Fabrizio Bosso Quartet & Paolo Silvestri Ensemble Swinging Duke
Roma Jazz Festival - 19 novembre 2014 di Nina Molica Franco
foto di Riccardo
Rossini
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Fabrizio
Bosso Quartet, Paolo Silvestri Ensemble e la musica di
Duke Ellington: tre elementi che, se combinati insieme, non possono che rappresentare
appieno l'essenza di questa edizione del Roma Jazz festival, lo swing. Una formazione
creata ad hoc, con musicisti di straordinaria bravura per celebrare lo swing in
una delle sue forme più pure, quello del grande Duke, con una sonorità che si avvicina
un po' a quelle delle big band.
Ad accompagnare Bosso, sul palco i suoi fedeli compagni
di viaggio: Julian Oliver Mazzariello, pianista di eccezionale bravura e
dalla spiccata personalità che agita con fare ritmico le sue dita sul piano con
assoluta libertà, passando da scale vertiginose a sonori cluster. Al contrabbasso
Luca Alemanno crea una sonorità particolarmente vibrante non perdendo mai
di vista il suo ruolo ritmico. Allo stesso modo
Nicola Angelucci
alla batteria risulta intenso e preciso, quasi metronomico e, insieme a Mazzariello
e Alemanno crea un tappeto ritmico che permette ai fiati di svolgere le proprie
armonie e le improvvisazione perfettamente in linea con lo stile.
Ad affiancare il quartetto ormai collaudato, l'ensemble di Paolo Silvestri,
anche autore dei sofisticati e interessanti arrangiamenti. Con Ellington, si sa,
il rischio di ricadere nella banalità è sempre dietro l'angolo ma, da "Caravan"
a "I Let a Song Out of my Heart", fino a "In A Sentimental Mood",
gli arrangiamenti di Silvestri mostrano grande rispetto per la tradizione, ma anche
una vena creativa e particolarmente intrigante tramite il continuo intrecciarsi
di melodia, composizione e improvvisazione. L'ensemble - Claudio Corvini
e Fernardo Brusco alla tromba, Mauro Corvini al trombone, Gianni
Oddi al sax alto, Michele Polga al sax tenore,
Marco Guidolotti
al sax baritono - è composto da musicisti di spicco che, in primo luogo sono dei
grandi solisti, ma qui appaiono perfettamente in grado di porsi quasi in una forma
corale a supporto del virtuosismo di Bosso. Espressività e grande tecnica lo contraddistinguono,
ma soprattutto la sua capacità di dare vita a tanti colori diversi con la sua tromba
che ora appare forte e squillante, ora emerge un suono pastoso, quasi sabbiato.
Il fraseggio di Bosso è sempre molto ricercato, così come i suoi pianissimi che
sembrano sfidare ogni logica della fisica, e gli eleganti portamenti che conducono
l'orecchio da una nota all'altra.
Se l'obiettivo era mandare in visibilio il pubblico, ecco che la combinazione
dei tre elementi - Fabrizio Bosso Quartet, Paolo Silvestri Ensemble e la musica di Duke
Ellington – ha assolutamente raggiunto il suo scopo.