazione: 02/11/2008
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