Stefano Di Battista - Fabrizio Bosso All Stars Jazz Band primOmaggio di Nicola Guida per MMS info@mamus.it
Contesto inusuale, circostanza imprevedibile,
piazza insolita. Un tempo forse… perché per la prima volta nella storia del "concertone"
del Primo Maggio 2008 di piazza San Giovanni,
a esibirsi di fronte a centinaia di migliaia di presenti, è una All Stars Jazz Band
da brivido carrozzata
Di
Battista-Bosso.
Binomio che, solo a pronunciarsi, prospetta ambiziose intenzioni. In uno spazio
da sempre supervisionato da Bandabardò e Modena City Ramblers, intriso, quasi affollato,
delle band del circuito pop e rock italiano, anche il jazz, in un evento senza precedenti,
sale sul palco di Roma a dire la sua, a lanciare l'atavico e multiforme messaggio
di libertà. Importante responsabilità affidata alle note suadenti del sassofonista
romano discepolo del maestro
Petrucciani
e al personalissimo e brillante virtuosismo del trombettista torinese figlio del
bebop. Con loro Dario Rosciglione al contrabbasso, Eric Harland alla
batteria, Julian Oliver Mazzariello al pianoforte e Baptiste Trotignon
all'Hammond B3.
Colpo d'occhio (e "d'orecchie") intenso… e non solo per i jazzofili, anche
per una folla eterogenea disposta a farsi trascinare, travolgere ed emozionare dalle
sfumature della musica afroamericana. Una pesante sferzata è arrivata immediatamente
col capolavoro di Horace Silver, The Jody Grind
e con Under her spell dello stesso
Di
Battista. Sapori funk-soul esaltati dai dialoghi frenetici tra sax e
tromba (modulata eccezionalmente con la sordina come fosse un cry baby di
Hendrix). Ingresso "prepotente" seguito poi dal groove incalzante di
Work Song, lo standard degli anni 60 ispirato ai
canti di lavoro.
Malgrado qualche problema fonico, particolarmente accentuato nella fase
iniziale, l'atmosfera giusta è comunque scesa sulla piazza. L'emozione ha raggiunto
il suo momento più alto quando l'ensemble (in parte modificato:
Rita Marcotulli
al piano, Marcello Di Leonardo alla batteria, Giovanni Tommaso al
contrabbasso) ha omaggiato il poeta genovese Fabrizio De Andrè suonando "Ho
visto Nina volare" con la voce registrata dell'indimenticato Faber mentre
le sue immagini scorrevano sullo schermo. Applausi fragorosi e spontanei hanno avvolto
il palcoscenico mostrando lo stesso
Di
Battista visibilmente emozionato. La sordina di
Bosso
ha vellutato la conclusione di un momento denso, ricco, di cristallo. Nel giorno
della festa dei lavoratori, non solo un omaggio a il Cantautore, ma anche un "primOmaggio"
ai tanti neri d'America che vennero impiegati nei duri lavori delle piantagioni
di cotone e che nei primi del 900 diedero i natali ad uno dei generi musicali più
espressivi e poliedrici che ancora oggi vive.