Colours Jazz Orchestra special guest
Fabrizio Bosso TLR Jazz - Teatro Lauro Rossi Macerata - Sabato 21 Aprile 2012
di Viviana Falcioni
foto di Andrea Feliziani
Le Marche è una regione dai colori densi e odorosi e ciò che la caratterizza
è un intenso profumo di jazz ad ogni stagione. Sia negli angoli più nascosti delle
nostre provincie, nelle piccole come nelle grandi città, si possono incontrare grandi
professionisti del jazz. Dalle spiagge di velluto alle colline aspre e multicolori,
e ancora, dai porticcioli accoglienti alle montagne stregate, si possono incontrare
eclettici musicisti, instancabili jazzisti, professionisti dello swing, professori
competenti con una profonda conoscenza degli idiomi del jazz: sono in molti a dedicarsi
con passione nella difficile arte dell'insegnamento. Altri ancora si cimentano nell'organizzazione
di concerti, Festival ed eventi legati al jazz e alla sua divulgazione. Questi talentuosi
professionisti marchigiani compongono l'organico della Colours Jazz Orchestra,
che con un concerto al Teatro Lauro Rossi di Macerata, ospite
Fabrizio Bosso,
hanno festeggiato l'ambito traguardo dei 10 anni di attività dell'orchestra. Per
questo appuntamento avvincente, come degna conclusione della rassegna TLR jazz organizzata
da Musicamdo, il teatro ha visto un tutto esaurito già da diversi giorni. File di
avventori in attesa all'ingresso del teatro, con la speranza di accaparrarsi un
biglietto per entrare: l'aria che si respira è decisamente quella delle grandi occasioni.
La Colours Jazz Orchestra dimostra qualità non indifferenti
il cui valore evidenzia una scelta verso uno stile innovativo e contemporaneo senza
mai perdere di vista la "storia". Grazie all'instancabile impegno organizzativo
del direttore e creatore, (niente è più complicato del tenere in piedi un organico
di questo tipo !) l'orchestra ha guadagnato nel tempo fama e successi ampiamente
meritati. Il direttore della C.J.O., Massimo Morganti, oltre ad essere un
trombonista di vaglia, si è contraddistinto nel tempo, sia per le doti spiccate
come arrangiatore che per la grande abilità nel condurre il collettivo: sempre in
continua evoluzione in aggiunta all'orchestra ha all'attivo una serie di progetti
interessanti. Massimo Morganti persona di grande modestia, ha collaborato
con molti musicisti tra cui ricordiamo Kenny Wheeler - con cui la C.J.O.
incide il disco "Nineteen Plus One" - l'indimenticabile Bob Brookmeyer e
ancoraBob Mintzer,
Mike Stern,
la WDR Big Band e altri ancora come Maria Schneider che sarà a luglio con
la C.J.O.
E proprio con "Green Piece" e "Last Season" della Schneider, che ricordiamo
vincitrice di un Grammy Award per "Best Large Jazz Ensemble Recording", ha inizio
il concerto. I brani, suonati in una unica sequenza, raccontano storie di jazz come
piccole pennellate d'emozione. Gli arrangiamenti tra contemporaneità e tradizione
svolgono un ruolo fondamentale nell'esecuzione delle splendide linee melodiche che,
assieme alla coesione tra musicisti basata su un forte interplay, riempie gli spazi
di suoni e colori. La Colours è un'orchestra influente nella nostra era contemporanea:
il coraggio di scegliere un repertorio decisamente fuori da ogni schema o moda e
di instaurare una dialettica tra contemporaneità e tradizione, ha dato loro uno
stile personalissimo.
Una bella sequenza dei fiati nell'introduzione di "Swangalang", accompagna
l'ingresso di Fabrizio Bosso, il poliedrico trombettista non ha bisogno di presentazioni
vista la sua fama, e non solo in ambito jazzistico. Oltre alle molteplici collaborazioni
nella musica leggera, ricordiamo le tante collaborazioni con maestri indiscussi
del jazz quali George Russell,
Carla Bley
e Charlie Haden solo per citarne alcuni. Una musica elaborata quella
di Bob Mintzer, che in "Swangalang" dimostra una intensa energia sotto il profilo
ritmico, ciò che sorprende all'ascolto è la compattezza dell'organico, tutti gli
strumenti suonano in maniera asciutta e coesa. "…una delle migliori orchestre
jazz a livello europeo…" disse Mintzer in occasione di una sua performance con
la C.J.O., una definizione alquanto appropriata. Bosso è quell'artista capace di
riflettere un'originalità subito riconoscibile e con l'orchestra si crea subito
una plasmante empatia; virtuosismo e afflato lirico del giovane trombettista, si
fondono in un unico corpo, capacità che solo pochi hanno.
I suoi soli galvanizzano i componenti dell'orchestra: Marco Postacchini al
baritono intreccia note vigorose su una tela elettrizzante mentre
Massimo
Manzi alla batteria è una straripante energia e intensità. Max ha una
padronanza del suo strumento e il possesso di quella fluidità e maestria tecnica
tale che soltanto un lungo mestiere può dare. Anche il direttore d'orchestra viene
chiamato simpaticamente a contribuire con un elegante assolo al trombone (senza
mai lasciare la direzione dell'orchestra), e comunque si può affermare che ogni
solista ha azzeccato perfettamente la sua voce, svolgendo il suo ruolo con competenza
e risolutezza.
Segue "Silver Lining" di Bob Brookmeyer, una ballad dolcissima, un piccolo
capolavoro di poetica che l'organico traduce e cesella con spontanea semplicità
e con un intenso senso della narrazione.
Il brano del maestro Roberto Livraghi "Se per te c'è soltanto quell'uomo",
è un mirabile pretesto per lanciarsi in invenzioni estemporanee e fraseggi muscolari
tra leader e orchestra, istaurando un dialogo immaginario con il pubblico con momenti
di autentico divertimento. Le melodie di Livraghi sono estremamente fluide e swinganti,
di una sorprendente freschezza, il maestro ha scritto alcune delle pagine più belle
della musica italiana: con "Toccare il Fondo" la musica orchestrale raggiunge
un alto livello espressivo e poi "Quando m'innamoro" con cambi di tempo repentini
e una straordinaria capacità interpretativa di Bosso. E infine come bis "Coriandoli"
che in tanti ricorderanno brano portato al successo da Mina. E anche qui la maestria
di Bosso in una fluidità di fraseggi con note chiare e precise, una capacità di
elaborare un discorso coerente dei suoi soli unica e inconfondibile, si avvertono
inoltre le molteplici costruzioni delle idee nate da un perfetto accordo con la
Colours.
Le altre trombe influenti dell'orchestra sono composte dal musicista Giacomo
Uncini, che con un ascolto attento e ispirato ha la capacità di sostenere le
quadrature ritmiche più impegnative, sprigionando uno swing terrificante. La sua
cifra stilistica è volta al passato verso i grandi maestri essendo anche un impressionante
conoscitore della storia della musica jazz, nonostante la sua giovane età. L'altro
è Samuele Garofoli caratterizzato da una marcata propensione melodica capace
di incantare con sonorità rarefatte. Il suo approccio all'improvvisazione ha una
forte componente visiva della narrazione, talvolta elegiaca. I due raggiungono la
postazione di Fabrizio Bosso per una triade entusiasmante, fatta di assoli dinamici
e riff ipnotici in un dialogo serrato in cui ognuno porta le sue peculiarità di
stile, coronando un piacevolissimo finale di concerto.
I brani proposti in scaletta hanno rappresentato una sorta di "racconto" storico
dell'orchestra marchigiana, che ebbe inizio proprio con l'ispirazione massima del
lavoro compositivo della Schneider, la quale giungerà in Italia a breve. Ora, quasi
a concludere un fantastico ciclo, diamo appuntamento a luglio con il concerto della
Colours Jazz Orchestra insieme alla straordinaria Maria Schneider, per festeggiare
ancora.